Due proposte di legge bipartisan sui DCA sono in corso di esame in Commissione igiene e Sanità del Senato. «Inneggiate pratiche pericolose, è necessario intervenire», così Caterina Bini, senatrice Pd e Vicepresidente della Commissione parlamentare dell’infanzia e dell’adolescenza
Sono circa 3 milioni le persone in Italia che soffrono di disturbi alimentari. Questo numero allarmante è il frutto di un’indagine recente dell’Osservatorio del Ministero della Salute, che lancia l’allarme sulla pericolosità di queste patologie che colpiscono in prevalenza giovani e giovanissimi. Dietro queste malattie insidiose, in particolare bulimia e anoressia, si cela un mondo brulicante di ‘adepti’ che ‘diffonde la parola’ e incoraggia i giovani – spesso fragili e insicuri – a perseguire alcune abitudini alimentari errate per arrivare a determinati risultati.
Si tratta «d’istigazione al suicidio», commenta Caterina Bini, senatrice Pd, membro della Commissione Sanità del Senato e Vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. La senatrice, a inizio legislatura, ha presentato un Disegno di legge – condiviso con il Ddl presentato da Maria Rizzotti, vicepresidente del gruppo di Forza Italia e adottato come testo base – che mira al contrasto dei disturbi alimentari. Entrambi i Ddl vogliono “l’ntroduzione dell’articolo 580-bis del codice penale, concernente il reato di istigazione al ricorso a pratiche alimentari idonee a provocare l’anoressia o la bulimia”, come recita il testo di legge che attende l’approvazione in Commissione Sanità del Senato.
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«Questa è una vera emergenza e non ce n’è secondo me la cognizione profonda di quanto questi rappresenti: oggi è la seconda causa di morte fra i giovani dopo gli incidenti stradali, si parla di 3500 morti all’anno, un numero enorme – sottolinea Caterina Bini a Sanità informazione – Per curare questi disturbi coloro che se ne occupano tecnicamente e professionalmente sottolineano che non basta né uno psichiatra, né uno psicologo né un nutrizionista separatamente. È utile che parlino la stessa lingua, che siano in uno stesso centro, che quando il paziente si presenta possano vederlo insieme, valutare insieme la cura che quella persona poi ha le sue specificità, i suoi trattamenti e lavorare con un approccio multidisciplinare, questo è un elemento fondamentale che è scritto nel disegno di legge».
«Stiamo lavorando congiuntamente con la senatrice Rizzotti – prosegue la Bini -, che è firmataria dell’altra proposta di legge (le due sono state abbinate), e da pochi giorni in Commissione abbiamo fissato il termine per la presentazione degli emendamenti al 12 febbraio. Cercheremo di lavorare, questo è l’obiettivo, su emendamenti a firma della Commissione proprio per dare un segno di unità in questo senso».
L’introduzione del reato di istigazione vuole colpire soprattutto quei blog e quei siti che inneggiano a pratiche pro anoressia e bulimia. Negli ultimi vent’anni infatti si sono ampiamente diffusi sul web, portali che promuovono la cosiddetta ‘filosofia” pro Ana (anoressia) e pro Mia (bulimia) che hanno favorito la formazione di vere e proprie sette di giovani che venerano il masochismo alimentare estremo. «L’unica cosa che si può fare è cercare di bloccare questi siti istituendo un reato – sottolinea la senatrice -. Rimane poi il problema di molti ragazze e ragazzi attivi e fautori di questi portali, i primi ad essere malati e bisognosi di aiuto. In questi casi – conclude -, la pena deve essere tramutata in assistenza specifica».