La figura agirà accanto ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta per consentire la presa in carico della persona e garantire prevenzione e cure psicologiche di prossimità. «Il nostro sistema universalistico ci impone di offrire un supporto in maniera gratuita» sottolinea la capogruppo Pd in Commissione Sanità
«In ogni azienda sanitaria locale è istituito il servizio di psicologia di cure primarie, strutturato a livello di distretto sanitario, caratterizzato da costi contenuti e contraddistinto da una rapida presa in carico della persona». Comincia così l’articolo 1 del Disegno di legge presentato dalla senatrice Paola Boldrini, capogruppo del Partito democratico in Commissione Sanità al Senato, per garantire l’assistenza psicologica di base.
Il Ddl andrebbe così a perfezionare la norma inserita lo scorso anno nel Decreto Calabria che, sulla base di accordi regionali o aziendali, prevedeva modelli organizzativi multiprofessionali per i medici di medicina generale nei quali era prevista la presenza, oltre che del collaboratore di studio, anche di personale infermieristico e dello psicologo. Sono però poche le regioni che si sono adeguate: l’unica a varare una legge è stata la Puglia; altre come l’Umbria hanno avviato una sperimentazione.
«Il Disegno di legge – ha spiegato la senatrice Paola Boldrini nella conferenza stampa di presentazione al Senato – nasce per istituire all’interno del SSN la figura dello psicologo di cure primarie, che possa agire accanto ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta per consentire la presa in carico della persona e garantire prevenzione e cure psicologiche di prossimità. In questo momento ci sono situazioni rese ancora più complesse dalla pandemia: penso alla malattia, alla cronicità, alla perdita del lavoro, al sovraccarico di lavoro per le donne nel periodo del lockdown, ai problemi di coppia. Non possiamo offrire questo aiuto solo ai cittadini che se lo possono permettere. Il nostro sistema universalistico ci impone di offrire un supporto in maniera gratuita. Mettere a sistema una rete di psicologi con una formazione adeguata per ogni tipo di problematica è una risposta che dobbiamo dare il più presto possibile perché la salute delle persone parte soprattutto dalla salute psichica».
Il Disegno di legge si compone di tre articoli. L’articolo 1 stabilisce le aree di intervento su cui lo psicologo di cure primarie è chiamato ad intervenire: dalla scarsa aderenza alla cura a problemi legati all’adattamento quali lutti e perdita del lavoro. Tra le finalità del servizio quella di «identificare precocemente e intervenire tempestivamente sulle situazioni e sulle problematiche psico-sociali» ma anche quella di offrire un supporto al personale sanitario «in caso di presenza di conflittualità e rapporti difficili con l’utenza afferente allo studio».
L’articolo 2 delinea il rapporto con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, che viene definito «strategico» per intervenire sui sintomi psichici di lieve o media entità o sintomi fisici i quali, a seguito di idonei accertamenti diagnostici e clinici, «non risultino ascrivibili a patologie organiche producendo somatizzazioni di ansia o stati depressivi». Il medico di famiglia potrà inviare direttamente allo psicologo il paziente oppure potrà esservi un “trattamento congiunto”, in cui il medico e lo psicologo valutano contestualmente il paziente. Terza opzione è quella delle consulenze specifiche che il medico di base può richiedere allo psicologo.
L’articolo 3 spiega che al servizio di psicologia delle cure primarie afferiscono gli psicologi dirigenti dipendenti, gli psicologi con rapporto convenzionale della specialistica ambulatoriale, e gli psicologici assunti con formazione post laurea specifica in cure primarie. Le assunzioni dovranno avvenire in un rapporto di riferimento di uno psicologo ogni cinque medici di famiglia e pediatri di libera scelta.
«Il Dl Calabria – spiega David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale degli Ordini degli psicologi – prevede esclusivamente che quando il medico di famiglia vuole aumentare il suo massimale di assistititi si può giovare dello psicologo. È una previsione, ma non è una norma organica che istituisce la figura in senso pieno, che prevede quello che fa e una copertura economica. Una normativa organica è assolutamente indispensabile. L’auspicio è che questo Ddl trovi una sua definizione parlamentare al più presto perché oltretutto, come la pandemia ha dimostrato, la rete pubblica di assistenza psicologica è estremamente carente e fragile ed è necessario rinforzarla a cominciare dal primo presidio di ascolto del cittadino che è la medicina generale e la pediatria di libera scelta. Avere a disposizione queste competenze accanto ai medici e agli infermieri diventa un modo per essere molto più efficaci e poter dare delle risposte che impediscano che i problemi si aggravino».
Nel testo si fa riferimento a uno specifico “Accordo nazionale unico della psicologia delle cure primarie”, ma lo strumento della convenzione è solo una delle possibilità in campo.
«Questa figura – spiega ancora Lazzari – non sarà uno psicologo dipendente della sanità pubblica, perché nel SSN devono esserci i servizi di secondo livello. Sicuramente sul modello dovremo confrontarci col governo. Questo dovrà essere una sorta di psicologo di famiglia, noi lo abbiamo chiamato di cure primarie, che dovrà avere una sua definizione normativa».
Alla conferenza stampa di presentazione anche Mario Falconi, presidente del Tribunale dei diritti e doveri del medico, e Antonio Panti, Commissione deontologica FNOMCeO.
Falconi ha sottolineato l’importanza di avere conoscenze in campo psicologico, anche per poter indirizzare il paziente: «Non ci scordiamo che un cittadino sceglie un medico di famiglia che deve avere capacità, autorevolezza e quindi conoscenze tali che lo portino a servirsi dello psicologo laddove è necessario – spiega Falconi -. Una certa formazione psicologica deve essere patrimonio del medico di famiglia ma siccome è una specialità particolare, quando lo ritiene opportuno dovrebbe avere la possibilità e l’opportunità di avere queste consulenze, cosa oggi molto difficile per cui come al solito chi ha i soldi si cura meglio di chi non ce l’ha».
Antonio Panti ha sottolineato come «la medicina moderna sia una medicina integrata. Lo psicologo nelle strutture pubbliche è una figura essenziale, anche con funzioni di consulenza interna per affrontare il disagio dei professionisti della sanità. Altri Paesi già lo fanno».
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