La Vice Presidente della Commissione Affari Sociali Michela Rostan chiede giustizia per i tanti operatori sanitari contagiati e deceduti a causa del virus: «Noi li chiamiamo eroi troppo superficialmente, semplicemente avrebbero voluto fare bene il loro lavoro. Dopo l’emergenza bisognerà capire cosa è successo». Poi elogia il governatore campano De Luca: «Linea di comando chiara ha aiutato»
«Sui dispositivi di protezione individuale a medici, infermieri e personale sanitario c’è stato un grosso problema sul quale bisognerà indagare. Ora non è il momento delle polemiche, dobbiamo completare questa fase emergenziale ma credo che dopo ci sarà la necessità di una Commissione d’inchiesta». Michela Rostan, deputata di Italia Viva e Vice Presidente della Commissione Affari Sociali, a tre mesi dall’inizio dell’emergenza Covid-19 non dimentica i tanti camici bianchi e operatori sanitari che spesso hanno dovuto combattere ‘a mani nude’ contro il virus. «Certamente qualcosa non ha funzionato, ci sono stati ritardi che gli operatori hanno pagato a caro prezzo – sottolinea Rostan -. Migliaia di contagiati, centinaia di morti. Noi li chiamiamo eroi troppo superficialmente, ma semplicemente avrebbero voluto fare bene il loro lavoro».
Ora le energie della Rostan e di Italia Viva sono però concentrate a far ripartire il Paese che rischia una depressione economica senza precedenti. «Purtroppo ci sono stati ritardi nell’erogazione delle tante misure economiche, parlo dei sussidi e dei bonus previsti dal governo – chiarisce l’esponente di Italia Viva -. Il lockdown non è stato uguale per tutti. C’è chi lo ha vissuto senza difficoltà e senza problemi e c’è chi si è impoverito e vive sotto la soglia di povertà. C’è chi ancora non riesce ad alzare la saracinesca della propria attività commerciale. Abbiamo la necessità di dare delle risposte concrete che vadano nella direzione non solo dell’erogazione della liquidità ma anche della sburocratizzazione e della semplificazione delle procedure».
Per questo Italia Viva propone un piano shock per rilanciare l’economia e che dovrà necessariamente coinvolgere anche la sanità: «La prima cosa da mettere in campo è un big data sanitario, collegare quelle che sono le eccellenze del nostro Paese così da ridurre il gap che spesso esiste ad esempio tra alcune Regioni del Sud rispetto e quelle del Nord, con quelle del Sud che ancora attualmente nel riparto delle risorse nazionali continuano a ricevere di meno. Ma penso anche alla possibilità di accorciare le distanze fra le strutture e il paziente. Basterebbe un semplice click per poter annullare questo enorme divario che attualmente esiste. Bisogna investire molto in tecnologie e infrastrutture. Per farlo c’è bisogno di maggiore liquidità. Il nostro Sistema sanitario che è equo, universale e gratuito ha retto bene alla prova dell’emergenza, ma ora bisogna fare molto di più».
Un pensiero va infine alla sua regione, la Campania, che ha retto bene la difficile sfida del virus: «La Campania ha dato una doppia prova di efficienza – spiega Rostan -. Tutti i cittadini hanno dimostrato grande senso di responsabilità. Qualcuno pensava che probabilmente questo non ci sarebbe stato. E poi abbiamo avuto una linea di comando chiara, forte: il presidente De Luca ha cercato sempre di dare messaggi univoci che non lasciassero spazio a facili operazioni, al contrario di quanto avvenuto sul piano nazionale con i diversi Dpcm pieni di regole e codicilli che spesso si sono dovuti interpretare. Ha aiutato anche il fatto che la nostra sanità sia uscita dopo anni dal commissariamento e sia ritornata a investire in infrastrutture e tecnologie. Abbiamo delle eccellenze, penso al Cotugno e alla cura del professor Ascierto. Esempi di buona sanità, di best practice che fanno parte e sono parte integrante della nostra regione».
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