Sanità 29 Dicembre 2022 16:40

Manovra 2023. Zampa (Pd): «Caro energia andava scorporato da risorse per sanità, nulla per sofferenza SSN»

La senatrice Sandra Zampa, responsabile Sanità del Partito democratico, critica anche la marcia indietro su risorse per Pronto soccorso e Piano oncologico: «Ho l’impressione che Schillaci e Gemmato non abbiano avuto voce in capitolo sulla finanziaria». E rilancia l’idea di prendere risorse dal MES sanitario

Manovra 2023. Zampa (Pd): «Caro energia andava scorporato da risorse per sanità, nulla per sofferenza SSN»

«In questa legge di Bilancio ci saremmo aspettati un investimento sul personale sanitario, risorse per l’abbattimento delle liste di attesa. Invece non c’è nulla per fronteggiare la sofferenza del Sistema Sanitario Nazionale». Sandra Zampa, senatrice dem e responsabile Sanità del Partito Democratico, è come sempre molto diretta e non risparmia critiche nette nei confronti della Legge di Bilancio 2023, la prima del governo Meloni, che sul fotofinish il Senato ha trasformato in legge dello Stato.

Per la Zampa, già sottosegretario alla Salute nel governo Conte II, «il caro energia andava scorporato dalle risorse per la sanità queste dovevano essere destinate solo ed esclusivamente al Sistema Sanitario Nazionale con un aumento di stipendio per medici e infermieri».

Sotto il fuoco delle opposizioni anche le promesse non mantenute di anticipare al 2023 i 200 milioni per gli operatori sanitari dei Pronto soccorso e i 10 milioni di euro all’anno per l’attuazione del Piano oncologico: nonostante gli annunci del Ministro Orazio Schillaci, nessun emendamento alla manovra è stato poi presentato.

«Io sono stupita. Ho l’impressione che il ministro della Salute e il sottosegretario Gemmato non abbiano avuto voce in capitolo sulla finanziaria. Hanno visto scritto due miliardi, poi il MEF ha tagliato tutto e neanche se ne sono resi conto. Non hanno nulla sotto controllo. Io ho lavorato con un ministro, Roberto Speranza, che sapeva le norme a memoria, riga per riga. C’era un controllo minuto per minuto fino a quando approdavano in Aula» aggiunge la senatrice dem.

Lo stato di agitazione della sanità

A preoccupare è anche lo stato di agitazione dei medici, che lo scorso 15 dicembre sono scesi in piazza a Roma per manifestare tutto il loro disagio per condizioni di lavoro spesso difficili, con stipendi ai minimi in Europa e turni massacranti, soprattutto nell’emergenza-urgenza.

«Sappiamo che per il combinato disposto dell’inflazione che è andata aumentando nell’ultimo anno, della carenza di personale, dei prepensionamenti, della fuga verso il Sistema privato sarà sempre più difficile trovare medici. Una volta lavorare nel pubblico trovava un riconoscimento sociale e anche di reddito. Adesso questo sta venendo meno perché le difficoltà nelle quali medici e infermieri si trovano a lavorare producono tensioni, stress e favoriscono la possibilità che non tutto funzioni. Bisognava investire sul personale, servivano scelte coraggiose. Il costo energetico andava tenuto fuori dai due miliardi in più al Fondo sanitario. Temo che la protesta dei medici sia destinata a durare».

Per il Partito democratico servivano, dunque, più risorse per risollevare il Servizio sanitario nazionale ed evitare di creare «una sanità di serie A e una di serie B», rischio concreto se continuano a mancare risorse e personale. «Io avrei preso anche i soldi del MES sanitario già quando eravamo dentro la pandemia – spiega Zampa -. Il MES sanitario ha interessi zero e si può scegliere quanti soldi chiedere. Ma al di là di questo, penso anche che il tetto per la flat tax a 85mila euro potrebbe incentivare ulteriormente molti medici ad andare a lavorare per il privato o per le cooperative. Invece dobbiamo mettere il SSN nella condizione di non ricorrere alle cooperative».

 

 

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