Al Senato passa emendamento chiesto da tutto il mondo della sanità. Ora il giudice dovrà tenere conto “della limitatezza delle conoscenze scientifiche al momento del fatto sulle patologie da SARS-Cov-2 e sulle terapie appropriate, nonché della scarsità delle risorse umane e materiali”. Le reazioni
Era stato invocato da tempo, ma poi non se n’era fatto nulla. Alla fine, le forze politiche hanno trovato l’intesa e nell’ultimo Decreto sulle misure di contenimento per il Covid-19 (DL 44 del 2021) è passato in Commissione Affari costituzionali in Senato l’emendamento che limita la responsabilità penale degli operatori sanitari ai soli casi di colpa grave, per eventi avvenuti nella fase dell’emergenza Covid-19.
La scriminante approvata a Palazzo Madama prevede che durante lo stato di emergenza, i reati previsti dagli articoli 589 e 590 del codice penale – omicidio colposo e lesioni personali colpose – commessi nell’esercizio di una professione sanitaria e legati alla situazione di emergenza, “sono punibili solo nei casi di colpa grave”.
Ai fini della valutazione del grado della colpa, si legge nell’emendamento, “il giudice tiene conto, tra i fattori che ne possono escludere la gravità, della limitatezza delle conoscenze scientifiche al momento del fatto sulle patologie da SARS-Cov-2 e sulle terapie appropriate, nonché della scarsità delle risorse umane e materiali concretamente disponibili in relazione al numero dei casi da trattare, oltre che del minor grado di esperienza e conoscenze tecniche possedute dal personale non specializzato impiegato per far fronte all’emergenza”.
Lo scudo penale, invocato da tempo da sindacati, Ordini e associazioni, è stato salutato con soddisfazione dal mondo della sanità. «Credo che sia un provvedimento giusto, che dà un segnale importante a chi ha lavorato in primissima linea in una fase così dura ed ha aiutato il Paese con il massimo dello sforzo e dell’impegno», ha sottolineato il ministro della Salute Roberto Speranza dopo l’ok all’emendamento.
«Un grande passo in avanti, perché la limitazione della responsabilità penale ai soli casi di colpa grave non è più circoscritta alle vaccinazioni, ma riguarda tutta l’attività prestata durante lo stato di emergenza epidemiologica dovuta al Covid». Questo il commento del Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Anelli, che spiega: «L’emendamento tiene dunque conto del contesto straordinario in cui i medici e gli altri professionisti sono stati chiamati ad operare: un contesto con evidenze scientifiche scarse e in continua evoluzione, di carenza di personale e di risorse».
«Esprimiamo la nostra soddisfazione per il fatto che il Governo abbia sostenuto questo provvedimento – conclude Anelli -. Ringraziamo in maniera particolare la Ministra della Giustizia Marta Cartabia, il Ministro della Salute Roberto Speranza, i Capigruppo che hanno espresso parere favorevole all’approvazione. Un ringraziamento al Sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, che ha rappresentato le ragioni del Governo all’interno della Commissione».
Dal mondo sindacale arriva la voce della FIALS che parla di «atto di civiltà» come spiega il Segretario Giuseppe Carbone: «Accogliamo con favore questo segnale di civiltà della politica, che stavolta è riuscita ad essere dalla parte giusta, dalla parte di lavoratori che, nonostante gravi carenze gestionali e organizzative, sono riusciti a sostenere sulle loro spalle il SSN. Scudo penale non vuol dire nascondere misfatti – prosegue – ma dare valore a ciò che è stato fatto in nome dell’articolo 32 della Costituzione, a garanzia del diritto alla salute di tutti i cittadini».
Anche la Fondazione Italia in Salute del padre della Legge sulla Responsabilità Civile Federico Gelli, che da mesi si batteva per questo provvedimento, esprime grande soddisfazione: «Ritengo si tratti di un segnale fondamentale nei confronti di chi ha lavorato in prima linea in questo anno così complicato – sottolinea il Presidente Federico Gelli -. Far rischiare coloro che abbiamo definito ‘eroi’ di diventare i protagonisti di una possibile pandemia giudiziaria sarebbe stata un’enorme ingiustizia. Questa modifica è anche nell’interesse dei cittadini dal momento che gli operatori potranno sentirsi più liberi nello svolgimento del loro lavoro senza dover ricorrere a fenomeni di medicina difensiva».
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