Una distensione, quella tra Ministero e Conferenza delle Regioni, che sembrava già essere nell’aria, come dimostrano le parole dell’assessore alla Sanità Regione Veneto, Manuela Lanzarin: «Il finanziamento della sanità non può essere a rischio, perché stiamo parlando della salute dei cittadini»
Il ministro della Salute Giulia Grillo si schiera al fianco delle Regioni nel tira e molla sui finanziamenti alla sanità previsti dal Patto per la salute. Nei giorni scorsi una clausola finanziaria contenuta nella bozza del nuovo Patto, che vincola l’incremento del fondo previsto nella legge di bilancio 2019 all’instabile quadro macro-economico, aveva sollevato l’allarme della Conferenza delle Regioni.
La clausola «è politicamente irricevibile», rassicura il ministro della Salute Giulia Grillo attraverso un video pubblicato su Facebook. «In queste ore sta circolando una bozza del Patto della Salute all’interno della quale è stata evidenziata giustamente la presenza di una ‘clausola di invarianza finanziaria’ nella quale viene indicato qual è il finanziamento per il fondo sanitario nazionale, come da legge di bilancio approvata, ed è indicato in 116miliardi e 439milioni per il 2020 e in 117miliardi e 939milioni per il 2021, salvo eventuali modifiche che si rendessero necessarie in relazione al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e a variazione del quadro macro economico».
Questa clausola, sottolinea Grillo, non viene dal ministero della Salute «ma è stata inserita in questa fase, in cui chiaramente il Patto per la Salute non è definitivo – prosegue – per espressa richiesta degli uffici del ministero dell’Economia e delle Finanze. Questa clausola, che peraltro è identica a quella contenuta nel vecchio Patto per la Salute 2014-2016, varato dal governo del Partito democratico e che produsse allora i suoi effetti (poiché di fatto nel 2016 il finanziamento previsto da legge di bilancio era di 115,5 miliardi e invece il finanziamento effettivo fu di 111miliardi), per quanto mi riguarda è politicamente irricevibile. Questo perché ritengo che la sanità abbia già dato tutti i contributi che poteva dare ai tagli che sono stati fatti sulla finanza pubblica e sulla spesa pubblica. Dalla sanità non è più possibile prendere un centesimo, quindi per me questa clausola è politicamente irricevibile».
Una distensione che sembrava già essere nell’aria, come dimostrano le parole dell’assessore alla Sanità della Regione Veneto Manuela Lanzarin: «Il finanziamento della sanità non può essere a rischio, perché stiamo parlando della salute dei cittadini. Sul Patto per la Salute ci sono i tavoli tecnici – spiega l’assessore al margine dell’evento “Direzione Nord” – e c’è un tavolo politico. Abbiamo chiesto un incontro con il Ministro proprio per chiarire alcune posizioni rispetto ai tanti temi, tutti importanti, che ci sono oggi all’interno del Patto per la Salute, ma non credo che questo vada in nessun modo a inficiare. Abbiamo bisogno di un nuovo Patto che venga declinato in punti ben precisi. Si parla anche, in uno dei punti, dell’health device, cioè della tecnologia. Abbiamo solo chiesto un chiarimento con il ministro Grillo per capire anche quali sono i punti su cui ci dobbiamo concentrare, perché chiaramente non possiamo parlare di tutto, dobbiamo essere in linea con le evoluzioni che nelle nostre Regioni stiamo vedendo».
Un’apertura raccolta dal ministro della Salute, Giulia Grillo: «Ho deciso nei prossimi giorni di creare delle occasioni e dei momenti di confronto qui al ministero con i vari autori della sanità per conoscere di persona, parlando con loro, i punti di vista sul Patto della Salute. Un momento importante di partecipazione che ci consentirà di migliorare non solo un aspetto come questo, su cui già c’è il mio impegno personale politico – conclude -, ma anche molti altri aspetti».