Finita l’esperienza del governo Conte e del ministro Grillo. Nuovo esecutivo o elezioni anticipate i due scenari possibili: rischiano lo stop anche la riforma del numero chiuso a Medicina e il provvedimento sulla sanità trasparente. Ecco le iniziative di Lungotevere Ripa che si bloccano
La crisi di governo messa in atto dal leader della Lega Matteo Salvini a ridosso di Ferragosto (per trovare un’altra crisi in questo periodo bisogna tornare al primo governo Spadolini che cadde nell’agosto 1982) ha colto impreparato anche il mondo della sanità. La possibile fine anticipata della legislatura potrebbe infatti bloccare numerosi provvedimenti legislativi che medici, operatori sanitari e pazienti attendono da anni.
Dopo le dimissioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (ora in carica per il disbrigo degli affari correnti), il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha avviato le consultazioni per cercare una maggioranza alternativa in Parlamento. Qualora il tentativo non dovesse andare in porto procederà allo scioglimento delle Camere. In caso di elezioni potrebbe essere a rischio la legge di Bilancio che deve essere votata entro il 31 dicembre di ogni anno. Teoricamente si potrebbe votare tra la fine di ottobre e i primi di novembre: i tempi tecnici per la formazione di un nuovo governo ci sarebbero, ma non è detto che si formi una maggioranza chiara e allora i tempi potrebbero dilatarsi. L’esercizio provvisorio o una finanziaria fatta in fretta e furia potrebbero mettere a rischio i 3,5 miliardi aggiuntivi per il 2020-2021 di finanziamento al Sistema Sanitario Nazionale che il ministro Giulia Grillo aveva ottenuto nella legge di bilancio del 2019. Se non viene portato a termine il nuovo Patto per la Salute questi fondi potrebbero saltare.
Oltre però al dato finanziario, sono molte le leggi che giacciono in Parlamento e che potrebbero avere uno stop definitivo in caso di urne: al Senato, dopo il via libera della Commissione Sanità, l’aula si apprestava a discutere l’attesa legge contro la violenza sugli operatori sanitari che prevede, tra le altre cose, la modifica del codice penale in materia di procedibilità con la denuncia d’ufficio anche senza la querela della persona offesa e l’inasprimento delle pene.
Sempre in Commissione Sanità al Senato, dopo un anno di lavoro, era atteso il Ddl Vaccini, con l’introduzione dell’obbligo flessibile e il superamento della legge Lorenzin che, al contrario, potrebbe restare in vigore.
Dopo l’approvazione della Camera, era atteso a Palazzo Madama il provvedimento sulla Sanità Trasparente, voluto con forza dal Movimento Cinque Stelle: una legge che introduce l’obbligo di trasparenza nei rapporti finanziari tra aziende produttrici e operatori sanitari, nello specifico tutte le convenzioni e le erogazioni in denaro, beni, servizi o altre utilità effettuate da un’impresa produttrice in favore di un soggetto che opera nel settore della salute, quando abbiano un valore unitario maggiore di 50 euro o un valore complessivo annuo maggiore di 500 euro, devono essere pubbliche.
Era attesa al vaglio del Senato anche la legge sul riconoscimento della Cefalea primaria cronica come malattia sociale, sul quale aveva lavorato in particolare la deputata della Lega Arianna Lazzarini. Questa legge ha come obiettivo l’inserimento della cefalea primaria cronica tra le malattie sociali, un primo passo per fornire maggiori tutele a chi soffre di questa patologia invalidante.
La fine della legislatura significherebbe lo stop anche per il provvedimento, approvato alla Camera, che introduce disposizioni per favorire la diffusione dei defibrillatori esterni (DAE) nei luoghi pubblici e soprattutto rende più moderna ed efficace la normativa relativa alle procedure di soccorso, rendendo il DAE utilizzabile da tutti i cittadini che si trovano di fronte a una persona colpita da arresto cardiaco e permettendo alla centrale operativa del 118 di conoscere l’esatta collocazione e lo stato di manutenzione dei DAE sul territorio nazionale.
A rischio anche il Ddl sullo stop alle nomine politiche dei manager della Sanità, un provvedimento ‘bandiera’ del Movimento Cinque Stelle e anche l’attesa riforma dell’accesso all’università (così dunque non verrà modificato il numero chiuso a Medicina) e del percorso post laurea dei camici bianchi dopo che sole poche settimane fa il relatore Manuel Tuzi (M5S) aveva depositato il testo da discutere. Proprio Tuzi, in un lungo post su Facebook, ha rivelato che la Lega voleva cancellare il concorso nazionale e la graduatoria nazionale.
Infine stop anche alla legge sull’infermiere di famiglia e alle nuove disposizioni sulle malattie rare e i farmaci orfani.