Il Ministro della Salute, al Senato, avverte: «Se abbassiamo la guardia la terza ondata è dietro l’angolo, non dobbiamo perdere la memoria». Poi spiega: «Il modello della classificazione delle regioni sta funzionando, puntiamo a portare incidenza a 50 casi ogni 100mila abitanti». Sui vaccini: «L’Italia ha opzionato al momento 202.573.000 dosi, probabile che serviranno due dosi a testa»
A Natale e Capodanno non ci si potrà spostare da una regione all’altra e nemmeno da un comune e l’altro. Lo ha confermato il Ministro della Salute Roberto Speranza nella sua relazione illustrativa al Senato sulle ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 in cui ha sottolineato che gli ultimi provvedimenti messi in campo da governo e regioni stanno funzionando. Ma è sul Piano vaccinale che Speranza ha fornito diversi dettagli sulla strategia che sarà adottata: il vaccino sarà gratuito ma non sarà obbligatorio, le prime dosi verranno somministrate da gennaio, in primis agli operatori della sanità.
A Palazzo Madama il discorso del Ministro è incentrato sulla prudenza. Speranza ha ricordato come l’indice Rt sia in discesa (ora è a 1,08) e confida che possa scendere ancora di più. «Nella seconda ondata stiamo sperimentando una strada diversa: stiamo cercando di piegare la curva senza un lockdown generalizzato. Ma dobbiamo avere gli occhi bene aperti: siamo in presenza di una sostenuta circolazione del virus che rende difficile il contact tracing e può alimentare nuovi focolai. Per la stabilizzazione dei primi risultati c’è bisogno di altre settimane di sacrifici. Perciò non scambiamo un primo raggio di sole con lo scampato pericolo».
Il Ministro ha ricordato quanto successo in estate, quando si è creato un clima sbagliato da “liberi tutti” e si è passati dai 237 casi al giorno di luglio ai 14.587 della settimana dal 28 settembre al 4 ottobre fino ad arrivare agli oltre 200mila della settimana dal 9 al 15 novembre. Per questo Speranza sottolinea che «se abbassiamo la guardia la terza ondata è dietro l’angolo, non dobbiamo perdere la memoria».
L’obiettivo dichiarato dal Ministro è quello di passare da una incidenza di 320 contagi ogni 100mila abitanti a 50 casi ogni 100mila: «Senza consistenti limitazioni dei movimenti e un rigoroso rispetto delle regole la convivenza con il virus fino al vaccino è destinata al fallimento».
Dunque resterà in vigore il modello delle classificazioni delle regioni per scenario e indice di rischio: «L’orientamento del governo, durante le feste natalizie, è di disincentivare gli spostamenti internazionali, limitare gli spostamenti tra le Regioni e nei giorni del 25, 26 dicembre e 1 gennaio limitare gli spostamenti anche tra i Comuni».
Tutto avverrà in un quadro di un coordinamento europeo che il nostro Paese ha promosso. Non è chiaro se si potrà andare nelle località sciistiche anche se su questo punto le idee del Ministro sembrano chiare: «Bisognerà evitare potenziali assembramenti nei luoghi di attrazione turistica legati in modo particolare alle attività sciistiche».
«La piena riuscita della campagna di vaccinazione deve rappresentare un obiettivo fondamentale di tutto il Paese. Non ci può essere su questo tema alcuna divisione tra noi, non possiamo permettercelo; su questo tema e su questa sfida serve un grande patto Paese con tutti dentro, nessuno escluso, non c’è maggioranza ed opposizione, ma gli italiani e il loro fondamentale diritto alla salute».
Nella seconda parte del suo intervento Speranza ha affrontato il tema della strategia vaccinale: ha rivendicato la prima intesa per la fornitura dei vaccini siglata il 13 giugno tra Italia, Germania, Francia e Olanda da cui poi è scaturita la decisione dell’Unione europea di centralizzare a Bruxelles la negoziazione e la stipula di tutti i contratti.
In questa seconda parte Speranza ha voluto lanciare un «messaggio di ragionata fiducia» perché ora «dentro la tempesta che ancora stiamo vivendo, finalmente vediamo un approdo, abbiamo una rotta chiara verso un porto sicuro».
Speranza ha ricordato che nessun vaccino è stato ancora approvato né dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA), né dall’agenzia statunitense Food and drug administration (FDA) ma «i segnali che arrivano però dagli studi effettuati sono incoraggianti e ci hanno portato ad accelerare la definizione del piano strategico».
«Al momento non è intenzione del Governo disporre l’obbligatorietà della vaccinazione» spiega Speranza anche se poi ha precisato che «nel corso della campagna valuteremo il tasso di adesione dei cittadini. Il nostro obiettivo è senza dubbio raggiungere al più presto l’immunità di gregge».
L’acquisto del vaccino sarà centralizzato e sarà somministrato gratuitamente a tutti gli italiani: «Nessuna diseguaglianza sarà ammissibile nella campagna di vaccinazione» ha chiarito il Ministro della Salute.
L’Italia ha opzionato al momento 202.573.000 dosi di vaccino, «una dotazione sufficientemente ampia per poter potenzialmente vaccinare tutta la popolazione e conservare delle scorte di sicurezza» spiega Speranza che continua: «Con le conoscenze oggi a nostra disposizione è molto probabile che saranno necessarie due dosi per ciascuna vaccinazione, a breve distanza temporale. Va inoltre ricordato che non vi è ancora evidenza scientifica sui tempi esatti di durata dell’immunità prodotta dal vaccino».
Le prime dosi saranno distribuite agli Stati membri in proporzione alle rispettive popolazioni a partire dal primo trimestre del 2021 e con una più significativa distribuzione delle dosi nel secondo e nel terzo trimestre, per completarsi nel quarto trimestre del prossimo anno.
Poi Speranza snocciola le cifre dei vaccini: «Se tutti i processi autorizzativi andassero a buon fine (cosa su cui non possiamo, per le ragioni che prima dicevo, ancora avere certezza assoluta) l’Italia potrebbe contare sulla disponibilità delle seguenti dosi: per il contratto con AstraZeneca 40,38 milioni di dosi, per il contratto con Johnson & Johnson 53,84 milioni di dosi, per il contratto con Sanofi 40,38 milioni di dosi, per il contratto con Pfizer-BioNTech 26,92 milioni di dosi, per il contratto con CureVac 30,285 milioni di dosi, per il contratto con Moderna 10,768 milioni di dosi».
L’accelerazione dei tempi, spiega il Ministro, è solo frutto della procedura in parallelo «delle diverse fasi di sperimentazione, produzione ed autorizzazione. Infatti, parallelamente agli studi preclinici e clinici di fase uno, due e tre, si è avviata la preparazione della produzione su scala industriale ai fini della distribuzione commerciale».
Le prime date da monitorare saranno quelle del 29 dicembre sul vaccino Pfizer-Biontech e del 12 gennaio sul vaccino Moderna in cui si attende il responso dell’EMA: queste due aziende nel primo trimestre dell’anno prossimo da contratto dovrebbero fornire rispettivamente 8,749 milioni di dosi Pfizer-Biontech e 1.346.000 dosi Moderna.
Ma quali saranno le fasce di popolazione a vaccinarsi? In primis gli operatori sanitari e socio-sanitari (1.404.037 persone), poi i residenti e il personale dei presidi residenziali per anziani (570.287 persone), le persone in età avanzata (gli over 80 sono 4.442.048, nella fascia 60-79 anni sono 13.432.005). Infine la popolazione con almeno una comorbilità cronica: 7.403.578 persone.
Altri passaggi del discorso di Speranza sono stati dedicati a logistica, approvvigionamento, stoccaggio e trasporto, che saranno di competenza del Commissario straordinario, del fabbisogno di personale (stimato in 20mila unità) e sulla governance del piano di vaccinazione (che nella fase iniziale sarà centralizzata). Inoltre Speranza ha annunciato che AIFA, in aggiunta alle attività di farmacovigilanza, promuoverà l’avvio di studi indipendenti sui vaccini.
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