Sanità 22 Settembre 2022 12:34

Tre anni da Ministro della Salute, il bilancio di Roberto Speranza

Dal PNRR alla formazione continua, dalle esigenze del personale sanitario alla riforma del Numero chiuso. Alla vigilia delle elezioni, il quadro generale del Ministro uscente

Tre anni da Ministro della Salute, il bilancio di Roberto Speranza

Il Servizio sanitario nazionale è «il bene più prezioso che abbiamo». Lo abbiamo capito con la pandemia da Covid-19, la quale «ha convinto tutti della necessità del rilancio della sanità pubblica». Per questo, il Ministro della Salute uscente, Roberto Speranza, rilasciando un’intervista a Quotidiano Sanità a pochi giorni dalle elezioni che cambieranno faccia a Parlamento e Governo, auspica che «l’importanza della tutela» del Ssn non sia mai più «messa in discussione» e che la spesa sanitaria «non scenda mai più al di sotto del 7% del Pil». L’esecutivo che verrà formato a seguito del voto del prossimo 25 settembre dovrà, a detta di Speranza, difendere e rafforzare l’«impianto universalistico del Ssn» e «avvicinare ogni giorno la vita delle persone ai principi dell’articolo 32 della nostra Costituzione». Per farlo, continua Speranza, serve «continuare ad investire risorse che andranno ancora accresciute», oltre che «continuare sul terreno avviato delle riforme».

PNRR, assistenza territoriale, riforma dei medici di famiglia. A che punto siamo?

«Dopo la pandemia – spiega Speranza – è apparso ancora più urgente rafforzare l’assistenza territoriale per dare risposte concrete ai bisogni di salute di una popolazione sempre più anziana». È per questo che con il PNRR «abbiamo puntato su teleassistenza, telemedicina e abbiamo deciso di portare l’assistenza domiciliare per gli over 65 al 10% affinché la casa diventi realmente il primo luogo di cura».

Altro tassello fondamentale è rappresentato dalla costituzione delle Case di Comunità: «In questo modello – spiega il Ministro della Salute – i medici di medicina generale, con la loro straordinaria rete di capillarità, svolgono un ruolo determinante. La riforma annunciata Draghi e poi bloccata dalla caduta del governo ha l’obiettivo fondamentale di superare la separatezza tra il lavoro del medico di medicina generale e il resto del Servizio Sanitario Nazionale. Su questo punto c’era già stato un confronto proficuo con l’Ordine, i principali sindacati e le Regioni. Spero che sia portata avanti dopo il 25 settembre». Un ruolo fondamentale in questo progetto lo ricoprono anche le farmacie, le quali «rappresentano un tassello rilevante della sanità di prossimità. È questa una delle certezze che abbiamo acquisito nel corso della pandemia, anche attraverso il contributo essenziale che i farmacisti hanno dato alla campagna di vaccinazione» e «all’esecuzione dei tamponi. L’esperienza della “farmacia dei servizi” che abbiamo conosciuto durante l’emergenza è un modello virtuoso da promuovere e implementare».

Formazione continua: il sistema di aggiornamento professionale vada cambiato?

Elemento imprescindibile per la tenuta e il buon funzionamento del servizio sanitario, così come emerso durante la pandemia, è la formazione del personale. Anche le innovazioni previste dal PNRR necessitano infatti di percorsi di aggiornamento. Il Ministro considera «fondamentale rafforzare adeguatamente i percorsi di formazione continua di tutto il nostro personale sanitario», e aggiunge: «Nei giorni più drammatici di questa emergenza, abbiamo potuto acquistare mascherine, respiratori, ma abbiamo visto come il personale non si può acquistare, o lo hai formato o non ce l’hai nel momento del bisogno. La sanità italiana può contare su professionisti straordinari, ma dobbiamo investire di più sulla formazione e incoraggiare la promozione dell’aggiornamento continuo, che è un dovere ed un’importante opportunità di crescita professionale»

Test d’ingresso a Medicina e abolizione del numero chiuso

A poche settimane dal test d’ingresso alla Facoltà di Medicina, Speranza commenta anche il dibattito che negli anni si è sviluppato intorno a questo appuntamento: «Fino ad ora il vero tema era la scarsità di specialisti – spiega –, non di laureati in medicina che c’erano ma erano intrappolati nel cosiddetto imbuto formativo». Si tratta, dunque, di un «problema superato» che Speranza rivendica come «un risultato di questo mandato. Mai come in questo ambito i numeri fotografano il cambiamento attuato in questo periodo. Per anni nel nostro Paese si finanziavano circa seimila borse all’anno. Quelle a disposizione per l’anno accademico 2020/2021 sono state in tutto 17.400. Sono il doppio di quelle di due anni fa e quasi il triplo di quelle stanziate negli anni precedenti. Per i prossimi anni le borse di specializzazione in Medicina finanziate dallo Stato saranno stabilmente 12mila e garantiranno condizioni di equilibrio per un lungo tempo. Abbiamo praticamente azzerato l’imbuto formativo».

Problemi ed esigenze del personale sanitario. Il punto di Speranza

Infine, il Ministro della Salute parla delle condizioni e delle esigenze lavorative del personale sanitario, considerato da Speranza «la leva essenziale del Servizio Sanitario Nazionale. In questi anni mi sono speso con tutte le energie per archiviare un’idea di programmazione della spesa sanitaria costruita per silos chiusi e tetti di spesa, considerando il tetto alla spesa del personale quello più insopportabile». Per Speranza la politica dei tetti va «complessivamente superata». Alcuni risultati sono stati però già realizzati: «Dal 2022 diventa permanente la possibilità di alzare il tetto del 10 per cento. A questa possibilità si aggiunge in modo strutturale il miliardo in più in legge di bilancio destinato alla spesa per il personale dell’assistenza territoriale che per la prima volta sarà considerato fuori dal tetto. Sempre in questo triennio – continua Speranza – è stata aumentata l’indennità di esclusività e sbloccata la Ria per i medici. Abbiamo poi introdotto l’indennità di specificità infermieristica. Abbiamo poi creato le condizioni per stabilizzare molti professionisti che si sono impegnati nell’emergenza Covid-19. Sono stati previsti incentivi per i medici impegnati nei servizi di emergenza-urgenza ed avviato il percorso per riconoscere il servizio prestato nel pronto soccorso come lavoro usurante. Sono segnali concreti di attenzione verso donne e uomini che danno ogni giorno un contributo essenziale alla vita del Paese. Certo si deve ancora fare molto», conclude il Ministro Speranza.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
La Sanità è diventata un bene di lusso, cresce l’impoverimento delle famiglie
Secondo il 19° Rapporto del CREA Sanità "al Ssn servono 15 miliardi per non aumentare il distacco dal resto dell’UE, personale carente e sottopagato. Rispetto ai partner EU, il nostro Paese investe meno nella Sanità, aumenta la spesa privata ed è a rischio l’equità del sistema". Digitalizzazione necessaria per le “nuove cronicità"
Medici e cittadini contro la deriva del Ssn: manifestazioni il 15 giugno nelle piazze e sciopero in vista
Fermare la deriva verso cui sta andando il nostro Servizio sanitario nazionale, con liste di attesa lunghissime per accedere alle prestazioni, personale medico e infermieristico allo stremo, contratti non rinnovati e risorse insufficienti per far fronte all’invecchiamento progressivo della nostra popolazione e dunque della crescente richiesta di cure per malattie croniche. E’ l’appello che arriva […]
SSN, Camera approva mozioni. Quartini (M5S): «Investire almeno il 10% della spesa sanitaria in prevenzione»
Il capogruppo pentastellato in commissione Affari sociali boccia le politiche sulla sanità del governo Meloni: «Continua definanziamento, almeno 8% del PIL vada a spesa sanitaria». E contesta il numero chiuso a Medicina
Sanità, Cittadini (Aiop): «SSN pilastro fondamentale, Governo lo tuteli»
Secondo la presidente Aiop Cittadini «oltre ai problemi strutturali che affliggono il sistema da anni, la pandemia, la guerra russo-ucraina e la crisi energetica stanno mettendo in grande difficoltà il SSN e più volte abbiamo evidenziato il pericolo che si debba ricorrere al blocco delle prestazioni sanitarie a causa del caro bollette e di una crisi che investe a catena l’intero indotto del settore»
Oltre il 37% dei medici è pronto a lasciare il SSN per lavorare a gettone
Circa 4 medici su 10 sono pronti a lasciare il posto fisso in ospedale per lavorare come gettonisti. È il risultato emerso da un sondaggio flash proposto dalla Federazione CIMO-FESMED ad un campione di 1000 medici. Si rischia di dover celebrare presto il funerale del nostro Servizio sanitario nazionale
di Redazione
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...