Il ministro Speranza: «Siamo pronti a fare ogni sforzo per sostenere i Paesi più fragili. Nessuno può pensare di salvarsi da solo. Dalla crisi si esce solo insieme»
«La pandemia ha dimostrato come le politiche per la salute siano sempre più una grande questione internazionale. La campagna di vaccinazione è la sfida più importante di questi mesi. I Paesi del G7 sono impegnati a fare ogni sforzo per sostenere i Paesi più fragili. Nessuno può pensare di salvarsi da solo. Dalla crisi si esce solo insieme». Il ministro della Salute, Roberto Speranza, parla dal Regno Unito dove si trova per partecipare al G7 dei ministri della Salute. A Oxford per la precisione, dove è stato sviluppato il vaccino AstraZeneca.
Il messaggio del vertice è stato unanime: non ci sarà sicurezza finché tutti i Paesi non saranno fuori dall’emergenza Covid. A questa certezza è seguita la richiesta di concentrarsi sul programma Covax, per condividere con i Paesi più poveri dosi di vaccino: se oltre il 40% delle popolazioni occidentali è ormai stato vaccinato, i paesi in via di sviluppo sono fermi al 10%.
Speranza ha auspicato inoltre un’accelerazione della diffusione del Green pass europeo, che partirà il 1 luglio, e la possibilità di estendere il certificato anche oltre l’Europa. Un passaporto globale per i vaccinati da tutti gli stati, un’idea condivisa da tutti i leader. Alla conclusione della duegiorni si è deciso di lavorare insieme per sviluppare standard internazionali e pratiche raccomandate «per la creazione, l’uso e il riconoscimento reciproco di test e certificati di vaccinazione in tutti i Paesi che si affidano a vaccini sicuri, efficaci e rigorosamente rivisti».
I ministri della salute di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti hanno anche concordato un nuovo accordo che si spera porterà a test e dati standardizzati da studi internazionali, nel tentativo di accelerare l’accesso ai trattamenti approvati e ai vaccini, nonché standard minimi concordati di dati sanitari che possono essere condivisi a livello internazionale.
«Gli accordi storici che abbiamo raggiunto a Oxford mostrano il nostro impegno, non solo per superare la crisi di Covid-19, ma anche per assicurarci di essere preparati meglio per affrontare le minacce future», ha concluso Hancock.
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