Il Presidente dell’Ordine del Medici di Roma rilancia l’iniziativa dello sportello: «Uno strumento di supporto gratuito per i cittadini che credono di essere stati vittima di un errore medico ma anche un supporto per i medici accusati ingiustamente». Poi attacca lo spot contro i medici: «Nasconde qualcosa»
«Occorre che si cominci a comunicare. La verità è che adesso ognuno pensa al suo orto, nessuno cerca di fare il bene comune del ‘prato’ che permetterebbe a l’orto di vivere in salute». In poche parole ma incisive Antonio Magi, presidente dell’OMCeO di Roma, descrive – dal suo punto di vista – il Sistema Sanitario Nazionale in occasione del convegno formativo “Avvocati e medici. I profili delle responsabilità e le strategie difensive” organizzato dall’UIF (Unione Italiana Forense) e dall’OMCeO Roma (Ordine Provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) con il contributo del Centro Ortopedico Romano presso la Corte D’Appello di Roma. Nel corso della giornata che ha visto un intenso confronto tra avvocati e medici sui temi della medicina difensiva e della responsabilità professionale del sanitario, il rappresentante dei camici bianchi romani ha annunciato di sostenere la petizione online lanciata dal network legale Consulcesi per chiedere l’Istituzione del Tribunale della Salute, una camera di compensazione per diminuire il contenzioso tra medici e pazienti.
Nonostante i buoni propositi, nonostante i tentativi di districare la matassa come ha provato a fare «la legge 24 – prosegue Magi -, non siamo ancora giunti ad una soluzione normativa. La stessa legge Gelli è rimasta priva di riferimenti legislativi successivi, ossia chiavi di volta per gestire la prassi quotidiana, non risolvendo quella confusione che danneggia sia il medico che il cittadino». Spesso accade che a sostituire «quelle parti legislative mancanti, subentrino le sentenze di varie corti che non sempre coincidono. Questa genera confusione e se il medico è confuso ha paura e quindi non c’è quella serenità che permette di dare una buona medicina e una buona salute a tutti quanti».
«Questo sistema – aggiunge il Presidente dell’OMCeO Roma – porta alla medicina difensiva che costa intorno ai 10 miliardi l’anno, gran parte dei risarcimenti poi arrivano dal fondo sanitario nazionale perché sono in autotutela e perdiamo circa 14 miliardi solo per queste cose. Pensiamo se questi soldi invece che per contenziosi legali fossero usati per curare i cittadini avremmo risolto tutto quanto».
Magi è poi intervenuto al programma “Genetica Oggi” su Radio Cusano Campus, tornando sul tema dello spot con Enrica Bonaccorti in cui si invitavano i cittadini a chiedere i risarcimenti per gli errori medici. «In questi giorni stanno girando molti spot pubblicitari – ha spiegato Magi – che dicono ai cittadini che chi pensa di essere vittima di errore medico può rivolgersi, gratuitamente, all’ente a cui fa pubblicità per fare causa e ottenere possibili risarcimenti. Questo nasconde qualcosa, per quanto ci riguarda, perché questo ente ha speso molto per la pubblicità su rete nazionale, almeno 2 o 3 milioni di euro che dovranno rientrare ad un ente che non è di beneficenza essendo una SRL che deve fare lucro. Questo avviene a danno dei cittadini, della sofferenza, perché le persone crederanno di essere aiutate ma entreranno in un meccanismo in cui invece di avere un risarcimento vedranno il risarcimento stesso trattenuto da questa società che ha seguito il loro caso. Come OMCeO Roma proponiamo a partire dal primo di febbraio, un vero sportello di supporto gratuito per i cittadini che credono di essere stati vittima di un errore medico ma anche un supporto per i medici accusati ingiustamente».
«Dobbiamo combattere quelle che sono attività di speculazione – conclude ai microfoni di Sanità Informazione il presidente -, che si nascondono dietro la veste di ‘beneficenza’ ma i realtà non lo sono. Dunque bisogna stare molto attenti e avvertire i cittadini di questo pericolo, tra le altre cose queste iniziative creano un grosso danno al Sistema sanitario in termini economici e sociali».