Il presidente incaricato Mario Draghi non ha ancora sciolto la riserva ma già circolano i primi nomi per Lungotevere Ripa. Oltre al ministro uscente, in corsa anche Brusaferro, Locatelli e Rezza. Tra i virologi si parla di Ilaria Capua e Andrea Crisanti
L’avvio delle consultazioni con i partiti da parte del presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi segnala che le trattative per la nascita del nuovo governo sono entrate nella fase clou. Le possibilità che il tentativo dell’ex governatore della BCE vada in porto sono alte anche se ancora non è chiaro quale sarà la maggioranza che lo sosterrà e quale formula intende adottare, cioè se un governo composto da politici, da tecnici o da entrambi.
Sembra certo il sostegno di Partito Democratico, Italia Viva e Forza Italia, mentre resta l’incertezza su Lega e Movimento Cinque Stelle. I pentastellati sono divisi al loro interno: se all’inizio era stato lo stesso capo politico Vito Crimi a sottolineare che non ci sarebbe stato sostegno a Draghi, ora la posizione sembra cambiare e sono arrivate importanti aperture da Luigi di Maio. Anche Beppe Grillo sembra aver cambiato idea, a patto però che si faccia un governo politico.
Difficoltà analoghe sembra registrare la Lega: Matteo Salvini è pronto ad andare a vedere la proposta di Draghi ma ha già posto numerose condizioni, a partire dalla discontinuità nella squadra di governo con il precedente esecutivo. Ma l’ala nordista e quella vicina al vicesegretario Giancarlo Giorgetti spingono per appoggiare l’ex governatore della Banca d’Italia. Quasi certo il no di Fratelli d’Italia, mentre resta possibilista Leu.
La composizione della maggioranza e la scelta della formula politica avranno un grande peso nella composizione della compagine governativa: come spesso accade in questi casi “chi entra Papa in Conclave ne esce cardinale”. Fa scuola in questo senso il caso di Giulia Grillo: sembrava certa la sua riconferma a Lungotevere Ripa, ma alla fine il ministero fu assegnato a Leu e andò all’attuale inquilino Roberto Speranza.
Sono almeno nove le personalità che possono ambire a diventare Ministri della Salute.
In pole c’è Roberto Speranza che punta a succedere a se stesso. A premere per la sua riconferma sarebbe il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, convinto della necessità di avere continuità nella lotta al Covid-19. Speranza inoltre ha avuto sempre un profilo istituzionale: poco incline alle polemiche, il suo stile è stato spesso apprezzato anche dalle opposizioni. La sua permanenza dipenderà però sia dalla scelta di Leu che dalla formula politica che sceglierà Draghi.
In caso di governo tecnico, tra i favoriti risulterebbe il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro. Nominato all’ISS dall’ex Ministro Giulia Grillo in sostituzione di Walter Ricciardi, è stato uno dei protagonisti di questi mesi di pandemia non facendo mancare il suo supporto. Le sue quotazioni starebbero crescendo anche perché garantirebbe continuità con l’uscente Speranza e allo stesso tempo potrebbe intercettare il gradimento del M5S.
Tra i candidati c’è anche Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità ed ematologo di fama mondiale, che però nelle ultime ore si è speso per chiedere la riconferma di Speranza e dare continuità alla sua azione. Potrebbe essere anche una mossa tattica, ma in realtà fonti qualificate spiegano che vorrebbe tornare ad occuparsi dei suoi pazienti al Bambino Gesù che in questi mesi di pandemia ha, giocoforza, trascurato.
Altra soluzione interna potrebbe essere quella di Gianni Rezza: a lungo Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate dell’ISS e da maggio Direttore Generale della Prevenzione presso il Ministero della Salute. Anche lui garantirebbe quella continuità che il Presidente Mattarella ritiene imprescindibile e dunque potrebbe essere una soluzione spendibile qualora si dovesse intraprendere la strada del governo non politico.
Altro nome entrato nel totoministri è quello di Walter Ricciardi, già Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e con lo scoppio della pandemia consulente del Ministro Speranza. Il suo nome torna sempre di attualità quando si profila un governo tecnico: si parlava di lui anche nel giugno 2018 nel tentativo (durato pochi giorni) dell’economista Carlo Cottarelli. Non pare però essere tra i favoriti.
C’è poi il capitolo dei virologi. Tra i papabili c’è Ilaria Capua, ricercatrice attualmente in Florida, in passato parlamentare per Scelta Civica e da mesi protagonista del talk show di Giovanni Floris “Di Martedì”. Sull’ipotesi Capua sono già piovute le critiche di Massimo Galli, infettivologo del Sacco di Milano. Sullo sfondo c’è anche Andrea Crisanti, virologo romano ideatore del modello di Vo’ Euganeo, che ha già affermato che rifletterebbe in caso gli arrivasse una proposta. Più difficile che la scelta possa cadere su Giorgio Palù, già Presidente della Società Europea di Virologia e ora Presidente di Aifa, protagonista in questi giorni delle scelte sugli anticorpi monoclonali.
In ultimo, non si può escludere che qualora il M5S sostenesse a pieno titolo il governo Draghi, non sia l’attuale viceministro Pierpaolo Sileri, chirurgo e senatore, a spuntarla per Lungotevere Ripa. L’ipotesi sembra remota ma in politica mai dire mai.
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