Il Presidente della Commissione Sanità del Senato sottolinea: «Non ha senso commissariare l’intero settore Sanità di una Regione quando ci sono strutture che vanno male e altre che invece funzionano benissimo. Serve un accordo su qualità e meritocrazia». E anche il Sottosegretario alla Salute parla di «verifica straordinaria, che individui le disfunzioni persistenti sulle quali intervenire e soltanto dopo saremo in grado di stabilire l’intensità del commissariamento di cui la regione necessita»
Il tema del commissariamento delle regioni in sanità continua a far discutere. I recenti interventi del governo, dalle scelte in Calabria che hanno provocato l’ira del governatore Mario Oliverio fino alla polemica con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, hanno contribuito a inasprire le posizioni, già tese per la norma approvata recentemente che vieta il doppio ruolo di presidente-commissario.
Prova a mediare il Presidente della Commissione Sanità del Senato Pierpaolo Sileri che lancia la proposta dei commissariamenti “chirurgici”, cioè solo su singoli aspetti. «Le cose devono cambiare – spiega Sileri – Non ha senso commissariare l’intero settore Sanità di una Regione quando ci sono strutture che vanno male e altre che invece funzionano benissimo. Lo dico da chirurgo, il commissariamento deve essere chirurgico, ossia riferito alle cose che non vanno bene e non deve essere generico».
Sileri, parlando a margine del convegno in Senato su “Blockchain in Sanità: opportunità e prospettive”, ha poi chiarito: «Serve il dialogo, un accordo su qualità e meritocrazia. Le cose non si cambiano facendo nuove nomine. Con le Regioni si possono trovare soluzioni diverse e condivise. I problemi possono essere affrontati nell’ambito dei rapporti Stato-Regioni».
Sul tema è intervenuto oggi anche il Sottosegretario alla Salute Luca Coletto che ha parlato anche lui di diversi livelli di “intensità di commissariamento”: «Il nuovo Patto della Salute – ha spiegato Coletto – deve essere anche un’occasione per rivedere le modalità di affiancamento alle Regioni ancora in piano di rientro, aprendo a Commissariamenti mirati alla soluzione di singole criticità, quando le condizioni lo consentono. Per fare questo dobbiamo partire da una “verifica straordinaria”, che individui le disfunzioni persistenti sulle quali intervenire e soltanto dopo questa verifica saremo in grado di stabilire l’intensità del commissariamento di cui la regione necessita».
In serata arriva anche il commento dell’Assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato, che in una nota definisce «positive» le dichiarazioni di Sileri e Coletto: «Abbiamo bisogno di effettuare una verifica a distanza di oltre un decennio che muove dalla consapevolezza che per i piani di rientro e i commissariamenti non si possano utilizzare gli stessi strumenti di dieci anni fa. Bisogna prevedere il passaggio necessario a pochi e sintetici indicatori di processo su cui misurare i servizi sanitari regionali. L’insieme delle Regioni hanno condiviso questa impostazione nel documento inviato al Ministro della Salute come contributo per il nuovo Patto per la Salute», conclude.