Le prime alterazioni vascolari sono visibili già nei primi 10 anni di vita. È importante intercettare precocemente i fattori di rischio, primi tra tutti sovrappeso e familiarità. I consigli della SIP per proteggere il cuore dei più piccoli
Le malattie cardiovascolari iniziano in età pediatrica ed è proprio durante l’infanzia che occorre prevenirle, individuando precocemente i fattori di rischio. A mettere in guardia i genitori italiani è la Società Italiana di Pediatria (SIP). L’ipertensione arteriosa e le dislipidemie sono, con il diabete mellito, tra i più frequenti e importanti fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari. “In Italia, l’infarto del miocardio è la prima causa di morte e gli incidenti cerebrovascolari sono la terza. Insieme rappresentano il 43% delle cause di morte, determinando un milione di ricoveri all’anno. Considerando i casi non fatali, ciò vuol dire che una notevolissima percentuale dei bambini di oggi, nel corso della loro vita, avranno a che fare con una patologia cardiovascolare. Fortunatamente gli eventi cardiovascolari si manifestano clinicamente quasi esclusivamente nell’età adulta. Tuttavia, le prime alterazioni vascolari, le strie lipidiche, sono già evidenti nei vasi di molti soggetti nella prima decade di vita e molti fattori di rischio, quali ipertensione e dislipidemie, se ricercati, sono già presenti in un numero non trascurabile di bambini e ragazzi – spiega Marco Giussani, Segretario Gruppo di studio SIP dell’Ipertensione Arteriosa e del Rischio Cardiovascolare -. Secondo alcuni studi condotti sia su scala italiana che internazionale, l’ipertensione arteriosa nella popolazione pediatrica si attesta intorno al 4-5%. Nei bambini obesi, però, l’incidenza arriva fino al 20-25%”.
“In alcuni casi, il cuore del bambino può presentare condizioni come il ‘soffio innocente, che non richiedono interventi e si risolvono con l’età. Tuttavia, situazioni di dubbio vanno indirizzate a un centro cardiologico pediatrico per escludere problemi gravi”, spiega Gianni Bona, Clinica Pediatrica dell’Università del Piemonte Orientale. Ciò che invece deve destare preoccupazione è il sovrappeso, che ormai riguarda una percentuale sempre più vasta di bambini e adulti, tanto da parlare di ‘pandemia metabolica’. “Un bambino con un peso eccessivo è già un problema, poiché non di rado la sua condizione resterà invariata anche dopo l’adolescenza. In alcune regioni d’Italia, circa il 40% della popolazione tra gli 8 e i 10 anni è in sovrappeso. E questo deve creare preoccupazione”, avverte Bona. Queste condizioni di rischio, se non trattate, nella maggior parte dei casi si trascinano dall’età pediatrica a quella adulta. Ipertensione arteriosa e dislipidemie sono, di gran lunga, più frequenti tra i bambini e gli adolescenti in eccesso ponderale. “La prevenzione deve puntare a individuare precocemente nei singoli bambini i principali fattori di rischio cardiovascolare per trattarli con un intervento personalizzato che, nella maggior parte dei casi, sarà solo dietetico-comportamentale”, interviene ancora Giussani.
A partire dai cinque anni, è consigliabile misurare annualmente la pressione arteriosa a tutti i bambini. Se i parametri di pressione, peso, altezza e BMI sono normali, non è necessario uno screening cardiaco specifico. In caso di sovrappeso o ipertensione, invece, sono raccomandati esami più approfonditi, come un’ecocardiografia e test ematici (glicemia, colesterolo, trigliceridi). Anche nei bambini normopeso, ma con una predisposizione familiare per le malattie cardiovascolari, è importante effettuare uno screening che includa gli stessi esami. “La familiarità può raddoppiare il rischio di malattie cardiovascolari, per cui è essenziale condurre un’anamnesi familiare aggiornata, includendo anche i parenti di secondo grado”, afferma Bona. A partire dagli 8-10 anni, nei bambini con fattori di rischio, come obesità o predisposizione familiare, è importante monitorare il profilo lipidico attraverso gli screening per le dislipidemie, che misurano i livelli di colesterolo e trigliceridi, entrambi fattori di rischio per malattie cardiovascolari.
1) Prevenire il sovrappeso. Promuovere stili di vita sani, con un’alimentazione equilibrata, attività fisica a partire dal bambino più piccolo, evitare il fumo (anche passivo).
2) Monitorare la pressione arteriosa. A partire dai 5 anni, includere la misurazione della pressione nei bilanci di salute del pediatra di famiglia.
3) Se il bambino è in sovrappeso o con ipertensione è bene eseguire esami approfonditi.
4) Valutare la predisposizione familiare. Raccogliere un’anamnesi familiare aggiornata e, in caso di familiarità per patologie cardiovascolari precoci o disturbi del metabolismo glucidico (diabete) o lipidico (aumento del colesterolo o dei trigliceridi) oppure ipertensione arteriosa sottoporre i bambini a una valutazione approfondita.
5) Colesterolo alto. A partire dagli 8-10 anni, introdurre gli screening delle dislipidemie nei bambini con fattori di rischio come obesità o predisposizione familiare.
In Italia, il Pediatra di Famiglia ha un ruolo strategico nella prevenzione cardiovascolare, promuovendo stili di vita sani dal neonato all’adolescente. È essenziale che identifichi i soggetti a rischio cardiovascolare e pianifichi interventi mirati. “Il pediatra dovrebbe misurare regolarmente la pressione dei bambini: così si potrebbe individuare il 5% dei casi di ipertensione che altrimenti resterebbero inosservati”, conclude Bona
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