Il medico dell’emergenza-urgenza dell’Alta Irpinia Sergio Sorrentino corre in Campania per la lista di Fratelli d’Italia. Chiede più meritocrazia nella scelta dei dirigenti sanitari: «Abbiamo derubricato la questione per troppo tempo consentendo alla politica di scegliere dei manager funzionali alle esigenze di partito»
«Nel nostro mondo abbiamo una carenza cronica di medici: io faccio il medico da 31 anni, ho 56 anni. Ed è incredibile che sia tra i più giovani in servizio. Se eletto mi batterò per una seria politica di assunzioni». A parlare è Sergio Sorrentino, medico dell’Emergenza -Urgenza di Nusco, in Irpinia. È uno dei tanti camici bianchi che tenta la scalata al Consiglio regionale della Campania: è nella lista di Fratelli d’Italia nel collegio di Avellino e sostiene la corsa alla presidenza di Stefano Caldoro.
A Sanità Informazione Sorrentino racconta i motivi che l’hanno spinto a ‘scendere in campo’: «Non sono un politico di professione – sottolinea – ma ho risposto positivamente alla chiamata perché voglio fare qualcosa per la mia terra e per i tanti giovani che sono costretti a lasciare l’Irpinia».
Al centro del suo programma non può che esserci la sanità, osservata da un punto di vista particolare, quella di un medico abituato anche ad entrare “nelle case della gente”: «Mi sono candidato per mettere la sanità al centro delle politiche regionali – spiega Sorrentino – perché soprattutto nella mia regione le politiche sanitarie sono state del tutto abbandonate. Insistendo sulla logica del risparmio economico la qualità è assolutamente venuta meno. Tra i miei obiettivi c’è quello di favorire investimenti e assunzioni. Poi voglio tutelare le fasce più giovani della popolazione: la Campania è una regione abbastanza giovane rispetto ad altre regioni d’Italia, dobbiamo tutelare la natalità e le esigenze dei bambini che spesso vengono del tutto disattese. Non c’è una politica per la natalità e per il sostegno alle famiglie, una politica sanitaria volta a una prevenzione certa e concreta nello sviluppo dei bambini. Nel mio ruolo di medico posso dare un contributo».
Al centro del suo pensiero anche la situazione dell’emergenza-urgenza regionale: il settore attende una riforma da anni ma al momento tante sono le cose da sistemare.
«Penso alla rete territoriale, al 118, alla rete ospedaliera: abbiamo una criticità enorme – spiega Sorrentino -. Faccio un appello ai colleghi medici: abbiamo derubricato la questione consentendo alla politica di scegliere dei manager funzionali alle esigenze di partito e non con la meritocrazia che servirebbe. I medici devono riprendere un ruolo fondamentale nella gestione della sanità altrimenti è la fine. Dirigo il 118 nell’Alta Irpinia, zona interna, abbiamo gravi carenze, convenzioni scadute da tempo. Ci sono giovani infermieri che dopo una formazione durissima si vedono costretti a lavorare con agenzie interinali, partite IVA. Autisti soccorritori che vengono sfruttati. Servono risorse adeguate perché è un servizio indispensabile per la popolazione che si è distinto anche nell’emergenza Covid. Non si può essere eroi per tre mesi e poi essere dimenticati. Io ci metto la faccia e l’impegno per far sì che ci sia un cambiamento».
Il camice bianco irpino sottolinea come essere un medico possa rappresentare una esperienza importante per svolgere attività politica: «Posso portare un valore aggiunto perché conosco da vicino il disagio delle persone. Noi medici conosciamo le difficoltà della popolazione non solo da un punto di vista sanitario ma anche economico-sociale. Porto la mia attenzione e sensibilità dopo anni in cui sono stato in prima linea, entrando anche nelle case delle persone. L’esperienza di un medico può dare un contributo fondamentale alla crescita collettiva».
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