L’iniziativa è stata promossa anche dal medico e parlamentare M5S Alberto Zolezzi. Tra le adesioni quella della Presidente della Commissione Affari Sociali Marialucia Lorefice. Guglielmino (SIRU): «Facciamo presto a dare una riorganizzazione e una programmazione in questo ambito per far fronte alla sofferenza di migliaia di coppie italiane»
«Ricevo spesso lettere da coppie che non hanno i soldi per accedere alla procreazione medicalmente assistita. Non è giusto che questo diritto in alcune regioni sia garantito ed in altre no. Per questo ho deciso che bisogna fare qualcosa». Stefania Mammì, infermiera e giovane deputata del Movimento Cinque Stelle, sta combattendo con coraggio da inizio legislatura una battaglia generosa in nome di quelle tante coppie che non desiderano altro che essere genitori e che non possono farlo a causa degli innumerevoli ostacoli posti sul percorso della fecondazione in Italia. La battaglia di Mammì continuerà attraverso un intergruppo parlamentare che punta ad unire parlamentari di tutte le forze politiche attorno al tema della PMA. Un modo anche per superare, attraverso il dialogo, gli steccati ideologici che da sempre caratterizzano il dibattito sulla PMA.
L’intergruppo, creato insieme al deputato M5S e medico Alberto Zolezzi, è stato lanciato per ora solo a Montecitorio e tra pochi giorni si riunirà per la prima volta.
«Le priorità le stabiliremo tutti insieme, l’obiettivo è arrivare ad ottenere piccole misure come il tariffario nazionale – spiega Mammì a Sanità Informazione -. In questo momento le coppie non sono trattate in egual misura nelle varie regioni d’Italia nonostante la PMA sia inserita nei LEA dal 2017. È urgente legiferare su questo tema, così come intervenire sulla legge 40 del 2004».
Mammì era stata la prima firmataria di un emendamento all’ultima Legge di Bilancio che incrementava di 15 milioni di euro l’anno il Fondo per le tecniche di procreazione medicalmente assistita per gli anni 2021, 2022, 2023. Tutto fermo, però, perché mancano i decreti attuativi del Ministero della Salute. Un motivo in più per sensibilizzare in modo trasversale le forze politiche su questi temi.
«La percentuale di infertilità è altissima – spiega Mammì – e con il Covid la riduzione delle nascite ha toccato livelli record. L’infertilità sarà uno dei problemi più gravi dei prossimi anni. Oggi i costi della PMA arrivano fino a 10mila euro e le famiglie sono costrette a volte ad indebitarsi. Vogliamo lavorare per evitare questa ingiustizia».
Obiettivo dell’intergruppo quello di coinvolgere professionisti ed esperti che possano fornire risposte pratiche ai problemi delle coppie. Uno di loro è Antonino Guglielmino, presidente della SIRU, Società Italiana di Riproduzione Umana, che ritiene importante l’iniziativa: «L’intergruppo può servire principalmente ad aprire una discussione e lavorare per riorganizzare e riprogrammare la PMA nel nostro Paese che è ormai legata a una legge vecchia di 17 anni, la Legge 40 del 2004, più volte rimaneggiata dagli interventi della Corte costituzionale».
Secondo Guglielmino tra le priorità c’è il tema degli embrioni congelati: «In questo momento la Legge 40 di fatto ancora vieta il congelamento che viene operato con una deroga sancita dalla Corte costituzionale. Però di fatto ci sono migliaia e migliaia di embrioni congelati di cui ignoriamo il destino. L’embrione congelato potrebbe essere utilizzato da altre coppie come donazione o utilizzato a fini di ricerca. Ma chi lo deve decidere? Facciamo presto per dare una riorganizzazione e una programmazione in questo ambito di sofferenza per migliaia di coppie italiane».
All’intergruppo ha aderito anche la Presidente della Commissione Affari Sociali di Montecitorio Marialucia Lorefice, da sempre sensibile al tema: «Ho aderito all’intergruppo parlamentare sulla PMA con l’obiettivo di trovare una sintesi fra tutti i gruppi politici su un tema che, a mio avviso, non può essere divisivo, perché riguarda i diritti di tante coppie che desiderano diventare genitori potendo contare sui progressi della scienza e al contempo riguarda la tutela del diritto alla salute delle donne – spiega Lorefice a Sanità Informazione -. Auspico, pertanto, che il nostro intergruppo possa essere utile a individuare un percorso comune, a superare gli ostacoli normativi ancora presenti, e a favorire lo stanziamento di risorse adeguate da destinare soprattutto a quelle Regioni che ancora non garantiscano pieno accesso alla procreazione medicalmente assistita a molte coppie, privandole della possibilità di avere figli».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato