Sanzioni da 500 a 5mila euro e dai 4 ai 16 anni di reclusione per chi aggredisce gli operatori della sanità. Le reazioni
È stato votato all’unanimità dall’Assemblea di Palazzo Madama il Disegno di legge sulla sicurezza degli operatori sanitari (Ddl Aggressioni), approvato quindi in via definitiva. Dopo il via libera ottenuto in Commissione Igiene e Sanità e la relazione di questa mattina della senatrice Paola Boldrini, relatrice del testo, il ddl 867 recante disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni diventa quindi legge dello Stato.
Un provvedimento atteso da tempo dal mondo della sanità, troppo spesso vittima di aggressioni fisiche e verbali da parte di pazienti o familiari di malati delusi o arrabbiati. Ora, le violenze contro gli operatori sanitari potranno essere punite con sanzioni da 500 a 5 mila euro e con la reclusione da 4 a 10 anni (per lesioni gravi) e da 8 a 16 anni (per lesioni gravissime).
Vengono inoltre previsti protocolli operativi con le forze di polizia per garantire interventi tempestivi e l’istituzione di un “Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie” presso il Ministero della Salute, che dovrà monitorare gli episodi di violenza e gli “eventi sentinella” che potrebbero dar luogo a violenze o minacce. Entro il 31 marzo di ogni anno, il Ministro della Salute dovrà trasmettere al Parlamento una relazione sull’attività svolta dall’Osservatorio.
Tra le altre novità, l’istituzione di una “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari”, con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica verso una cultura di condanna verso ogni forma di violenza.
«Da oggi c’è una legge che difende con più forza da ogni forma di aggressione i professionisti sanitari e il loro lavoro. L’approvazione definitiva del disegno di legge sulla sicurezza dei medici, infermieri e di tutti gli operatori sanitari rappresenta un importante traguardo, che ha unito Governo, Parlamento e mondo della sanità. Gli episodi di violenza e le aggressioni a chi lavora negli ospedali e negli studi sono inaccettabili. Ci prendiamo cura di chi si prende cura di noi». Così, su Facebook, il ministro della Salute Roberto Speranza.
IL VICEMINISTRO SILERI: «PRIMO ATTO PER SALVAGUARDIA OPERATORI»
«Il disegno di legge approvato oggi in Senato è frutto della volontà di governo di contrastare e prevenire violenze e aggressioni nei confronti dei professionisti sanitari. E questo è un gesto concreto, di cui tutto il Parlamento sarà orgoglioso, quanto meno come primo atto di un percorso di salvaguardia per questi professionisti». Lo sottolinea in una nota il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri.
«La violenza contro medici, infermieri ed operatori sanitari è frequente, aumenta sempre di più, i casi sono sicuramente sottostimati: 4 o 5 violenze al giorno sono quelle stimate ma si ipotizza che siano molte di più. Ogni giorno ogni professionista sanitario subisce un’aggressione, e diverse volte la violenza è stata più grave, portando alla morte. Sono grato al Parlamento e al Senato nello specifico perché avete compreso profondamente la questione in gioco: gli infermieri, i medici, gli operatori sanitari ci aiutano nel momento del bisogno e adesso iniziamo a rispettare chi ci aiuta. Coltiviamo una cultura del rispetto: il personale sanitario e i pazienti sono sempre dalla stessa parte».
La Federazione degli Ordini dei Medici esprime «soddisfazione» per l’approvazione del Ddl. «Dedichiamo questo risultato a Paola Labriola e a tutte le colleghe e i colleghi vittime di violenza», commentato in una nota il presidente Filippo Anelli. «L’approvazione all’unanimità è un segnale importante, sintomo dell’inizio di quella rivoluzione culturale da noi auspicata e sostenuta, che ha portato a prendere coscienza del problema».
«Nel complesso – continua – una buona legge, che costituisce un primo passo importante nella lotta contro questo problema che affligge la nostra sanità. Ora occorre portare a compimento quella rivoluzione culturale che deve vedere, da una parte, la sicurezza dei professionisti sanitari come un diritto dei lavoratori, e non come una concessione, presupposto ineludibile del diritto dei cittadini alla sicurezza delle cure. E, dall’altra parte, deve riconoscere, nel medico, l’alleato del cittadino per la sua Salute, e non il terminale su cui sfogare la frustrazione per le lacune e le inefficienze dei sistemi sanitari».
«Il via libera definitivo del Parlamento alla legge contro la violenza sugli operatori sanitari rappresenta un doppio segnale di civiltà: il primo verso i cittadini che sanno di poter contare su professionisti concentrati sui loro problemi e non sulla difesa da attacchi che non hanno ragion d’essere; il secondo verso gli operatori che ora hanno una forma di tutela in più per un lavoro che fino a ieri nella pandemia li ha fatti definire ‘eroi’, ma che già oggi comincia a essere al centro di nuove violenze». Questo il commento di Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche.
«Più tutele e sicurezza per chi si prende cura della salute degli altri ed è vittima di violenza: il ddl che iniziò il percorso con Giulia Grillo è finalmente legge. Pene più severe per gli aggressori e prevenzione, il modo giusto di stare dalla parte degli operatori sanitari». Lo scrive su Twitter Marialucia Lorefice, presidente del MoVimento 5 Stelle in commissione Affari sociali a Montecitorio.
«Finalmente i medici e gli operatori sanitari hanno ottenuto una legge che li difende giuridicamente dalle aggressioni sul luogo di lavoro», è il commento di Carlo Palermo, Segretario Nazionale Anaao Assomed. «Da oggi tutti gli operatori potranno godere delle tutele previste per i pubblici ufficiali, come le procedibilità d’ufficio e l’inasprimento delle pene nel caso subiscano violenze, senza gli oneri e le responsabilità ulteriori connessi alla qualifica».
«La nostra azione in difesa dei colleghi non si ferma qui. Continueremo a chiedere – conclude Palermo – l’approvazione di una tutela giudiziaria relativa al periodo emergenziale che limiti per i medici e gli operatori sanitari la procedibilità in ambito penale, civile, amministrativo ed erariale esclusivamente a fatti commessi con dolo».
«Accogliamo positivamente il via libera alla legge riguardante la sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie. Una norma che abbiamo voluto fortemente e alla quale abbiamo dato un importante apporto attraverso la presentazione di specifici emendamenti, in gran parte accolti». Così la Fp Cgil.
Tuttavia, rileva il sindacato, «non possiamo fare a meno di sottolineare che si è persa l’occasione relativamente alla denuncia di tutte quelle aggressioni che prevedono una lesione inferiore ai 20 giorni di prognosi, pensiamo ad esempio a schiaffi, calci o sputi, per le quali non scatta d’ufficio la denuncia all’autorità giudiziaria e di conseguenza resta sempre in capo al singolo lavoratore la querela personale, esponendolo a eventuali ritorsioni. Chiediamo quindi con forza l’istituzione da parte di tutte le aziende pubbliche e private del registro dei mancati infortuni».
«Finalmente diventa legge il provvedimento che punisce ogni forma di aggressione contro gli operatori sanitari e sociosanitari. Una risposta doverosa alle troppe aggressioni e violenze che subiscono quotidianamente questi professionisti. Grazie a questa nuova norma ora tutti gli operatori potranno godere delle tutele previste per i pubblici ufficiali, come le procedibilità d’ufficio e l’inasprimento delle pene nel caso subiscano violenze, senza gli oneri e le responsabilità ulteriori connessi alla qualifica. Quella segnata oggi dal Parlamento è una bella pagina di civiltà. È infatti dovere delle istituzioni quello di salvaguardare l’incolumità di chi tutela le nostre vite ed il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione». Questo il commento del presidente della Fondazione Italia in Salute, Federico Gelli.
«Grande soddisfazione per la conversione in legge del Ddl antiviolenza per la sicurezza degli operatori sanitari e socio-sanitari. Un plauso a chi ha sempre sostenuto con forza questo provvedimento che offre strumenti preventivi e dissuasivi dalla violenza contro i medici e di tutti gli operatori sanitari. Un provvedimento reso necessario dall’escalation di aggressioni contro gli operatori sanitari, si stima oltre 1200 all’ anno, esacerbate dal clima di crisi a causa dell’emergenza Covid-19. Una battaglia che anche Consulcesi appoggia da sempre, dal punto di vista legale con la tutela delle vittime e anche dal punto di vista psicologico, con l’istituzione del Telefono Rosso». Questo il commento di Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi.
«Prediamo atto dell’impegno trasversale per arrivare all’approvazione di questo provvedimento da tempo sollecitato – sottolinea Tommasa Maio, segretario nazionale di FIMMG Continuità Assistenziale –. Siamo soddisfatti che nel testo finale sia stata recepita la nostra proposta di una rappresentanza dei professionisti nell’Osservatorio istituito presso il Ministero della Salute. Resta tuttavia il rammarico che non sia stato riconosciuto lo status di pubblico ufficiale e l’obbligatorietà per le Aziende di costituirsi parte civile e di essere accanto agli operatori. Da parte nostra monitoreremo gli effetti del provvedimento sia nei tempi di applicazione che negli esiti prodotti».
«Con la legge antiviolenza approvata oggi medici e infermieri potranno lavorare più serenamente a tutto beneficio della qualità delle prestazioni offerte agli assistiti», è il commento di Dario Manfellotto, Presidente di Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri. «L’auspicio è che le disposizioni approvate dal Parlamento possano contribuire a riportare serenità nei reparti, che in alcuni ospedali si sono trasformati oramai in trincee, come dimostrano le oltre 1.200 aggressioni denunciate in un anno all’Inail dagli operatori sanitari e che rappresentano purtroppo solo la punta di un iceberg, perché in molti casi gli episodi di violenza restano nel sommerso per paura di ritorsioni».
«Il Disegno di legge sulle disposizioni per la sicurezza per tutti coloro che svolgono le professioni sanitarie e socio-sanitarie approvato oggi al Senato in via definitiva è un passo importante per le misure di salvaguardia del lavoro dei medici». Così Pina Onotri, Segretario Generale SMI. «Negli ospedali, negli studi medici, si è assistito per troppo tempo ad una serie ripetuta di aggressioni, che, finita la fase del lockdown, sono riprese. C’è d’aggiungere che, oltre l’aggressione fisica da parte degli utenti, i medici hanno subito, in questo frangente, la più grande aggressione perpetrata ai loro danni, dal sistema organizzativo in cui operano, che ha mostrato, in questa fase della pandemia, le molteplici falle nelle misure di sicurezza. Ricordiamo che sono deceduti più di 170 colleghi».
«Dal Parlamento arriva oggi la migliore, e tanto attesa, risposta contro la violenza sui professionisti sanitari. Grazie al voto unanime alla Camera, infatti, il disegno di legge n. 867, recante “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni” diventa finalmente legge. Un voto che dimostra l’attenzione di tutta la politica a un tema che negli ultimi mesi aveva riempito, quasi quotidianamente, le pagine di cronaca. La Federazione, quindi, non può che esprime la massima soddisfazione per il traguardo raggiunto» commentano le componenti del Comitato centrale della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di ostetrica.
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