Smentiti i sondaggi della vigilia, che davano un testa a testa in Puglia e Toscana: confermato Michele Emiliano, Eugenio Giani stacca Susanna Ceccardi. Gli italiani non hanno avuto paura del Covid: buono il dato dell’affluenza. Virologo Lopalco assessore alla Sanità
Pari e patta. Chiuse le urne il responso delle regionali ha visto un sostanziale pareggio tra centrodestra e centrosinistra che hanno conquistato tre regioni a testa. Tranne le Marche, nessuna regione ha cambiato colore politico e ovunque sono stati riconfermati i governatori uscenti. Sicuramente ha giocato un ruolo decisivo l’emergenza Covid, con i cittadini che hanno premiato quasi ovunque la gestione della pandemia da parte dei governatori uscenti. Gli italiani non hanno avuto paura del virus, come si paventava alla vigilia, e si sono recati alle urne rispettando le norme di distanziamento: al referendum costituzionale per il taglio dei parlamentari, che ha sancito la vittoria del sì con il 70% dei voti, l’affluenza è stata del 53,84%. Dati ancora più alti per le regionali e le comunali in diversi capoluoghi.
Ampiamente rispettati i sondaggi della vigilia in Campania dove lo “sceriffo” Vincenzo De Luca (centrosinistra) trionfa con il 69,6%. Molto staccato il candidato del centrodestra Stefano Caldoro al 17,8% mentre Valeria Ciarambino per il M5S si ferma al 9,9%. Attesa per lo scrutinio delle preferenze: tra i tanti candidati in corsa per il Consiglio regionale anche il Presidente OPI Napoli Ciro Carbone, il pediatra Paolo Pignata, il medico dell’emergenza-urgenza Sergio Sorrentino.
Il testa a testa dato dai sondaggi e anche dagli exit poll non è stato confermato dalle urne: il presidente uscente Michele Emiliano con il 46,9% dei consensi ha staccato nettamente il candidato del centrodestra ed ex governatore Raffaele Fitto fermo al 38,8%. La candidata del M5S Antonella Laricchia ha raccolto l’11,04%, mentre Ivan Scalfarotto di Italia Viva l’1,64%.
Il professore Pierluigi Lopalco sarà il nuovo assessore alla Sanità della Regione Puglia. «Ha avuto il coraggio di sottoporsi al vaglio popolare ed elettorale e ne è uscito da trionfatore», ha spiegato Emiliano. «La sua non era una sfida facile, non era facile trasformare un professore di università in una star di preferenze. La competenza e serietà di Pierluigi – ha concluso – hanno avuto un peso».
Plebiscito per il “doge” Luca Zaia forte anche dell’ottima gestione dell’emergenza Covid: il candidato della Lega ha ottenuto il 76,7% e 1.636.103 voti. La ‘civica’ ‘Zaia presidente’ (45,2%) supera di quasi trenta punti percentuali la Lega, che si attesta al 16,8%. Il dem Arturo Lorenzoni ottiene il 15,7% mentre Enrico Cappelletti (M5S) è fermo al 3,33%.
Dopo 25 anni di governi di centrosinistra le Marche cambiano e svoltano a destra: a governare la regione sarà Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia) che ha raccolto oltre il 49% mentre il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi si attesta al 37,28%. Sul gradino più basso del podio il pentastellato Gian Mario Mercorelli, con l’8,64%. «Da domani inizieremo insieme a lavorare per costruire una visione comune, un progetto che può dare spazio a tutti, e dare ai marchigiani, popolo operoso, le risposte che attendono» ha detto a caldo il neopresidente Acquaroli. Attesa per i tanti esponenti delle professioni sanitarie candidati al Consiglio regionale: tra loro oltre dieci infermieri.
Anche in Toscana il testa a testa dei sondaggi non si è concretizzato: la storica roccaforte rossa resta nelle mani del centrosinistra che con Eugenio Giani ha raccolto il 48,65% (34,76% del Pd e 4,48% di Iv). La contendente Susanna Ceccardi (Lega) si ferma al 40,44% (nel dettaglio 21,8% della Lega, 13,49% di FdI, 4,28% di Forza Italia). Irene Galletti per il M5S si è fermata al 6,1%. Tanti i camici bianchi in corsa: da Gianna Gambaccini (Lega) neurologa e assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pisa, ad Andrea Quartini (M5S), consigliere regionale uscente e medico presso la ASL di Firenze specializzato in tossicodipendenze.
L’unica regione in cui si è manifestata anche a livello locale l’alleanza giallorossa tra M5S e PD resta nelle mani del centrodestra: il governatore uscente Giovanni Toti trionfa con 18 punti di distanza rispetto allo sfidante Ferruccio Sansa: 56,1% contro il 38,9%.
Ampio appoggio alla lista del presidente, ‘Cambiamo con Toti’, che ha ottenuto il 22,5% delle preferenze, sopra la Lega che 5 anni fa trainò la vittoria del governatore e oggi si ferma al 17,2%. Proprio il Carroccio nel 2015 si posizionava al 20,25%. Si è trattato di una prima volta per un presidente di centrodestra riconfermato al secondo mandato in Liguria.
Non ci sono ancora risultati definitivi in Valle D’Aosta dove lo spoglio si avvia alla conclusione. Superati i due terzi (56.566 su 72.704, per un totale di 77,8%) delle schede scrutinate. Resta prima la Lega con il 23,91%. Seguono Union Valdôtaine (15,60%) e Progetto Civico Progressista (15,31%). Ancora Vda Unie (8,37)% e Alliance Valdôtaine (8,39%). Slla soglia del quorum Pour l’Autonomie (6,37%), Centro Destra (5,82%) e Rinascimento Valle d’Aosta (5,16%). Il Movimento Cinque Stelle sembra per ora stanziato al 3,97%.