Il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha presentato la nuova bozza al premier Conte: aumentano i fondi per scuola, sanità e welfare. Le risorse per la sanità serviranno a implementare la medicina e la digitalizzazione. Prevista la costruzione di circa 5mila Case di comunità. Resta il nodo del MES
La sanità non sarà più la cenerentola del Recovery Plan. Lo prevede la nuova bozza del Piano di investimenti che il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha consegnato il giorno dell’Epifania al Premier Giuseppe Conte e che ora andrà al vaglio del Consiglio dei Ministri: un passaggio molto delicato da cui potrebbero dipendere le sorti dell’esecutivo dopo la stroncatura dell’ex premier Matteo Renzi che aveva presentato un piano alternativo (ribattezzato “CIAO”). La bozza recepisce alcune delle osservazioni fatte dai partiti della maggioranza nelle scorse settimane per accedere ai fondi del Next Generation Ue, il piano europeo da 750 miliardi varato nel luglio scorso. All’Italia sono destinati 208,6 miliardi, di cui 127 miliardi di prestiti e 81 miliardi di trasferimenti a fondo perduto.
Aveva fatto molto discutere la scelta di destinare alla sanità solo 9 miliardi, il 4,6% dei 208,6 miliardi previsti dal Recovery Fund per l’Italia. Lo stesso Ministro della Salute Roberto Speranza si era detto insoddisfatto delle cifre, molto lontane rispetto ai 68 miliardi ipotizzati dal Ministero della Salute la scorsa estate. Nella nuova bozza alla sanità vengono destinati 18,1 miliardi, il doppio di quanto previsto in un primo momento.
In realtà l’aumento effettivo delle risorse è di circa 3,5 miliardi perché altri 5,6 miliardi sono quelli già riservati all’edilizia ospedaliera e che farebbero parte di un altro capitolo del Recovery Plan: quello relativo alla riqualificazione ed efficientamento energetico di tutto il patrimonio edilizio pubblico. Fondi, quest’ultimi, che serviranno per costruire 63 nuovi ospedali in 5 anni e altri 170 da ristrutturare.
Al netto dunque di questi fondi, alla sanità andranno circa 12,5 miliardi di euro che serviranno in gran parte per potenziare le cure domiciliari e territoriali su cui negli ultimi mesi è al lavoro anche la Commissione Sanità del Senato con un Affare assegnato.
Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore il nuovo piano per la sanità all’interno del Recovery si divide in due maxi voci: 7,5 miliardi per il territorio e la telemedicina (di questi 4 miliardi per la case di comunità e la telemedicina, 980 milioni per le cure a casa e altri 2 miliardi per le cure intermedie e gli ospedali di comunità), il resto per innovazione e digitalizzazione.
I fondi serviranno a costruire circa 5mila Case di comunità per assistere anziani e malati cronici e dei presidi sanitari a degenza breve (gli ospedali di comunità) con una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero.
Altro capitolo è quello della digitalizzazione dei servizi sanitari, lo sviluppo della telemedicina e l’ammodernamento del parco apparecchiature degli ospedali che da solo vale circa 2 miliardi.
Resta il nodo del MES: nella bozza finale non dovrebbe esserci nessun riferimento all’adesione al Meccanismo Europeo di Stabilità nonostante il pressing di Italia Viva, complice il veto sul tema del Movimento Cinque Stelle.
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