Sanità 29 Settembre 2020 13:33

Recovery Fund, Speranza al Senato: «Casa sia primo luogo di cura. Tra priorità rafforzamento IRCCS e ospedali green»

Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha illustrato al Senato le linee generali del piano per la sanità: c’è tempo fino ai primi di gennaio. «Coinvolgeremo anche sindacati, Ordini professionali e imprese nella stesura» ha sottolineato. Il rafforzamento della sanità territoriale al centro: «Investimenti su hospice, ospedali di comunità e RSA»

Recovery Fund, Speranza al Senato: «Casa sia primo luogo di cura. Tra priorità rafforzamento IRCCS e ospedali green»

«Il Covid è stato un dramma ma ci offre anche un’opportunità: la presenza di una nuova consapevolezza della necessità di tornare ad investire in sanità». Dopo l’audizione in Commissione Affari Sociali alla Camera, il Ministro della Salute Roberto Speranza si è recato anche in Commissione Sanità al Senato per illustrare gli ‘assi’ fondamentali del piano del governo sul Recovery Fund per quanto attiene alla sanità.

Nella prima audizione del Ministro in Commissione da quando è presidente la neoeletta Annamaria Parente, Speranza ha ricordato che è ormai tramontata la scadenza del 15 ottobre per la presentazione del Piano alla Commissione Ue: la deadline sarà la prima settimana di gennaio. Solo allora bisognerà avere un piano dettagliato di intervento. Anche per questo la Commissione Sanità sta lavorando a un documento sul tema del rafforzamento della sanità territoriale da cui il governo potrà attingere.

«Il Comitato Interministeriale per gli Affari Europei ha approvato nell’ultima riunione le macrolinee guida: uno di queste è stata intitolata ‘sanità’ – ha sottolineato Speranza -. Ora procederemo a un confronto anche con regioni e soggetti sociali come sindacati, Ordini professionali e imprese».

In fase di replica ai senatori, Speranza ha ribadito la sua posizione verso il MES: «Le risorse per la sanità da ovunque vengano sono benvenute. Il Recovery, il Mes se si decide di utilizzarlo. Il mio obiettivo è portare risorse al Servizio sanitario nazionale, lo strumento finanziario che si decide per me è secondario. Non sono un tifoso, non voglio battaglie ideologiche. Il punto è che finalmente possiamo fare una riforma mettendo risorse. L’importante è che queste diatribe non siano pretesto per non mettere le risorse».

I CINQUE ASSI DEL PIANO

Il rafforzamento della sanità territoriale è uno degli assi centrali del Piano che vede tra le altre priorità anche gli “ospedale in rete”, “salute e ambiente”, “conoscenza per la salute” e “innovazione digitale”.

Speranza ha sottolineato in primis le criticità della sanità italiana su cui occorre intervenire: in primis l’aumento delle diseguaglianze tra territori con i «Lea ancora variegati tra le regioni in una dinamica atavica tra nord e sud». Poi il «ritardo nell’innovazione e digitalizzazione dovuto a mancati investimenti».

Ora occorre una svolta di carattere culturale in cui «la tutela della salute non sia più vista come un costo ma come un investimento fondamentale per il benessere dell’individuo» anche perché «avere un servizio sanitario forte è la precondizione per poter giocare la partita dello sviluppo economico. Ogni euro in meno nella tutela della salute ha creato un risparmio apparente e si è trasformato in più spesa sanitaria».

RAFFORZAMENTO SANITÀ TERRITORIALE

Nel piano decennale che deve andare al di là delle criticità del momento la parte del leone la farà il territorio: «La parola chiave è la parola ‘prossimità’ – ha ricordato Speranza -. Il SSN deve essere vicino alle esigenze delle persone. In passato è stata ridotta l’offerta ospedaliera senza potenziare quella territoriale. Negli ospedali devono andare le patologie gravi, nelle strutture territoriali si deve fare prevenzione e assistenza».

Caro al Ministro della Salute il concetto di “sanità circolare” dentro cui «c’è sempre al centro il cittadino-paziente».

Il nuovo paradigma sarà «la casa, che deve essere il primo luogo di cura delle persone. Già nel Dl Rilancio c’è stato un investimento significativo sulle cure domiciliare: passeremo dal 4% al 6,7% di assistenza domiciliare per gli over 65. Saremo sopra la media OCSE di 0,7%».

Poi ha annunciato investimenti sulle Case e gli Ospedali di Comunità, sugli Hospice per i malati terminali e su quelli pediatrici, sulle strutture per la Riabilitazione, sui Consultori, sulla Rete psichiatrica e sulle RSA per un «nesso più forte tra politiche sociali e sanitarie».

Sul tema della prevenzione Speranza ha ricordato il ruolo che possono giocare le scuole, come testimoniato dall’emergenza Covid, e la necessità di investire sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: «I dati di mortalità sul lavoro sono una piaga inaccettabile». E poi ancora lotta al tabagismo, all’alcolismo e alle tossicodipendenze.

Il Ministro ha ribadito la necessità di rafforzare gli ospedali in rete con un aggiornamento del DM 70.

INVESTIMENTI GREEN E INNOVAZIONE TECNOLOGICA

«Le linee guida generali segnalano che la questione degli investimenti green è questione fondamentale» ha ricordato Speranza che pensa a una riconversione green degli ospedali italiani perché «oltre il 30% degli investimenti del Recovery Fund deve essere ‘green’».

Speranza ha poi dedicato una parte della sua relazione agli investimenti sugli IRCCS: «Dobbiamo puntare sulla conoscenza per la salute: ciò significa nuovi investimenti sulla ricerca. Vanno valorizzati e rafforzati i nostri IRCSS che svolgono un ruolo fondamentale perché consentono la necessaria e indispensabile continuità di relazione tra ricerca e cura che è punto di forza del nostro SSN».

E poi «più attrattività sulla partita della ricerca farmaceutica a livello globale» perché alcuni studi hanno rivelato che nei prossimi mesi «gli investimenti della ricerca farmaceutica a livello mondiale ammonteranno a mille miliardi».

Infine un passaggio sull’innovazione digitale, dai big data all’intelligenza artificiale. «Il SSN deve essere in grado di dialogare col paziente anche attraverso il cellulare» ha detto Speranza che punta a «modernizzare le dotazioni tecnologiche di tutti i presidi ospedalieri» per correggere «le grandi differenze tra i territori».

Ora davanti al governo e al Parlamento ci sono 90 giorni di tempo per approntare un piano che sia più completo possibile.

 

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