Sanità 23 Gennaio 2019 16:23

Ddl aggressioni, continuano le audizioni in Senato. Sumai: «Asl denuncino d’ufficio». SIVeMP: «Veterinari operino in equipe»

Si studiano le misure per fronteggiare l’ondata di violenze contro gli operatori sanitari. Il segretario Sumai Antonio Magi: «Il più delle volte infatti, il medico aggredito non denuncia per vergogna, per rassegnazione, ma anche per paura». Il Fimeuc (Emrgenza – Urgenza): «Serve formare personale per gestire situazioni»

Ddl aggressioni, continuano le audizioni in Senato. Sumai: «Asl denuncino d’ufficio». SIVeMP: «Veterinari operino in equipe»

Mentre non si fermano le aggressioni a camici bianchi e operatori sanitari, come avvenuto nelle ore scorse a Gallarate in provincia di Varese, la politica continua a lavorare per arrivare a una legge risolutiva su questo tema. Si parte dal testo del governo, il Ddl 867 recante ‘Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni’, con l’obiettivo di migliorarlo accogliendo le indicazioni dei professionisti della sanità.

Oggi la Commissione presieduta da Pierpaolo Sileri ha ascoltato Antonio Magi, Segretario generale del Sumai Assoprof, Aldo Grasselli e Angela Vacca del SIVeMP, Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica, e Fabiola Fini, Presidente della FIMEUC.

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SUMAI ASSOPROF: SERVE PROCEDIBILITA’ D’UFFICIO DA PARTE DELLE AZIENDE

Secondo Magi la soluzione è quella di «prevedere la procedibilità d’ufficio da parte delle Aziende Sanitarie» anche perché, continua Magi, sarebbe uno «strumento di tutela nei confronti del sanitario che spesso, per paura, non denuncia. Inoltre le Aziende sanitarie dovrebbero costituirsi parte civile nei processi di aggressione con il proprio personale in quanto le aziende sanitarie sono le responsabili della sicurezza dei propri dipendenti».

Anche per Magi è insufficiente quanto previsto dall’articolo 2 del Ddl sulle «circostanze aggravanti per chi commette violenza o minaccia operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni», è insufficiente in quanto non solleva le vittime dall’onere di denunciare i loro aggressori. «Elemento questo – ha aggiunto il segretario degli specialisti ambulatoriali – che può rappresentare un pesantissimo condizionamento psicologico per la paura di subire ritorsioni. Il più delle volte infatti, il medico aggredito non denuncia per vergogna, per rassegnazione, ma anche per paura, se minacciato dagli aggressori».

Magi nel corso dell’audizione ha inoltre ricordato di quali i campanelli d’allarme che un operatore sanitario dovrebbe tener conto per prevenire un atto di violenza; quali i luoghi “preferiti” per le aggressioni ovvero i Pronto Soccorso, gli ambulatori e il 118; la tipologia delle aggressioni e infine anche i costi degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari che si riverberano sulla collettività: oltre 30 milioni solo nel 2017.

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SIVEMP: ATTIVITA’ DEI VETERINARI SIANO SVOLTE IN EQUIPE

Il Segretario nazionale del SIVeMP Aldo Grasselli e la Referente Nazionale Osservatorio Intimidazioni, Angela Vacca, hanno riportato ai senatori le specificità della professione del medico veterinario di sanità pubblica – il cui operato ha ricadute dirette o indirette sugli interessi economici e commerciali degli operatori della filiera agroalimentare e zootecnica – rispetto agli altri professionisti della sanità, che erogano assistenza ai pazienti.

Per contrastare il fenomeno delle intimidazioni e delle aggressioni ai Veterinari pubblici il disegno di legge 867, il SIVeMP chiede che le attività istituzionali dei veterinari pubblici presso le aziende zootecniche e alimentari siano svolte in equipe, soprattutto nei territori a rischio. Nei casi in cui l’ASL ometta di garantire tale organizzazione degli interventi nelle zone a rischio si dovrebbe configurare una responsabilità oggettiva del datore di lavoro.

«Solo con questa misura si può scongiurare il tentativo, sempre più rilevante in certi territori, di rifiutare i controlli sanitari, delegittimare l’azione di sanità pubblica sino a procurare danni e lesioni fisiche e psicologiche al personale che opera per conto dell’Autorità sanitaria competente. Riteniamo che questo sia un intervento con carattere d’urgenza da far adottare dai livelli regionali e aziendali, ai fini della salvaguardia e dell’incolumità dei veterinari», ha detto Angela Vacca.

Il SIVeMP ritiene necessario prevedere la presenza di una rappresentanza sindacale dei veterinari nell’Osservatorio e utile l’inserimento della circostanza aggravante per chi commette violenza o minaccia gli operatori sanitari.

FIMEUC: AGGIORNARE RACCOMANDAZIONI MINISTERIALI SU SICUREZZA

Fabiola Fini, Presidente della FIMEUC – Federazione Italiana Medicina di Emergenza-Urgenza e delle Catastrofi, condivide i contenuti   dell’articolo 1 del DdL 867, che istituisce l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e le funzioni ad esso attribuite.

Insufficiente invece l’aggravante prevista dall’articolo 2. Per FIMEUC è necessaria partire dalla «revisione e dall’aggiornamento delle raccomandazioni ministeriali sulla sicurezza degli operatori sanitari e dei pazienti. Dall’emanazione di disposizioni sulle buone pratiche per i Direttori Generali delle aziende e degli enti del SSN. Dalla predisposizione di corsi di formazione per gli operatori sulla gestione degli episodi di violenza, per identificare precocemente i segni del rischio di violenza e disinnescare un’escalation di violenza. Dal lancio di una campagna di sensibilizzazione sui media sul tema della violenza contro i medici e i sanitari». E poi ancora «maggiori poteri per le guardie giurate con funzioni di fermo, disarmo ed identificazione in H 24 all’interno dei Pronto Soccorso e nell’assistenza agli equipaggi di emergenza sanitaria per-ospedaliera in caso di necessità e nelle sedi di Continuità Assistenziale. L’istituzione del drappello di polizia nei grandi ospedali o in quelli localizzati in territorio a rischio. L’obbligo da parte della azienda sanitaria, unica responsabile della sicurezza del proprio personale, di costituirsi parte civile nei processi di aggressione agli operatori. Risorse per l’impiego di tecnologie e la ristrutturazione nei luoghi di lavoro finalizzati alla sicurezza (telecamere, vie di fuga, porte e saracinesche blindate, confort per utenza e visitatori, etc.). Fondi destinate al rinnovo degli accordi lavoro, ai contratti e convenzioni, alle assunzioni del personale sanitario per garantire la copertura e qualità dei servizi del SSN. Programmazione adeguata per le immatricolazioni alla facoltà di Medicina e Chirurgia e per le borse di Studio per le Specializzazioni in particolare per la specializzazione in Emergenza-Urgenza».

 

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