Mantenere costante, dopo il 2022, il livello della spesa sanitaria in rapporto al Pil. La richiesta arriva dalla commissione Affari sociali nel parere sul DEF. L’esame del documento, che definisce la politica economica italiani per i prossimi anni, sta entrando nel vivo. Sul fronte della sanità, non è passato inosservato il dato che vede un calo della spesa sanitaria rispetto al PIL, tornando a una percentuale inferiore a quella pre-Covid, fatto che ha generato polemiche tra le forze politiche.
Nel dettaglio, il documento indica che nel triennio 2023-2025 la spesa sanitaria è prevista decrescere a un tasso medio annuo dello 0,6 per cento, determinando un’incidenza di tale spesa sul PIL a un livello decisamente inferiore a quello attuale, pari al 7 per cento.
Nel parere, che vede come relatore il dem Vito De Filippo, si sottolineano alcune mancanze del DEF, come l’assenza di un riferimento al rinnovo dei contratti del personale sanitario non dirigenziale «necessità che invece, dopo gli anni della pandemia, appare assolutamente urgente».
Tra le osservazioni, quella di garantire la continuità nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e superare le disparità territoriali nell’erogazione dei servizi. Tra le richieste dei deputati quella di individuare come obbligatori, anziché raccomandati, i Servizi per la salute mentale, le dipendenze patologiche e la neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza e di adottare interventi di sostegno alle famiglie, in particolare quelle numerose e che si trovano già in una situazione di difficoltà economica.
Le osservazioni della Commissione Affari sociali
Questo il quadro completo delle osservazioni dei deputati della Commissione Affari sociali:
- proseguire, compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica indicati dal DEF 2022, nell’azione di incremento delle risorse finanziarie e professionali disponibili per il potenziamento del sistema sanitario nazionale, ivi incluse la domiciliarità e la medicina territoriale, per il rafforzamento della governance dei distretti socio-sanitari, e per il finanziamento dei cicli di specializzazione;
- fare il possibile per mantenere costante, negli anni successivi al 2022, il livello della spesa sanitaria in rapporto al Pil, tendo conto anche delle attuali dinamiche inflazionistiche che incidono sul costo di beni e servizi;
- assicurare l’organizzazione di una nuova rete territoriale di assistenza che comporti un ripensamento di tutta l’offerta sanitaria e socio-sanitaria, ponendo il paziente al centro, facilitando allo stesso l’accesso ai servizi sanitari territoriali e l’iter assistenziale complessivo, mettendo in relazione professionisti, strutture e servizi che erogano interventi sanitari e socio-sanitari di tipologia e livelli diversi, attraverso modelli organizzativi integrati;
- prevedere, nell’ambito della riforma della medicina territoriale avviata mediante la prossima adozione del cosiddetto «DM 71», con specifico riferimento alle case di comunità ovvero ai consultori familiari, ad individuare come obbligatori, anziché raccomandati, i Servizi per la salute mentale, le dipendenze patologiche e la neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza, assicurando ai predetti servizi risorse strumentali e di organico idonee anche per l’assistenza psicologica di base;
- tenere conto, nello stanziamento delle risorse, della necessità di rinnovare i contratti del personale sanitario non dirigenziale;
- al fine di rafforzare l’assistenza sanitaria territoriale, migliorare la continuità nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e superare le disparità territoriali nell’erogazione dei servizi, soprattutto in termini di prevenzione e assistenza sul territorio, tempi di attesa e grado di integrazione tra servizi ospedalieri, servizi territoriali e sociali, favorire procedure concorsuali straordinarie finalizzate ad inquadrare nel ruolo della dirigenza medica i medici convenzionati dell’emergenza territoriale che già operino nell’ambito del Servizio sanitario di urgenza ed emergenza medica e che abbiano maturato, anche in forma non continuativa, un numero congruo di anni di anzianità di servizio;
- prevedere di raggiungere gli obiettivi nella realizzazione di un’integrazione tra le politiche sanitarie, socio-sanitarie e sociali, volta a favorire un’effettiva integrazione dei servizi offerti e un maggior sostegno alla domiciliarità dei pazienti cronici, fragili e non autosufficienti, anche attraverso il ricorso a strumenti innovativi quale il budget di salute;
- prevedere finanziamenti aggiuntivi da destinare al Fondo per la non autosufficienza;
- adottare interventi di sostegno alle famiglie, in particolare quelle numerose e che si trovano già in una situazione di difficoltà economica, che consentano di ridurre i disagi derivanti dal forte aumento dei costi energetici in atto.
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