GUARDA IL VIDEO | Non sono state apprezzate dalla Federazione dei Medici di Medicina Generale le parole del Sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi in merito all’esigenza di ‘ottimizzare’ le prescrizioni
«Leggo e rileggo le dichiarazioni rese dal Sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi in occasione della presentazione del Rapporto Osmed 2018 e, per quanto mi sforzi, non riesco proprio a comprendere il senso di ciò che dice», non usa mezzi termini Silvestro Scotti, Segretario Generale FIMMG che replica con una nota stampa al vetriolo a quanto affermato dal sottosegretario Bartolazzi, in merito all’esigenza di ‘ottimizzare’ le prescrizioni dei Medici di Medicina Generale, durante la conferenza stampa di presentazione del Rapporto sull’uso dei farmaci in Italia, presso la sede Aifa.
Parole, secondo Scotti, non in linea con le intenzioni del Governo «soprattutto dopo l’incontro con il Ministro della Salute, Giulia Grillo, dove abbiamo chiaramente apprezzato l’azione del ministro che ha avviato un confronto per ottimizzare sì la medicina generale, ma fornendole personale e supporto per investimenti in diagnostica non certo una azione rieducativa professionale».
«I Medici di Medicina Generale- prosegue Scotti- ricevono ormai da anni dalle loro Aziende Sanitarie report sulla attività prescrittiva individuale e di confronto con le medie aziendali, regionali e nazionali, a latere del fatto che i nostri gestionali hanno anche strumenti che possano creare attività di ricerca e studio in tal senso sempre più praticati dai medici nella loro attività e base del confronto formativo per una Società Scientifica della Medicina Generale per la valutazione dei bisogni di formazione. Vogliamo, pertanto, rassicurare il Sottosegretario sul fatto che non c’è alcun bisogno di prodigarsi nella produzione di ulteriori informazioni, semmai bisognerebbe utilizzare le informazioni da noi prodotte per pesare i dati di OSMED non solo su confronti macro ma piuttosto su dati che si avvicinino alla tanto declamata personalizzazione delle cure che pertanto tiene conto anche di fattori socioeconomici e culturali delle popolazioni, fattori che differenziano l’impatto di malattie e conseguentemente delle terapie in aree con indici di deprivazione materiale e sociale colpevolmente diversi. Questo, a meno che non sia cambiato qualcosa e che magari ora con la locuzione ‘prescrizione appropriata’ non si debba intendere solo come ridurre la spesa prescindendo dal risultato».
Non è piaciuta neanche l’idea, nata al momento, di creare un informatore farmaceutico Aifa per scongiurare il “bombardamento” ai danni dei Medici di Medicina Generale degli informatori delle case farmaceutiche. Per risolvere l’asimmetria dell’informazione «serve una persona che non abbia interessi chiaramente di parte – ha spiegato ai microfoni di Sanità Informazione il Sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi – per poter spiegare ai medici di medicina Generale che sono i maggiori prescrittori di medicinali, di poter spiegar bene qual è lo stato dell’arte, come stanno veramente le cose. Il Medico di Medicina Generale deve essere indotto a fare prescrizioni corrette al costo minimo del Sistema sanitario nazionale e per far questo c’è bisogno di un grosso cambiamento culturale».
«Mi spiace – ironizza Scotti- che il Sottosegretario sia rimasto traumatizzato dall’esperienza vissuta da studente e che ancora oggi sia tormentato dal ricordo di queste orde d’informatori sanitari. Oltretutto da studente universitario io ricordo che lo stesso succedeva nei reparti dell’Ospedale Universitario, per promuovere i loro prodotti. Ciò nonostante, pur nel massimo rispetto di questo personale dramma, non ci sembra che ad oggi i colleghi della Medicina Generale si lascino influenzare finendo per fare scelte che possano andare contro gli interessi dei pazienti, e oltretutto non capirei perché questo riguarderebbe solo i medici di Medicina Generale e non tutti i medici. Forse l’unica cosa da “ottimizzare” sono questi ricordi di giovinezza e una migliore conoscenza di cosa sia oggi la Medicina Generale»
Scotti stigmatizza anche la proposta di introdurre dei “fattori di incentivazioni per ottenere performance ottimali dal punto di vista finanziario e di corretta prescrizione”. «I Medici di Medicina Generale non hanno bisogno di ‘incentivi’- prosegue nella nota Fimmg- per migliorare le proprie performance come prescrittori. Questa visione è non solo svilente della professionalità di ciascun medico, ma anche deontologicamente scorretta e ci aspettiamo un intervento della FNOMCeO che chiarisca al medico Bartolazzi che sta parlando di e ad altri medici. Fimmg tiene a sottolineare che tutti i medici di Medicina Generale fanno le loro prescrizioni nell’interesse di salute del proprio paziente e che queste prescrizioni di certo non cambierebbero a fronte di incentivi economici o mobbing di informatori statalisti probabilmente scelti tra economisti interessati all’appropriatezza finanziaria e non interessati all’appropriatezza assistenziale».