Caustico il leader della Lega. Più dialogante Massimo Garavaglia, in passato coordinatore del Comitato di Settore Salute della Conferenza delle Regioni oltre che viceministro al MEF: «Speranza persona valida, ma sono le politiche sulla sanità a preoccuparci…». Parla anche la senatrice Fregolent
Scetticismo e preoccupazione è quello che si legge nelle parole dei senatori della Lega quando si parla del cambio di vertice al Ministero della Salute. Con l’allontanamento dell’ormai ex ministro del M5S, Giulia Grillo, il ministero di Lungotevere Ripa è ora in quota Liberi e Uguali con il neo ministro Roberto Speranza.
Se le battute sul neoministro si sprecano: da ‘fede, Speranza e carità’ a ‘Speriamo bene’, il leader della Lega, Matteo Salvini è caustico nel giudizio: «Il cognome depone a suo favore, le competenze no», ha dichiarato prima di raggiungere il Senato per seguire il dibattito in Aula in occasione della fiducia.
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Meno radicale il deputato Massimo Garavaglia, in passato coordinatore del Comitato di Settore Salute della Conferenza delle Regioni oltre che viceministro al MEF: «È una persona valida tecnicamente, bisogna però capire quale sarà la politica di questo nuovo governo». Poi rivendica il lavoro svolto dal governo gialloverde: «Innanzitutto noi abbiamo lasciato 2 miliardi di incremento del Fondo sanitario nazionale, verranno confermati tutti? Ce lo auguriamo. Dal momento in cui il governo è alla ricerca di 40 miliardi, questi 2 miliardi erano tra i primi a rischio». Mentre non nasconde la preoccupazione per la riforma sul regionalismo differenziato: «Sarebbe un errore, – continua Garavaglia ai microfoni di Sanità Informazione – perché è la vera sfida per migliorare le performance delle Regioni. C’è una certa retorica che pensa che questo sia contro il Sud, ma è esattamente l’opposto. È il modo per liberare le energie dei territori».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il senatore Gianfranco Rufa, componente della Commissione Igiene e Sanità, anche relatore del ddl Antiviolenza. Una norma molto attesa tra gli operatori sanitari, come ricorda lo stesso Rufa: «Ultimamente abbiamo avuto un altro caso (ndr. di aggressione) a Napoli. Questa è una conferma del lavoro che è stato fatto, che il disegno di legge è una necessità. Spero che non venga rimosso, – continua il senatore leghista – che non venga modificato. Se vogliono cambiargli nome non è un problema, l’importante è che venga applicato il prima possibile».
«Noi speriamo che il lavoro fatto finora non venga buttato», rimarca la leghista Sonia Fregolent. «In questi mesi credo che in Commissione abbiamo lavorato con responsabilità e consapevolezza. Speriamo che quanto fatto venga salvato nell’interesse dei cittadini». Ed è la riforma della Legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale, il tema che più sta a cuore alla senatrice: «Per noi è prioritario che i bambini vadano a scuola, anche perché è paradossale che fino ai sei anni non possono andare a scuola se non sono vaccinati, dai sei anni invece pagando solo una sanzione amministrativa possono andare. Allora mi chiedo, a questo punto i bambini immunodepressi non ci sono più?». Infine, il giudizio sulla nuova formazione giallorossa: «Questo è un governo che nasce all’interno dei Palazzi, è un governo che non rispetta la volontà dei cittadini e quindi il nostro giudizio non può essere che negativo».