I partiti tentano di convogliare risorse verso specifici obiettivi di salute come il potenziamento degli screening alla mammella o quello neonatale. Ma i fondi a disposizione sono pochi e molti emendamenti non passeranno
Tra gli emendamenti alla legge di Bilancio, come avviene ogni anno, non mancano iniziative che riguardano alcune specifiche patologie: è l’altro lato della Legge di Bilancio dove si riserva sempre attenzione verso alcuni specifici settori della sanità e della salute. È il caso della fibromialgia e dello screening neonatale, su cui propone di intervenire Maria Elena Boschi, presidente dell’intergruppo parlamentare malattie rare. Più soldi per gli screening alla mammella è la richiesta del Pd, mentre Forza Italia propone un fondo per diabete di tipo 1 e celiachia.
Al centro dell’attenzione anche il bonus psicologo: c’è chi chiede la proroga al 2023 e chi di allargare la platea degli aventi diritto. Più fondi per la ricerca all’interno dei LEA la richiesta di Fratelli d’Italia. Dalla maggioranza anche emendamenti sui dispositivi medici e sulle farmacie. Il quadro degli emendamenti presentati su particolari patologie, ricerca, screening e dispositivi medici.
Il Pd, con emendamento a prima firma Ilenia Malavasi, al fine di rimuovere gli squilibri sanitari e sociali connessi alla disomogenea situazione registrabile tra le varie realtà regionali in materia di screening del tumore alla mammella anche attraverso una campagna di informazione e al fine di avviare il rinnovo della strumentazione diagnostica, chiede di autorizzare la spesa di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025.
Giorgio Mulè di Forza Italia propone di istituire un fondo con una dotazione pari a 8 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025 per la realizzazione di un programma pluriennale di screening su base nazionale nella popolazione pediatrica per l’individuazione degli anticorpi del diabete di tipo 1 e della celiachia.
Carmen Di Lauro, deputata M5S, chiede di prorogare le misure di potenziamento dell’assistenza a tutela della salute mentale e dell’assistenza psicologica e psicoterapica contenute nell’ultimo Dl Milleproroghe, tra cui il bonus psicologo.
Anche il Pd, con un emendamento a prima firma Marianna Madia, chiede di stanziare il contributo per il bonus psicologo nel limite massimo di 1.500 euro a persona, e nel limite complessivo di 50 milioni di euro, per ciascuno degli anni a decorrere dal 2023.
Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia chiede di incrementare da 32,5 a 38 milioni ed estendere dal 2022 fino al 2024 gli stanziamenti per consentire la realizzazione di specifici obiettivi connessi all’attività di ricerca, assistenza e cura relativi al miglioramento dell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza. Quanto al riparto di questi stanziamenti, salgono da 9 a 12 mln agli Irccs per l’erogazione di prestazioni pediatriche con particolare riferimento alla prevalenza di trapianti di tipo allogenico. E salgono da 12,5 a 15,5 mln gli stanziamenti in favore delle strutture, anche private accreditate, centri di riferimento nazionale per l’adroterapia, eroganti trattamenti di specifiche neoplasie maligne mediante l’irradiazione con ioni carbonio e protoni.
La XII Commissione Affari sociali della Camera chiede di stanziare 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025 come remunerazione aggiuntiva per le farmacie. Nel testo del Governo lo stanziamento è contemplato per il solo 2023. Si interviene “nelle more della riforma del sistema di remunerazione dei farmaci erogati in regime di Servizio sanitario nazionale, al fine di salvaguardare la rete di prossimità rappresentata dalle farmacie italiane e di dare continuità alla sperimentazione dell’attività di vaccinazione” e riconosce “a decorrere dal 1° gennaio 2023 e fino al 31 dicembre 2025, una remunerazione aggiuntiva, quale parte integrante del prezzo dei medicinali, in favore delle farmacie per il rimborso dei farmaci erogati in regime di Servizio sanitario nazionale”.
Ugo Cappellacci (FI), presidente della commissione Affari sociali, propone che le aziende fornitrici di dispositivi medici assolvano ai propri adempimenti in ordine ai versamenti in favore delle singole regioni e province autonome entro 6 mesi e non più 30 giorni dalla pubblicazione dei provvedimenti regionali e provinciali.
Ylenja Lucaselli (FdI), al fine di garantire la continuità della fornitura di dispositivi medici, chiede che le disposizioni per la razionalizzazione della spesa per la fornitura di dispositivi medici previste dalla legge 215/2015 (payback) vengano sospese fino al 31 dicembre 2023, e comunque fino all’emanazione di un decreto del Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, d’intesa con la Conferenza Stato Regioni e con le Associazioni più rappresentative delle aziende fornitrici di dispositivi medici, dove si stabiliscano, anche in deroga alle disposizioni vigenti, nuovi criteri di riparto dell’eventuale superamento del tetto di spesa regionale a partire dall’anno 2015, escludendo dal ripiano le micro, piccole e medie imprese.
Vanessa Cattoi (Pd) e Raffaele Cattaneo (Fi) con due emendamenti simili propongono che i farmaci, ivi compresi quelli oncologici, per i quali è stato riconosciuto, da parte dell’AIFA, il possesso del requisito dell’innovatività condizionata, siano inseriti esclusivamente nei prontuari terapeutici regionali. Le risorse non impiegate per le finalità ivi indicate entro il 31 dicembre dell’anno di riferimento, sono utilizzate per il concorso al rimborso alle regioni delle spese sostenute per l’acquisto di farmaci per i quali è stato riconosciuto da parte dell’AIFA il possesso del requisito dell’innovatività condizionata.
Marta Schifone (FdI) chiede che l’attività di medicina estetica non invasiva o mini invasiva al terzo superiore, terzo medio e terzo inferiore del viso sia svolta anche dai medici odontoiatri. A tal fine in via sperimentale è istituito apposito Fondo presso il Ministero della salute con dotazione pari a 1 milione di euro per l’anno 2023 per organizzare corsi di aggiornamento in materia di trattamenti di medicina estetica di cui al primo periodo.
Maria Elena Boschi (Italia Viva), presidente dell’intergruppo malattie rare, chiede di riconoscere la fibromialgia quale malattia invalidante ed inserirla nei Livelli essenziali di assistenza tra le patologie che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa per le correlate prestazioni sanitarie. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministero della salute, individua, con proprio decreto, i criteri oggettivi e omogenei per identificare le condizioni cliniche gravi al fine di inserire la fibromialgia tra le malattie invalidanti che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministero della salute, individua i presidi sanitari pubblici già esistenti tra i reparti di reumatologia o immunologia, per la diagnosi e la cura della fibromialgia.
Maria Elena Boschi (Iv) al fine di garantire la compiuta attuazione della legge 19 agosto 2016, n. 167, le risorse di cui all’articolo 6, comma 2, della legge medesima, sono vincolate, ai sensi dell’articolo 1, comma 34 della legge del 23 dicembre 1996, n. 662, per l’attuazione dei programmi di screening neonatale. Il Ministro della salute di concerto con la Conferenza unificata Stato-Regioni, attribuisce all’Istituto superiore di sanità (ISS), che si avvarrà, per lo scopo, della collaborazione del «Centro di coordinamento degli screening neonatali», il compito di svolgere l’attività di monitoraggio e raccolta dei dati, provenienti dalle regioni.
Luana Zanella (Verdi) propone che per gli anni 2023 e 2024 le Regioni e le Province autonome adottino, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, piani straordinari di intervento pluriennali, a valere sul finanziamento sanitario corrente, volti ad implementare stabilmente le prestazioni di assistenza domiciliare integrata o equivalente per i soggetti affetti da malattie croniche, disabili, con disturbi mentali, con dipendenze patologiche, non autosufficienti, con bisogni di cure palliative, di terapia del dolore, e in generale per le situazioni di fragilità. Per l’operazione occorrono 200 milioni di euro.
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