«È dal mese di marzo che attendiamo una risposta da Fontana e Gallera, – spiega Danilo Mazzacane CISL Medici – fino ad allora non parteciperemo ad altri incontri. Abbiamo l’esigenza di capire l’indirizzo di Regione Lombardia e far passare ai medici il messaggio su quanto contano per le Istituzioni»
Sospeso lo stato di agitazione indetto nei giorni scorsi dalle organizzazioni sindacali della Dirigenza Medica, Veterinaria, Sanitaria, Professionale, Tecnica e Amministrativa del servizio Sanitario Regionale Lombardo. Al termine dell’incontro tenutosi due giorni fa in Prefettura dinnanzi al Viceprefetto Giuseppa Massa, nel tentativo di conciliazione delle parti, i sindacati hanno deciso di fare un passo indietro in attesa dell’incontro politico con il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera, che si svolgerà il 24 maggio in regione Lombardia.
«Abbiamo deciso di sospendere lo stato di agitazione – spiega Danilo Mazzacane CISL Medici al termine di un lungo dibattito conclusosi nella serata di martedì – in attesa di una convocazione formale. Per questo non abbiamo partecipato all’incontro di ieri pomeriggio in Regione Lombardia. È dal mese di marzo che attendiamo una risposta da Fontana e Gallera, fino ad allora non parteciperemo ad altri incontri. Abbiamo l’esigenza di capire l’indirizzo di Regione Lombardia e far passare ai medici il messaggio su quanto contano per le Istituzioni».
Una presa di posizione, smorzata nei toni dal rappresentante sindacale, che l’assessore di Regione Lombardia al Welfare, Giulio Gallera spiega con sorpresa. «Comprendo le difficoltà che i medici stanno affrontando – dichiara – ma la Regione ha sempre agito a tutela e sostegno del buon funzionamento del sistema di welfare nel suo complesso. Le motivazioni di alcune scelte sono dettate da norme nazionali che limitano la capacità di incremento del fondo per il personale sanitario e che hanno di conseguenza ridotto il numero di borse di studio per gli specializzandi. Norme contro le quali ci siamo battuti – aggiunge Gallera – fino ad avviare un percorso per il riconoscimento di una maggiore autonomia in materia sociosanitaria. Non solo – prosegue – Regione Lombardia ha intrapreso una serie di provvedimenti forti e coraggiosi per migliorare le condizioni lavorative negli ospedali e per valorizzare la professionalità dei medici. Il riferimento è l’ampliamento dell’Istituto della cosiddetta Intramoenia allargata. Abbiamo altresì condotto una battaglia epocale– ricorda Gallera – vincendola, per l’impiego autonomo degli specializzandi negli ospedali. Senza dimenticare le borse di studio finanziate direttamente da Regione Lombardia che sono quasi raddoppiate passando tra 30 a 55 e nel 2019 se ne aggiungeranno altre 20». Tutte iniziative che non sono sufficienti, secondo quando sostenuto dalle sigle sindacali dinnanzi al Prefetto. «Certo – prosegue l’assessore al Welfare – lo scorso anno abbiamo chiesto un piccolo sacrificio a medici ed infermieri sulle risorse integrative regionali (R.A.R integrativa presente in pochissime regioni) al fine di recuperare risorse da destinare a nuove assunzioni. Quest’anno stiamo valutando di fare lo stesso con dirigenti medici a fronte di un interesse di sistema più elevato che consentirebbe di ripopolare corsie e reparti negli ospedali. Alla luce di tutte queste iniziative – conclude Gallera – la contrapposizione nei nostri confronti risulta essere ancora più incomprensibile».
Diversa la lettura del tema fatta dalle sigle sindacali che hanno preso parte all’incontro in Prefettura. Secondo ANAAO- ASSOMED, CIMO, AAROI, CGIL MEDICI, FVM, FASSID, CISL MEDICI, UIL MEDICI E FEDIRETS, infatti alla base dello stato di agitazione, per il momento rientrato, ci sarebbe:
«Il settore pubblico – rimarca Danilo Mazzacane nel motivare la scelta di non partecipare all’incontro odierno in Regione – ha perso appetibilità per i giovani non solo per una questione economica, ma anche di qualità del lavoro. Non bisogna dimenticare, ad esempio, gli spiacevoli fenomeni di aggressione che coinvolgono i medici e che sono sintomatici di un problema di fondo che evidenzia la necessità di riqualificare la figura professionale del medico».