Sarà la presidente della Commissione Affari Sociali Marialucia Lorefice la relatrice del Dl 25 marzo con le restrizioni e i divieti anti Covid-19: «Sarà cornice normativa per i dpcm e le ordinanze già emanati ed il riferimento da cui le autorità competenti potranno di volta in volta adottare norme specifiche». Poi sottolinea: «SSn deve ripartire dalla valorizzazione del personale medico e sanitario»
Quello in discussione ora in Commissione Affari Sociali è forse il Decreto più difficile, da un punto di vista emotivo, da approvare. Si tratta della cornice normativa che racchiude divieti, limitazioni e chiusure per evitare la diffusione dell’epidemia di Covid-19. Misure dolorose ma necessarie, come spiega a Sanità Informazione la relatrice del testo, la Presidente della Commissione Affari Sociali Marialucia Lorefice.
«Le misure restrittive saranno prolungate fino a dopo Pasqua, come suggerito dal comitato tecnico-scientifico. Poi, in base allo stato dei fatti, si valuterà se e cosa rimodulare – afferma Lorefice -. Nonostante non siano mancate le denunce per le violazioni delle ordinanze, nel complesso gli italiani hanno preso con serietà e responsabilità le disposizioni di distanziamento sociale, come dimostrano i primi segnali positivi che stanno arrivando sul numero di contagiati e guariti. È importante, però, restare cauti e non abbassare la guardia, perché ci sono ancora tanti malati che lottano negli ospedali e nei reparti di terapia intensiva. Non possiamo vanificare gli sforzi fatti sino ad ora per la nostra salute e quella di chi ci è accanto».
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Le misure, che come annunciato oggi dal ministro della Salute Roberto Speranza saranno intanto prorogate fino al 13 aprile, possono essere varate per periodi di massimo 30 giorni, rinnovabili fino alla fine dello stato di emergenza, previsto per il 31 luglio. Il Decreto prevede anche sanzioni contro i ‘furbetti della quarantena’: prevista una sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 400 a 3mila euro.
Inoltre le regioni, in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario verificatesi nel loro territorio o in una parte di esso, possono introdurre misure ulteriormente restrittive, esclusivamente nell’ambito delle attività di loro competenza e senza incisione delle attività produttive e di quelle di rilevanza strategica per l’economia nazionale.
Un rapporto, quello tra governo e regioni, che ha spesso vissuto momenti se non di scontro, sicuramente di tensione. «Il nostro Paese sta affrontando una situazione emergenziale inedita e molto complessa che ha visto in sofferenza alcune regioni più di altre, ma il governo ha sempre cercato di mantenere una regia comune, dialogando in modo trasparente con i governatori regionali e con gli amministratori locali. Una strada non certo priva di ostacoli, ma necessaria – sottolinea Lorefice -. Questo decreto legge di cui sono relatrice, ad esempio, al pari di quello approvato a febbraio, rappresenta la cornice normativa per i dpcm e le ordinanze già emanati e sulla base della quale le autorità competenti potranno di volta in volta adottare norme specifiche che rispondano meglio alle esigenze dei territori, restando però nelle linee tracciate da governo e Parlamento».
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L’emergenza Covid-19 ha messo a nudo una realtà dolorosa, quella dei tagli alla sanità, con oltre 70mila posti letti tagliati negli ultimi dieci anni. Un tema doloroso, quello dei tagli, su cui in passato era intervenuta la stessa Lorefice presentando una mozione alla Camera per garantire risorse certe alla sanità: «Il nostro sistema sanitario rappresenta un’eccellenza di cui siamo fieri. Tuttavia siamo consapevoli del fatto che i tagli che si sono succeduti negli anni, pari a circa 37 miliardi di euro, hanno gravemente compromesso la nostra sanità pubblica – spiega Lorefice -. Dell’importanza degli investimenti in sanità ci si rende conto solo oggi, perché trovandoci di fronte ad una emergenza di tal portata, si riesce ad avere una chiara percezione di quanto siano importanti le risorse da investire a tutela della salute dei pazienti e di tutti coloro che sono in prima linea nell’affrontare questa emergenza: medici, infermieri e personale sanitario, gli eroi di questi giorni drammatici».
«È molto doloroso – continua l’esponente M5S – sapere che oltre 60 medici hanno perso la vita e che in centinaia sono stati contagiati. Siamo al lavoro, d’intesa con il governo, per tutelare questi professionisti, partendo dalle risorse. Già in legge di bilancio avevamo previsto 4,5 miliardi in più nel triennio 2019-2021 per la sanità, di questi, 2 miliardi sono stati riconfermati anche nell’ultima legge di bilancio. Adesso con il Cura Italia si sono aggiunti 3,5 miliardi per la sanità e la protezione civile. Soldi necessari al SSN per pagare gli straordinari, consentire nuove assunzioni, acquistare dispositivi di protezione individuale e respiratori, creare nuovi reparti e posti letto. È proprio dalla valorizzazione del personale medico e sanitario che occorre ripartire, così come dal finanziamento delle strutture, delle nuove tecnologie e della ricerca».
L’orizzonte ora è quello della ripartenza, naturalmente garantendo la sicurezza di tutti i lavoratori. «A detta degli esperti – continua Lorefice – proprio la settimana in corso sarà cruciale per valutare l’andamento dell’emergenza e una ripresa affrettata potrebbe vanificare gli sforzi fin qui sostenuti. Ci sarà probabilmente una graduale apertura dei settori rimasti chiusi, assicurando la massima tutela della salute dei lavoratori e le necessarie condizioni di sicurezza in tutti i contesti. Oggi è comunque prematuro indicare delle date perché dovremo seguire l’evoluzione dei contagi, a tutela della vita umana che è per noi il valore primario».
Infine, la preoccupazione per l’emergenza che dal piano sanitario si sta rapidamente spostando verso quello sociale ed economico. «L’emergenza sanitaria ha determinato una crisi economica e sociale che inizia a pesare su famiglie, lavoratori e imprese – afferma la Presidente della Commissione Affari Sociali -. Ne siamo consapevoli e stiamo lavorando di concerto con il governo, per sostenere la chiusura degli esercizi commerciali, delle attività turistiche, delle fabbriche e degli uffici. Nel decreto Cura Italia abbiamo stanziato le prime risorse per posticipare il pagamento dei tributi, sospendere i mutui, estendere il diritto alla casa integrazione, aiutare i lavoratori autonomi e i professionisti con il bonus da 600 euro. A queste misure ne seguiranno altre in un prossimo decreto di aprile. Non possiamo lasciare sole le tante famiglie che oggi sfiorano la povertà faticando a trovare i soldi per fare la spesa. In loro aiuto abbiamo assegnato ai comuni 400 milioni di euro per la “solidarietà alimentare” e abbiamo anticipato 4,3 miliardi loro destinati. Inoltre stiamo lavorando a un’altra tipologia di reddito, un “reddito di emergenza“, per aiutare molte più persone in questo momento di crisi».
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