Politica 10 Febbraio 2023 10:59

Elezioni Lazio, sfida a tre tra Bianchi, D’Amato e Rocca. Al centro la sanità con liste d’attesa e personale

Domenica 12 e lunedì 13 anche i cittadini del Lazio saranno chiamati a scegliere il nuovo presidente della Regione. Sanità tema cruciale, a partire dalle risorse del PNRR e dalla riforma dell’assistenza territoriale

di Giovanni Cedrone e Cesare Buquicchio
Elezioni Lazio, sfida a tre tra Bianchi, D’Amato e Rocca. Al centro la sanità con liste d’attesa e personale

Ancora pochi giorni e i cittadini del Lazio sapranno chi sarà il nuovo presidente della Regione: la sfida per le elezioni del 12 e 13 febbraio è a tre tra l’assessore alla sanità uscente Alessio D’Amato, appoggiato da Pd e Terzo Polo, lo sfidante del centrodestra Francesco Rocca, già presidente della Croce Rossa Italiana, e la giornalista di Linea Blu Donatella Bianchi, candidata per il MoVimento 5 stelle. È chiaro che è la sanità il principale banco di prova per i tre sfidanti, assorbendo oltre il 70% del bilancio regionale. Chi vincerà dovrà portare a termine la riforma dell’assistenza territoriale e dovrà impiegare gli oltre 700 milioni di euro destinati al Lazio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Se D’amato rivendica la gestione dell’emergenza Covid come un modello, di diverso avviso sono Francesco Rocca e Donatella Bianchi.

Liste d’attesa, le ricette in campo

Tra i temi sul tavolo quello delle liste di attesa, con i candidati che hanno stilato le loro ricette per ridurre i tempi delle prestazioni cresciuti ancora di più con l’emergenza Covid. Rocca ha contestato a D’Amato la mancata digitalizzazione: «Nel 2023 i nostri ospedali cercano ancora con i fax i posti letto per i pazienti in barella» e punta alla creazione di un “cruscotto digitale” che consenta il monitoraggio di tutti posti letto disponibili sul territorio, pubblici e privati accreditati. Per D’amato, invece, la sfida si vince in tre mosse: riforma della sanità territoriale, diagnosi di primo livello in farmacia o dai medici di famiglia e rinnovo del parco tecnologico per la diagnostica. Per Donatella Bianchi vanno potenziati i presidi sanitari e i servizi diagnostici di prossimità «per decongestionare le grandi strutture e propone che le strutture sanitarie pubbliche restino aperte anche nei giorni festivi e nei serali per smaltire le prestazioni.

Carenza di personale, le proposte

La sfida sulle liste di attesa non si potrà vincere senza personale e la carenza di professionisti è un problema che colpisce la sanità laziale come quella di altre regioni. Se D’Amato chiede da tempo l’abolizione del tetto di spesa sul personale fermo al 2004, per Rocca il vero rischio è che le Case e gli Ospedali di Comunità non riescano ad aprire data la mancanza di personale e propone di puntare su «telemedicina, medici di medicina generale e ambulatori di quartiere» ma, sottolinea, «scontiamo dieci anni di mancanza di programmazione di medio e di lungo termine».  Donatella Bianchi rilancia, invece, il potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata e propone un piano straordinario di assunzione del personale delle strutture ospedaliere pubbliche e dei medici nei Pronto Soccorso con incentivi economici, di residenzialità e per l’esposizione della responsabilità legale.

Aggressioni al personale sanitario

Condanna unanime da parte dei tre candidati delle aggressioni al personale sanitario, fenomeno ricorrente soprattutto nei Pronto soccorso della Capitale. D’Amato chiede che i presidi delle forze dell’ordine siano ripristinati h24 e non solo fino alle 20 come proposto dal Viminale. Per Rocca e Bianchi cruciale ridurre il sovraffollamento e mettere gli operatori nelle condizioni di lavorare al meglio. Ma, ricorda l’ex presidente della Croce Rossa, è soprattutto una questione culturale.

Le altre proposte

Per Donatella Bianchi è cruciale la riperimetrazione territoriale delle Aziende sanitarie locali per renderle più rispondenti alle esigenze dei cittadini e la sperimentazione di percorsi assunzionali pubblici di giovani medici e di formazione attraverso le scuole di specializzazione clinica universitaria. D’Amato chiede invece l’aumento del Fondo sanitario nazionale o, in alternativa, il ricorso ai soldi del MES soprattutto per finanziare la riforma dell’assistenza territoriale. Rocca, invece, propone che la regione intervenga per formare Operatori Socio Sanitari Specializzati attraverso il sistema di formazione-lavoro della Regione per ‘alleggerire’ il lavoro infermieristico.

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