L’ex Direttore sanitario dell’Ospedale Civico di Palermo sottolinea: «Io tra i primi a chiedere di bloccare la pubblicità sulla Rai. Paziente non deve vedere medico come antagonista, come interlocutore verso cui riversare tutta la propria acredine e insoddisfazione»
«È un’offesa indirizzata ai medici, una categoria che sappiamo essere bersaglio di continue vessazioni, ma non soltanto da parte di persone che si presentano e aggrediscono fisicamente i medici». Giorgio Trizzino, ex Direttore sanitario dell’Ospedale Civico di Palermo e ora deputato del Movimento Cinque Stelle, ha contestato fin dall’inizio la messa in onda dello spot che invita i pazienti a chiedere risarcimenti per i danni derivanti dalla malasanità. È grazie al suo intervento e a quello del deputato M5S Carmelo Massimo Misiti che lo spot è stato sospeso dalle reti Rai. Uno spot «che alimenta nei pazienti dubbi nell’operato dei medici» e che «potrebbe diventare una sorta di esortazione a denunciare comunque, anche se non si ha fondatezza nell’accusa». «Dobbiamo vedere il medico come nostro alleato, come colui che ci accompagna nel percorso di sofferenza – sottolinea Trizzino a Sanità Informazione – non possiamo vederlo come antagonista, come interlocutore verso cui riversare tutta la propria acredine e insoddisfazione. È uno di noi». Trizzino guarda con interesse alla petizione, ormai vicina alle 20mila adesioni, lanciata dal network legale Consulcesi sulla piattaforma online change.org per l’istituzione di una camera di conciliazione, un Tribunale della Salute, un luogo di confronto, e non di contrapposizione, tra medici e pazienti.
Onorevole, il famoso spot sul risarcimento è stato per ora sospeso dalla Rai, ma continua ad imperversare su altri network televisivi. I medici sono in rivolta, è un messaggio negativo nei confronti della categoria e nei confronti del Sistema sanitario nazionale. Lei come lo valuta?
«Intanto sono molto contento di essere stato io, insieme ad un altro deputato, a bloccare questo spot sulla Rai che lo ha ritirato in seguito ad una mia richiesta. Non è accaduto lo stesso per le televisioni private, questo ci fa pensare un po’ che il sistema privato di informazione ha una linea condizionata e diversa da quella del pubblico. Dobbiamo cercare di intervenire anche su Mediaset e La7 dove mi confermano che continua ad imperversare. È un’offesa in sostanza indirizzata ai medici, una categoria che sappiamo essere bersaglio di continue vessazioni, ma non soltanto da parte di persone che si presentano e aggrediscono fisicamente i medici. Abbiamo una storia lunga, sappiamo che il medico oggi è davvero pressato non soltanto da questi atti di violenza ma anche da condizioni di lavoro profondamente critiche e stressanti che lo vedono costretto a sacrifici enormi. Dobbiamo vedere il medico come nostro alleato, come colui che ci accompagna nel percorso di sofferenza, non possiamo vederlo come antagonista, come interlocutore verso cui riversare tutta la propria acredine e insoddisfazione. È uno di noi».
In questo senso è partita anche una petizione in questi giorni che chiede l’istituzione di una sorta di camera di conciliazione per evitare che i tribunali vengano ingolfati di ricorsi che spesso finiscono quasi sempre con l’assoluzione del medico. Come la valuta?
«È una proposta molto interessante. Naturalmente dobbiamo adattarla a una nostra condizione normativa che deve ottemperare anche a questa ipotesi. Mi sembra di poter dire che sganciare queste cause da un sistema più complicato in cui attualmente sono inserite mi sembra la soluzione migliore».