Le ricerche sulla medicina di genere lo confermano: molte patologie hanno manifestazioni estremamente differenti tra gli uomini e le donne. Ne consegue che diverse devono essere sia la cura, che la prevenzione. Per questo, l’Istituto Superiore di Sanità, alla vigilia della Giornata internazionale delle donne, diffonde cinque consigli per il benessere femminile, a cura del Centro di riferimento per la medicina di genere.
Secondo i dati sorveglianza della Sorveglianza Passi 2022-2023, in Italia, nella popolazione adulta – tra i 18 e i 69 anni – il 16,5% delle donne riferisce di essere affetta da ipertensione. “Classicamente considerate un problema maschile, le malattie cardiovascolari – spiegano gli esperti dell’Iss – sono la principale causa di morte delle donne”. Per fortuna ci sono diversi fattori di rischio evitabili che possono diminuirne il rischio, in primis fumo di sigaretta e inattività fisica. “Ad oggi, molte evidenze scientifiche rilevano che il rischio di infarto risulta più elevato nelle donne fumatrici rispetto agli uomini, in particolare con l’arrivo della menopausa – scrivono gli specialisti dell’Iss -. Il maggior incremento del rischio si verifica nelle donne che hanno fumato tra i 18 e i 49 anni. Il rischio relativo di andare incontro ad infarto acuto del miocardio risulta di oltre 13 volte tra le fumatrici rispetto alle non fumatrici di pari età”. Per quanto riguarda il secondo fattore di rischio evitabile menzionato, ovvero l’attività fisica, il Centro di riferimento per la medicina di genere sottolinea che “un esercizio costante aiuta a ridurre la pressione arteriosa, a garantire il mantenimento o il ripristino del peso forma, a migliorare la gestione della glicemia e ad aumentare le concentrazioni nel sangue di colesterolo Hdl – comunemente detto ‘buono’- riducendo quello Ldl – ‘cattivo’-. Nonostante questi benefici per lo più noti, la sedentarietà rimane un’abitudine diffusa sulla quale intervenire.
L’osteoporosi colpisce più frequentemente le donne rispetto agli uomini, soprattutto dopo la menopausa, per fattori ormonali, strutturali e metabolici. Si stima che colpisca circa cinque milioni di persone, di cui l’80% sono donne in post menopausa. Quattro i principali consigli degli esperi per contrastarla:
“L’esposizione delle donne a minime quantità di sostanze chimiche differisce da quella degli uomini sia per fattori sociali relativi allo stile di vita, sia per differenze fisiologiche e ormonali che determinano effetti diversi sulla salute”, spiegano gli esperti dell’Iss. Non è difficile imbattersi sostanze chimiche nocive anche in prodotti di uso quotidiano, come cosmetici e prodotti per la pulizia. Alcuni studi dell’Iss hanno dimostrato che le donne che vivono in aree urbane hanno livelli più elevati di plasticizzanti rispetto a coloro che vivono in aree rurali e che tale esposizione è un fattore di rischio per l’infertilità nelle donne ma non negli uomini. “Per limitare l’esposizione alle sostanze tossiche, occorre migliorare lo stile di vita, ad esempio ponendo attenzione all’uso di plastica monouso, alla composizione dei cosmetici, alla dieta variata, limitando i cibi grassi dove alcune sostanze tossiche tendono ad accumularsi”. Questi consigli devono essere seguiti con particolare attenzione soprattutto dalle donne in gravidanza, per limitare l’esposizione del feto agli effetti nocivi. Ancora una volta l’attività fisica si rivela un ottimo alleato di salute, poiché facilita l’eliminazione delle sostanze tossiche.
In Italia otto caregiver su 10 sono donne. Una condizione che le costringe, in molti casi, ad optare per un lavoro part time, rinunciando alla crescita professionale, se non addirittura a dover abbandonare il lavoro. Inevitabilmente, le donne che si prendono cura di un familiare riferiscono livelli maggiori di stress rispetto agli uomini, sintomi più gravi di depressione e un numero maggiore di disturbi di salute fisica. Problematiche che si ripercuotono anche sugli stili di vita: le donne caregiver, più frequentemente degli uomini, hanno una alimentazione irregolare. Per gli esperti Iss è “necessario promuovere una cultura della condivisione delle responsabilità di cura tra uomini e donne, all’interno della famiglia e della società. Sostenere le donne caregiver significa investire nel benessere di tutta la comunità, garantendo loro supporto concreto e servizi adeguati”, scrivono.
Gli uomini sono più frequentemente in sovrappeso o obesi (52%) delle donne (34,2%), anche se le donne tendono ad avere più grasso corporeo rispetto agli uomini a parità di indice di massa corporea, con una diversa distribuzione del tessuto adiposo. “Le donne – spiegano gli esperti Iss – tendono a depositare grasso nella parte inferiore del corpo e gli uomini nella parte superiore. Le principali cause dell’obesità sono abitudini alimentari e stili di vita inadeguati che sin dall’infanzia risentono delle differenze di genere: in particolare le bambine tendono a praticare meno attività fisica rispetto ai coetanei”. Per questo, gli esperti suggeriscono di seguire “una dieta equilibrata, un’alimentazione ricca di frutta, verdura, legumi e cereali integrali, riducendo i consumi di alimenti ad alta densità energetica e basso valore nutrizionale e di svolgere regolarmente attività fisica, secondo un piano adatto alle proprie esigenze individuali”, concludono
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