L’ex ministro della Salute è stata protagonista del primo Congresso del maxi Ordine nato con la legge 3 del 2018: «E’ stata una legge difficile da portare a casa perché c’era da mettere insieme veramente tanti aspetti diversi e anche superare molte paure, ma oggi il risultato che è stato raggiunto è straordinario»
Si definisce la ‘mamma’ del maxi Ordine delle professioni sanitarie e in effetti con la legge 3 del 2018 ha dato un contributo decisivo alla costituzione della Federazione degli Ordini dei Tecnici sanitari di Radiologia medica e delle Professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione che ha celebrato a Rimini il suo primo Congresso nazionale. Parliamo dell’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin, oggi parlamentare del Partito democratico, che dal palco del PalaCongressi della città romagnola ha lanciato alcune idee per irrobustire e far crescere ulteriormente l’Ordine guidato da Alessandro Beux che a breve vede l’importante scadenza delle elezioni delle Commissioni d’Albo provinciali, un appuntamento molto sentito dagli iscritti.
«Mi piacerebbe molto vedere un grande sito in cui sia molto facile per un cittadino scrivere il nome di un operatore sanitario e sapere esattamente se è iscritto o meno all’Ordine e se la persona a cui si sta affidando ha veramente titolo per esercitare quella professione» spiega Lorenzin a Sanità Informazione, ricordando quanto la dimensione ordinistica sia importante per i professionisti e per i cittadini: «Sia i pazienti che gli operatori sanitari grazie a questo Ordine hanno un elemento veramente serio di contrasto all’abusivismo professionale» sottolinea l’ex titolare della Salute.
Onorevole, a Rimini il primo Congresso Nazionale della Federazione degli Ordini delle professioni sanitarie. Lei è colei che ha dato una spinta decisiva alla creazione di questo Ordine, perché con la legge 3 del 2018 ha dato il via a tutto questo…
«E’ stata una lunga gestazione. Per fare questa legge ci ho messo quasi cinque anni. E’ stata una legge difficile da portare a casa perché c’era da mettere insieme veramente tanti aspetti diversi e anche superare molte paure, ma oggi il risultato che è stato raggiunto è straordinario. Questo primo Congresso rappresenta un grande lavoro che c’è stato dietro da parte di tutte quante le professioni sanitarie che hanno saputo ognuno rinunciare a un pezzettino di qualcosa per raggiungere tutti insieme qualcosa di più grande e oggi il maxi Ordine in Italia è veramente una punta innovativa sia per i pazienti che per gli operatori sanitari. Per i pazienti perché grazie a questo ordine abbiamo un elemento veramente serio di contrasto all’abusivismo professionale e che garantisce non solo il controllo interno ma anche percorsi di formazione sempre più avanzati che permettano agli operatori di stare al passo con quella l’innovazione della medicina da un lato, i trattamenti, le terapie e la prevenzione dall’altro. Per quanto riguarda gli operatori sanitari è uno strumento a loro tutela, rispetto a una giungla composta di fake e operatori che si improvvisano e quindi avere una garanzia della propria professionalità è anche una garanzia dei percorsi di formazione aggiuntiva, pensiamo non solo alla laurea ma anche ai master.
Se dovesse dare un consiglio al presidente Beux quale gli darebbe?
«Il primo è di trovare un nome che possiamo pronunciare in modo tale che tutti sappiano di cosa stiamo parlando e poi mi piacerebbe molto vedere un grande sito in cui sia molto facile per un cittadino scrivere il nome di un operatore sanitario e sapere esattamente se è iscritto o meno all’Ordine e se la persona a cui si sta affidando ha veramente titolo per esercitare quella professione. Il terzo consiglio è ovviamente di non demordere da uno spirito inziale che è stato uno spirito di grandissima generosità da parte di tutti per raggiungere gli obiettivi che sono quelli di un efficiente e sostenibile Sistema sanitario».