Nelle comunicazioni alla Camera il presidente Conte ha sciorinato i temi da affrontare nel prossimo Consiglio Europeo: Mes, Recovery e Covid
I prossimi 10 e 11 dicembre saranno i giorni del Consiglio Europeo, che questa volta presenta un’agenda densa di temi di altra priorità per l’Ue. Nelle comunicazioni alla Camera di questa mattina, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha anticipato gli argomenti di discussione dei prossimi giorni e sottolineato l’importanza della lotta globale alla pandemia.
«Al riguardo – ha esordito – il Consiglio europeo è orientato a dare impulso al mutuo riconoscimento dei test e a un efficace coordinamento europeo sui vaccini, con particolare riguardo alla loro distribuzione. Solo una risposta internazionale ed europea può del resto consentire di superare la pandemia, obiettivo cui l’Italia lavora intensamente anche nella prospettiva del Global Health Summit, che ospiteremo il 21 maggio 2021 qua a Roma, nel quadro della Presidenza italiana del G20».
Conte ha poi ricordato l’urgenza di dare attuazione all’accordo raggiunto lo scorso 21 luglio, superando il veto di Ungheria e Polonia e l’avvio del “Next Generation EU” e del nuovo Quadro Finanziario Pluriennale. «Per la prima volta – ha aggiunto – l’Unione europea si è fatta promotrice di politiche espansive, finanziate da strumenti di debito autenticamente europeo e orientate al raggiungimento di strategie condivise e obiettivi comuni. È una risposta radicalmente diversa rispetto a quella posta in essere in passato, quando, di fronte ad altre crisi – come quella del 2011 – si adottarono scelte ancora fondate su una logica di austerità, ispirate al prioritario criterio del contenimento del debito».
Scelte che «si sono rivelate inadeguate a ricondurre i Paesi europei all’interno di una prospettiva di autentica ripresa e di sviluppo».
L’11 dicembre si discuterà, invece, il pacchetto di riforme approvato dall’Eurogruppo il 30 novembre. All’interno: la riforma del trattato istitutivo del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), la decisione sull’introduzione anticipata del dispositivo di sostegno al Fondo di risoluzione unico (il cosiddetto “Common Backstop”) e l’accordo sulla valutazione della riduzione dei rischi nell’Unione Bancaria.
«Il Governo italiano – ha detto Conte – ha agito per ottenere l’introduzione anticipata di tale meccanismo, sul presupposto di rispettare alcuni obiettivi di riduzione del rischio bancario. Originariamente era previsto che si procedesse in sequenza: prima la riforma del MES, poi la valutazione dei rischi e, infine, l’introduzione anticipata del Common Backstop, attraverso la riforma dell’accordo intergovernativo, che regola il trasferimento e la messa in comune dei contributi del MES al Fondo di risoluzione unico».
«Procedere fin da subito in via contestuale consente di anticipare l’introduzione del backstop all’inizio del 2022, quindi con due anni di anticipo rispetto all’entrata in vigore inizialmente prevista nella riforma del MES, evidentemente sulla base di una valutazione complessivamente positiva dello stato di salute del sistema bancario europeo e di quello italiano, che – prima della pandemia – ha registrato un miglioramento consistente dei propri bilanci. Su tale base è stato possibile raggiungere più facilmente l’obiettivo dell’entrata in vigore anticipata del backstop».
Conte ha poi suggerito la necessità di «riconsiderare in modo radicale» struttura e funzione del MES. «L’Italia – ha detto – si farà promotrice di una proposta innovatrice che porti a superare la sua natura di accordo intergovernativo, legato a un paradigma che ritengo ormai obsoleto rispetto alle sfide che abbiamo davanti».
Ai temi all’esame di questo Consiglio Europeo si potrebbe aggiungere anche quello della relazione futura tra Unione Europea e Regno Unito, a seguito degli ultimi sviluppi negoziali tra Bruxelles e Londra. «Sicuramente il più importante è il “level playing field”, su quello l’Unione europea non può cedere un millimetro, è un principio fondamentale a parità di condizioni. Non si può pensare di potersi avvantaggiare del mercato unico e di non rispettare poi tutte le conseguenze che questo comporta, sarebbe una competizione assolutamente unfair che non consentiremo mai».
«Io vi assicuro – ha concluso Conte – la più forte determinazione nel fornire il giusto contributo critico alle riforme in corso, al processo di rinnovamento che si preannuncia anche delle istituzioni europee. Tra poco ci sarà la Conferenza sul futuro dell’Unione, l’Italia ha tutte le carte per incidere, per giocare un ruolo da protagonista».
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