La mozione unitaria è stata approvata quasi all’unanimità dalla Camera. Priorità è l’attuazione del Piano Oncologico Nazionale, in linea con quello europeo. Diagnosi in calo a causa delle visite saltate
La lotta al cancro deve diventare una priorità dell’agenda politica. È questo, in sintesi, il messaggio che emerge dalla mozione unitaria approvata alla Camera quasi all’unanimità sul tema delle cure della cura e della prevenzione delle malattie oncologiche. Il tema è esploso con la fine della fase più acuta dell’emergenza Covid, quando è emerso che milioni di visite e screening oncologici sono saltati a causa della pressione sugli ospedali dei malati Covid.
Altro tema su cui è incentrata la mozione è quello relativo al miglioramento della vita dei pazienti oncologici sopravvissuti alla malattia. Le persone guarite dal tumore devono spesso affrontare ostacoli e discriminazioni dovuti per lo più ad una sorta di stigma sociale che impedirebbe agli stessi di accedere ad alcuni servizi considerati ad oggi un privilegio per persone sane: discriminazioni che possono ostacolare per l’accensione di un mutuo, per adottare un bambino, per l’avanzamento di carriera, per chiedere un prestito personale, per aprire un’attività, per richiedere una copertura assicurativa, per il reinserimento lavorativo.
Sono 40 i punti della mozione con altrettanti impegni per il Governo. Tra gli impegni quello per adottare tutte le iniziative utili per la immediata attivazione delle principali misure contenute nel “Piano oncologico contro il cancro dell’Unione europea” e nel “Piano Samira” sull’impiego delle tecnologie radiologiche e nucleari, declinandoli in un Piano oncologico nazionale (PON) che coinvolga il Ministero della salute e le regioni in un’ottica One Health.
Altro punto è quello di tracciare una road map per perfezionare l’adozione definitiva del Piano Nazionale Oncologico, in linea con il Piano europeo, per completare il percorso istitutivo del Registro nazionale tumori e della rete dei registri regionali, assicurando un corretto conferimento dei dati regionali in unico e funzionante database nazionale. Per investire nella prevenzione, sviluppando forme di comunicazione sui corretti stili di vita dalla scuola fino ai luoghi di lavoro e aumentando le coperture vaccinali, per contrastare i fattori ambientali, incluso l’inquinamento, ritenuti in base alle evidenze disponibili corresponsabili dell’aumento del rischio di ammalarsi di tumore. Per potenziare l’attività di screening, per implementare la prevenzione terziaria per le persone sopravvissute ad un tumore con il miglioramento dei follow-up e dei corretti stili di vita, per garantire la cura a partire dalla presa in carico dei pazienti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.
Nella mozione c’è anche la richiesta di colmare le differenze dei servizi assistenziali per la cura del cancro, tra regioni caratterizzate dall’esistenza di reti oncologiche efficienti e all’avanguardia e regioni caratterizzate da una eccessiva mobilità passiva sull’oncologia, e di promuovere e facilitare la ricerca clinica sui farmaci oncologici innovativi e sulle nuove tecnologie, quali l’immunoterapia, le Car-t e le terapie radiocellulari di ultima generazione.
Si chiede anche, in caso di fondato sospetto, di assicurare l’esenzione temporanea dalla compartecipazione alla spesa sanitaria (ticket) anche nelle fasi di indagine. La mozione punta anche ad adottare iniziative per l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza (Lea) dei test di diagnostica molecolare per patologie per le quali esistano farmaci di precisione disponibili, per indirizzare i pazienti verso le terapie più appropriate.
Sull’oncologia di precisione si chiede di istituire i Molecular Tumor Board (MTB) nell’ambito delle Reti Oncologiche Regionali (ROR) e l’istituzione dei Centri di profilazione genomica (Next Generation Sequencing – NGS). Un impegno riguarda anche la lotta al cancro infantile, valutando l’istituzione di un fondo permanente per il sostegno ai piccoli pazienti oncologici, alle loro famiglie e a tutte le associazioni del terzo settore impegnate all’interno degli istituti oncologici pediatrici.
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