L’informativa del Ministro della Salute alla Camera: «Entro giugno arriveranno 42 milioni di vaccini, tutti efficaci e sicuri. Gli eventi avversi registrati sono numericamente molto ridotti. In UK su 600mila seconde dosi di AstraZeneca somministrate nessun effetto collaterale»
Si profila all’orizzonte una nuova fase. Il Ministro della Salute Roberto Speranza lo ha ripetuto più volte questa mattina nel corso dell’informativa urgente sulla campagna vaccinale alla Camera dei Deputati. «Non sottovaluto le difficoltà che abbiamo ancora davanti, né le sofferenze delle persone, ma credo che ci siano le condizioni per guardare con ragionata fiducia alla fase che si apre», ha detto.
Cos’è che ci può far guardare con maggiore fiducia ai prossimi mesi? La campagna di vaccinazione, «che oggi supera 14 milioni di somministrazioni». «Finalmente – ha aggiunto Speranza – ci sono le condizioni per raccogliere i primi concreti risultati del lavoro che svolgiamo da molti mesi».
Entro giugno, infatti, dovrebbero arrivare 42 milioni di vaccini. «Numeri importanti – ha precisato il Ministro -, sufficienti ad abbassare il dato quotidiano delle vittime del Covid, a ridurre la pressione sugli ospedali e a ostacolare in modo significativo la trasmissione del virus.
Il Ministro ha quindi poi ricordato e ringraziato le categorie che hanno accettato il ruolo di vaccinatori, puntualizzando che «il governo è pronto a rimpinguare il fondo vaccinazioni in caso di necessità» perché «l’Italia è pronta ad una accelerazione ulteriore».
I deputati hanno quindi applaudito i «42.000 medici di famiglia, 7.000 pediatri di libera scelta, 38.000 specializzandi, 18.000 specialisti ambulatoriali, 63.000 odontoiatri, 270.000 infermieri, 25.000 farmacisti» su cui possiamo contare per il prosieguo ed il rafforzamento della campagna vaccinale, a cui si aggiungeranno le somministrazioni nei luoghi di lavoro «appena avremo più dosi a disposizione».
E i vaccini dovrebbero arrivare, nelle prossime settimane, in quantità importanti: «Pfizer – ha ricordato Speranza – anticiperà per l’Unione europea 50 milioni di dosi dal 4° al 2° trimestre. È un’ottima notizia che porterà in Italia il 13,46% di questi 50 milioni, poco meno di 7 milioni». Per questo, «prudenzialmente il commissario straordinario Figliuolo sta lavorando su una base di 45 milioni di vaccini in arrivo entro giugno», che «ci mettono nelle condizioni di completare le fasce anagrafiche più a rischio».
Al momento, ha specificato Speranza, il 76% degli over 80 ha ricevuto la prima dose ed il 30% delle persone tra i 70 e gli 80 anni. «Il nostro obiettivo entro il trimestre è somministrare la prima dose al target sopra i 60 anni, dove si sono concentrati il 95% dei decessi», ha aggiunto ribadendo che «vaccinare prima di tutto i più anziani è corretto perché consente di salvare vite umane, e io credo che questo valga più di ogni altra cosa».
Quindi, il Ministro si è concentrato sui contratti europei: «È innegabile che ci siano stati ritardi ed alcuni errori nella negoziazione. Ma una competizione a tutto campo, una guerra di tutti contro tutti, avrebbe prodotto uno scenario disastroso. Fare meglio non significa fare da soli. È una pericolosa illusione immaginare che l’Italia da sola, senza l’Europa, sarebbe stata più forte nella trattativa con le multinazionali del farmaco e avrebbe avuto a disposizione in tempi più rapidi una quantità maggiore di vaccini. È vero il contrario. La decisione di comprare insieme i vaccini è stata giusta, e continueremo a comprare ancora assieme a livello europeo anche per il fabbisogno dei prossimi anni».
Immancabile, quindi, un riferimento alla questione AstraZeneca. «Una questione delicata – l’ha definita il Ministro -, che dobbiamo trattare con chiarezza e precisione».
«Innanzitutto, voglio ricordare che ogni nostra scelta, anche sui vaccini, è da sempre guidata dall’evidenza scientifica e dal principio di precauzione. È una garanzia per tutti i cittadini europei che, con la farmacovigilanza, vengano costantemente monitorate l’efficacia dei vaccini e le eventuali reazioni avverse. È un tratto di serietà che dobbiamo rivendicare, perché testimonia il rigore scientifico e il senso di responsabilità con cui lavoriamo per il bene dei cittadini».
«Ci sono, quando parliamo di AstraZeneca come degli altri vaccini – ha proseguito -, due verità che vanno ricordate e spiegate. La prima è che la comunità scientifica internazionale ha compiuto un’impresa senza precedenti nella storia della medicina, rendendo possibile in poco meno di un anno la produzione di più vaccini per sconfiggere questo nuovo virus che ha colpito duramente il mondo intero. La seconda verità è che, in questa lotta contro il tempo, è fisiologico che, dopo milioni di inoculazioni, l’utilizzo di un vaccino possa essere ulteriormente valutato e anche, se necessario, rimodulato, relativamente alle fasce d’età, sulla base delle evidenze scientifiche che maturano disponendo di una casistica molto più ampia».
Il Ministro è quindi entrato nel dettaglio, «sgombrando il campo da ogni possibile equivoco». «Astrazeneca è un vaccino sicuro ed efficace. Un vaccino che salva le vite. Lo abbiamo visto in particolar modo analizzando i risultati ottenuti, sul campo, nel Regno Unito. Voglio dirlo ancora più chiaramente: i vaccini che utilizziamo sono tutti efficaci e sicuri. Molti scienziati, in questi giorni, ci hanno ricordato che non esiste farmaco per cui si possano escludere al 100% possibili effetti collaterali. L’Ema ha sottolineato in più occasioni che i benefici del vaccino AstraZeneca sono di gran lunga superiori ai rischi».
«Dinanzi ai dubbi l’arma più efficace è la trasparenza. Ecco perché, ancora una volta, voglio ricordare con precisione i numeri del fenomeno di cui stiamo parlando. Su 32 milioni di vaccinazioni effettuate e 222 segnalazioni, sono stati registrati 86 eventi avversi e, di questi, 18 sono risultati fatali. Parliamo comunque di un fenomeno, per quanto doloroso poiché ogni vita spezzata è una perdita grave, numericamente molto ridotto. È evidente che non possiamo e non dobbiamo in alcun modo sottovalutare queste reazioni e questi casi. È evidente che dobbiamo mantenere alte l’attenzione e la vigilanza. È infine evidente che le modifiche, i cambi di rotta nelle indicazioni di somministrazione del vaccino, fanno parte esattamente di questa attenzione, di questa vigilanza».
«La scelta che abbiamo fatto di raccomandare l’utilizzo del vaccino AstraZeneca per i cittadini tra i 60 e i 79 anni ha una duplice motivazione – ha quindi aggiunto il Ministro -. La prima: le pochissime reazioni avverse sono concentrate per il 90% nei vaccinati al di sotto dei 60 anni. La seconda: sulla base dell’esperienza inglese il vaccino AstraZeneca è particolarmente indicato nelle persone che abbiano un sistema immunitario in declino. La nostra è quindi una scelta che fa coincidere la massima sicurezza con il massimo di efficacia, in una fascia di popolazione che abbiamo urgenza di mettere al riparo».
«Relativamente, poi, ai cittadini che hanno già ricevuto la seconda dose del vaccino AstraZeneca, i dati riferiti da Aifa sulla basse dell’esperienza inglese non hanno bisogno di commenti: su 600.000 vaccinati sono state registrate zero reazioni avverse in seguito alla seconda dose».
Quindi, un rapido riferimento alla sospensione del vaccino Johnson&Johnson: «Seguiamo in queste ore con la massima attenzione la valutazione dei dati che emergono. Il nostro auspicio è che presto possano esserci elementi di chiarezza che ci consentano di iniziare ad utilizzare un vaccino che riteniamo importante per la nostra campagna».
«I dati mostrano che vaccinare funziona. Tra i nostri medici, infermieri e personale sanitario, grazie alle vaccinazioni, la mortalità si è ridotta del 95%. Non ci possono essere dubbi o esitazioni: solo vaccinando decine di milioni di italiani riconquisteremo le nostre libertà e sarà possibile una duratura ripresa economica».
«Nel frattempo – ha aggiunto -, in questo periodo di transizione, soprattutto nei prossimi due mesi, dobbiamo muoverci con senso di responsabilità. Le misure adottate stanno funzionando. Mentre in altri paesi europei, penso ad esempio alla Germania, si registra, purtroppo, un nuovo peggioramento della situazione, in Italia per la terza settimana consecutiva scende l’incidenza».
Tuttavia, «dobbiamo continuare ad essere ragionevolmente prudenti» perché «le terapie intensive sono ancora occupate al 41%». «È un dato – commenta Speranza – che dovrebbe far riflettere chi continua a sostenere che stiamo adottando misure troppe severe. Dobbiamo ascoltare e valutare con la massima attenzione il grido di accorato allarme che, ancora una volta, ci viene dai nostri medici. Voglio dirlo con franchezza. Non possiamo continuare a chiamarli eroi e poi fare esattamente il contrario di quello che ci chiedono; costringendoli, in trincea, da soli, a “combattere” negli ospedali, tra difficoltà e sofferenze, con ritmi e carichi di lavoro non più sostenibili».
«Dall’esperienza di questi mesi abbiamo imparato che i tempi delle decisioni nel contrasto al virus sono determinanti. Bisogna essere tempestivi nelle chiusure e non sbagliare tempi e modi delle riaperture per non vanificare rapidamente i sacrifici fatti. Certo, va data risposta alle preoccupazioni degli italiani, alla crescita intollerabile delle nuove povertà, alle difficoltà delle imprese e dei lavoratori. Ma non esistono risposte semplici a problemi complessi con un elevato numero di variabili».
«Abbiamo il dovere di costruire una road map di allentamento graduale e delle restrizioni – ha precisato il Ministro della Salute -, che, voglio ricordarlo, sono sempre state approvate all’unanimità in Consiglio dei Ministri. Vogliamo dare certezze agli italiani e consentire a tutti una stagione nuova, ma in sicurezza, come ha detto il Presidente del Consiglio Mario Draghi, senza mettere a repentaglio la salute e senza compiere scelte azzardate che ci riporterebbero, in tempi brevi, a nuove chiusure».
«Anche a chi fa polemica ogni giorno io continuo a dire che serve unità, unità, unità – ha concluso il Ministro -. Sappiamo che ci sono, finalmente, le condizioni per uscire da questa lunga tempesta, a patto di muoverci, tutti, con un rinnovato spirito di coesione nazionale. Nelle prossime e ancora difficili settimane e nelle sfide di ripartenza che arriveranno, dobbiamo tenere ferma la rotta. Dimostriamo ancora una volta, sul campo, la forza e la serietà del nostro Paese».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato