In pole la proposta, sostenuta dalla Presidente del Senato Casellati e da tutti i partiti, che istituisce la giornata il 20 febbraio, giorno in cui è stato scoperto il paziente 1. Alla Camera il forzista Mulè propone la possibilità per i lavoratori di delegare i datori di lavoro ad effettuare una trattenuta per sostenere la ricerca scientifica
Una Giornata nazionale per celebrare i camici bianchi, gli “eroi” dell’emergenza Covid-19. Il Parlamento si mobilita per approvare il prima possibile un Disegno di legge che istituisca una solenne ricorrenza per celebrare il sacrificio di tanti medici, infermieri e operatori sanitari che si sono presi cura dei malati di Covid-19 durante questa difficile emergenza. Tutti sono d’accordo sullo scopo, ma per il momento le date indicate dai sette disegni di legge in campo sono diverse.
L’idea era stata lanciata dal regista Ferzan Ozpetek e si è trasformata in una petizione al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella firmata, tra gli altri, anche da Andrea Bocelli, Carlo Verdone, Caterina Caselli e Alessandro Cattelan e a cui ha aderito anche la SIAE presieduta da Giulio Mogol.
I partiti si sono mossi e al Senato al momento giacciono tre disegni di legge in materia. L’esame è affidato alla Commissione Affari Costituzionali e il relatore sarà il leghista Stefano Borghesi.
La proposta più forte è quella sponsorizzata dalla Presidente di Palazzo Madama Maria Elisabetta Alberti Casellati e vede tra i firmatari i capogruppo di tutti i partiti: Luca Ciriani per Fratelli d’Italia, Anna Maria Bernini per Forza Italia, Andrea Marcucci per il Partito Democratico, Davide Faraone per Italia Viva, Massimiliano Romeo per la Lega, Gianluca Perilli per il Movimento Cinque Stelle, Loredana De Petris per il Gruppo Misto e Julia Unterberger per le Autonomie.
La data prescelta è quella del 20 febbraio, giorno in cui è stato individuato, all’Ospedale di Codogno, il primo caso di contagio da coronavirus, il ‘paziente uno‘.
«È necessario che l’Italia possa dire il suo “grazie” attraverso l’istituzione di una Giornata dedicata a loro, ai camici bianchi, fedeli angeli custodi di tutti i malati. In tanti, non solo nel mondo delle istituzioni, si sono attivati per potere onorare ogni anno il loro lavoro, il loro impegno e il loro sacrificio. Tale iniziativa vuole essere un’occasione per manifestare la riconoscenza di un intero popolo» si legge all’articolo 1 della proposta.
Nel testo la Giornata è considerata solennità civile, ma «non comporta riduzione dell’orario di lavoro negli uffici pubblici né dell’orario scolastico».
Stessa data, il 20 febbraio, per la proposta di legge di Urania Giulia Rosina Papatheu e firmata da tutto il gruppo di Forza Italia. La Giornata qui è denominata «Giorno del personale sanitario medico e infermieristico» e prevede che le pubbliche amministrazioni, e in particolare le scuole di ogni ordine e grado, organizzino «cerimonie, iniziative, incontri e momenti di narrazione dei fatti occorsi e di riflessione sull’importanza della medicina, delle buone pratiche sanitarie, della ricerca medica e del ruolo del medico e dell’infermiere, quali operatori sanitari, affinché non si dimentichi un tragico momento che ha influito in tutto il mondo sulla vita quotidiana delle persone e tale ricordo possa diventare, specialmente per i giovani, un momento educativo e formativo».
Denominazione ancora diversa nella proposta di legge a prima firma Stefano Collina, Presidente della Commissione Sanità e firmata da molti esponenti del Partito Democratico, che parla di «Giornata nazionale dei professionisti e degli operatori sanitari, sociosanitari e socioassistenziali». Diversa anche la data, quella dell’11 marzo, giorno della morte di Roberto Stella, Presidente dell’Ordine dei Medici di Varese e primo medico italiano deceduto a causa del Covid-19. L’11 marzo, per altro, è il giorno in cui l’OMS ha proclamato la pandemia da Sars-Cov-2. «I morti non fanno rumore, non fanno più rumore del crescere dell’erba» è la citazione di Ungaretti scelta da Collina per presentare la proposta.
LE PROPOSTE ALL’ESAME DELLA CAMERA
Contemporaneamente al Senato, anche la Camera avvia l’iter per l’istituzione della Giornata nazionale. Qui però, a differenza del Senato, nella maggior parte delle proposte si parla di istituire una Giornata in memoria di tutte le vittime da Covid-19 e non solo dei camici bianchi.
Spicca tra queste la proposta del forzista Giorgio Mulè denominata “Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus e disposizioni per il sostegno della ricerca scientifica”. Anche Mulè sceglie il 20 febbraio per la celebrazione e stabilisce, per quella data, di «osservare in tutti i luoghi pubblici e privati un minuto di silenzio al fine di onorare le vittime dell’epidemia di Covid-19». La novità di questa proposta è la possibilità per i dipendenti pubblici di «delegare l’amministrazione di appartenenza ad effettuare una trattenuta dell’importo corrispondente alla retribuzione loro spettante per una o più ore di lavoro in favore del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica», facoltà riconosciuta anche ai dipendenti del settore privato. Inoltre dispone che la RAI assicuri in quel giorno «adeguati spazi nella programmazione televisiva pubblica nazionale e regionale nella Giornata nazionale, al fine di conservare e di rinnovare la memoria delle vittime dell’epidemia di Covid-19».
La proposta della Lega, a prima firma Elena Murelli, punta a istituire una Giornata nazionale per il 18 marzo, giorno in cui la lunga fila di camion da Bergamo accompagnava i feretri dei defunti «in un ultimo e solitario viaggio». Una immagine simbolo di questa emergenza.
Lo stesso giorno è indicato nella proposta del Partito democratico a prima firma Maurizio Martina: «L’istituenda Giornata nazionale – si legge – deve diventare l’occasione per ricordare chi è deceduto mentre era in servizio per salvare altre vite e chi ha perso la propria vita in un ospedale, in una casa di riposo o nella propria abitazione senza poter ricevere il conforto dei propri affetti».
Come al Senato, la proposta a prima firma Stefania Mammì (e sottoscritta dal M5S) punta invece a istituire una Giornata in memoria dei professionisti e degli operatori sanitari e sociosanitari vittime dell’epidemia di coronavirus, «un doveroso tributo di riconoscenza verso l’alto senso del dovere e lo spirito di abnegazione testimoniato dal loro sacrificio, offerto con grande coraggio». In questo caso la data scelta è quella del 31 marzo, giorno in cui, su iniziativa dell’Associazione nazionale dei comuni italiani, è stato dedicato un minuto di silenzio per commemorare le vittime del coronavirus e per ringraziare i professionisti sanitari e sociosanitari impegnati nella difesa delle vite umane in questa emergenza.