Il deputato del Carroccio, selezionato dalla sua Asl di appartenenza, è tra i 900 volontari per la sperimentazione di fase due e tre del vaccino ‘italiano’. Obiettivo: arrivare per l’estate al via libera e produrre 100 milioni di dosi
Sono in tanti a credere nella scienza e nella ricerca made in Italy. Sono però in pochi a mettersi in gioco in prima persona per aiutare le sperimentazioni italiane ad avere successo. Uno di questi è il deputato della Lega e sindaco di Borgosesia Paolo Tiramani che ha messo da parte ogni remora e, dopo essere stato contattato dall’Asl di appartenenza, è tra i volontari della sperimentazione di seconda e terza fase per il vaccino italiano ReiThera: in tutto sono 900 i volontari arruolati in 26 centri in Italia e uno in Germania da parte dell’azienda che opera a Castel Romano, a sud della Capitale. Nella fase due i 900 volontari sono divisi in tre coorti: uno riceverà un placebo, uno un’unica dose, uno due dosi. Nonostante qualche piccolo effetto collaterale, a pochi giorni dalla somministrazione troviamo Tiramani nel pieno della sua attività alla Camera.
«Sono stato selezionato dalla mia Asl locale per sottopormi alla fase sperimentale 2 e 3 di ReiThera. Ho accettato subito di buon grado. Mi è sembrato un buon segnale verso la nazione e i miei concittadini e mi sono sottoposto venerdì scorso all’inoculazione del vaccino. Poteva essere vaccino, mezza dose o placebo ma per gli effetti collaterali che ho avuto direi che sicuramente era vaccino».
«Credo sia giusto promuovere ciò che la nostra ricerca porta avanti. A livello nazionale l’Italia si è sempre contraddistinta nella ricerca scientifica, ritengo giusto dare fiducia al vaccino made in Italy che risolverebbe, se approvato, con 100 milioni di dosi previste, tutto il problema fabbisogno della nostra nazione».
«I dubbi sono infondati, i casi evidenziati dalla stampa si sono dimostrati non correlati alle vaccinazioni. È importante potersi vaccinare il prima possibile. Credo, e lo vedo da sindaco, che da un punto di vista di piano vaccinale la macchina sia ben organizzata, parlo soprattutto del Piemonte. Mancano purtroppo le dosi vaccinali. Motivo per cui prima il ministro Giorgetti ha riunito tutti i player per poter avere più dosi, poi lo stesso Draghi si è fatto sentire in Europa».
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