Compensi più alti per chi lavora nei pronto soccorso e possibilità per le Aziende sanitarie e ospedaliere di reclutare nelle aree di emergenza-urgenza anche medici non specialisti per far fronte alla drammatica carenza di organico. Sono alcune delle proposte della Fiaso per far fronte alle criticità relative alla situazione attuale dell’emergenza-urgenza
Compensi più alti per chi lavora nei pronto soccorso e possibilità per le Aziende sanitarie e ospedaliere di reclutare nelle aree di emergenza-urgenza anche medici non specialisti per far fronte alla drammatica carenza di organico. Sono alcune delle proposte della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) per far fronte alle criticità relative alla situazione attuale dell’emergenza-urgenza, emerse nel corso dell’evento «Emergenza-urgenza, criticità attuali e soluzioni a breve e medio-lungo termine», che si è tenuto oggi all’Ospedale Cardarelli di Napoli e che è stato organizzato da Fiaso Campania.
Durante l’incontro si è discusso dei principali problemi del settore, come la carenza di personale – mancano all’appello circa 4mila medici – il ricorso inappropriato al Pronto Soccorso e la necessità di un filtro più efficace sul territorio, la carenza di posti letto negli ospedali, oltre a un sistema del 118 organizzato in maniera non omogenea su tutto il territorio nazionale. «Ci troviamo di fronte a una situazione – spiega Giovanni Migliore, presidente di Fiaso – di grave emergenza: sempre più concorsi banditi dalle Aziende sanitarie e ospedaliere vanno deserti, com’è accaduto pochi mesi fa proprio al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli. Inoltre, come emerge da una recente rilevazione della Simeu, nel 2022 circa 600 medici di emergenza-urgenza hanno scelto di dimettersi dai pronto soccorso. Le cause sono da ricercare negli estenuanti carichi di lavoro e nelle retribuzioni ancora insufficienti per i professionisti che lavorano in prima linea, che non fanno altro che incentivare la fuga dal pubblico al privato, accentuando ancor di più il problema della carenza di organico e mandando in crisi soprattutto gli ospedali situati nelle aree marginali o periferiche».
«Per superare queste criticità – dichiara Migliore – occorre una legislazione di emergenza: un provvedimento straordinario, che resti in vigore per 24-36 mesi, che consenta di assumere nei pronto soccorso sia i laureati in Medicina e Chirurgia abilitati all’esercizio della professione, sia gli specializzandi in regime di libera professione, durante il loro percorso formativo». E continua: «Accogliamo con grande favore la proposta di legge approvata lo scorso 20 ottobre dal Consiglio regionale della Calabria, che prevede misure straordinarie per superare la carenza di personale e per ridurre le esternalizzazioni al pronto soccorso, e ne auspichiamo l’adozione anche da parte delle altre regioni. Le misure introdotte – come la retribuzione accessoria per i medici che effettuano turni aggiuntivi nelle unità operative di pronto soccorso e di anestesia e l’apertura ai medici in formazione specialistica assunti dalle Aziende – avranno senz’altro una ricaduta positiva su tutto il sistema: si ridurranno gli estenuanti carichi di lavoro dei professionisti, a vantaggio della qualità del servizio, con una riduzione dei tempi di attesa, il miglioramento del rapporto con i cittadini e il contenimento della fuga dei professionisti dal pubblico al privato».
«La giornata di oggi è stata estremamente importante perché ha rappresentato un momento di confronto tra operatori della sanità che a vario titolo sono chiamati a dirigere, gestire e monitorare le attività di emergenza-urgenza in Italia», dichiara Antonio D’Amore, direttore generale dell’Aou Cardarelli di Napoli e Vicepresidente di Fiaso. «Ci troviamo di fronte a problematiche simili che accomunano territori diversi e sistemi sanitari differenti. È questo – continua – un indicatore importante che evidenzia la necessità di innovare i modelli di assistenza, ripensandoli anche destinandovi maggiori risorse».
Prosegue Fabio De Iaco, presidente di Simeu: «La situazione attuale dell’emergenza-urgenza richiede provvedimenti strutturali a lungo termine che sono indispensabili per rendere efficaci anche misure di emergenza a breve termine. Il futuro del sistema di emergenza-urgenza, nell’ambito di un Ssn rinnovato, richiede una visione concreta e adesa alla realtà vissuta quotidianamente dagli operatori e richiede il concorso di tutti i portatori d’interesse liberi da vincoli di appartenenza. È necessario rifondare il sistema in un’ottica di competenza specialistica multiprofessionale sia dal punto di vista clinico che dal punto di vista organizzativo. In assenza di una visione di questo tipo l’emergenza-urgenza e il pronto soccorso in particolare non troveranno le risorse e la forza per risollevarsi e inevitabilmente diminuiranno in qualità e in presenza sul territorio, allontanandoci sempre più dal mandato costituzionale e incrementando le disequità in sanità. Il punto di partenza è la restituzione della dignità a tutto tondo ai professionisti e la ricostruzione dell’attrattività dell’intero SSN».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato