Prevenzione 7 Novembre 2024 15:50

Vaccini, Oms e Unicef: “A Gaza, antipolio per oltre mezzo milione di bambini”

Unicef e Oms: "I dati confermano che circa il 94% della popolazione target di 591.714 bambini sotto i 10 anni ha ricevuto la seconda dose di nOPV2 in tutta la Striscia di Gaza, "un risultato notevole date le circostanze estremamente difficili in cui è stata condotta la campagna"
di I.F.
Vaccini, Oms e Unicef: “A Gaza, antipolio per oltre mezzo milione di bambini”

Il secondo ciclo della campagna di vaccinazione contro la polio nella Striscia di Gaza è stato completato due giorni fa, con un totale di 556.774 bambini sotto i dieci anni che sono stati vaccinati con una seconda dose di vaccino antipolio e 448.425 bambini tra i due e i dieci anni che hanno ricevuto la vitamina A, dopo le tre fasi condotte nelle ultime settimane. A renderlo noto sono stai l’Unicef e l’Oms: “I dati confermano che circa il 94% della popolazione target di 591.714 bambini sotto i 10 anni ha ricevuto la seconda dose di nOPV2 in tutta la Striscia di Gaza, “un risultato notevole date le circostanze estremamente difficili in cui è stata condotta la campagna”, scrivono in una nota.

Dai 7 ai 10mila bambini in aree inaccessibili

La campagna ha raggiunto il 103% e il 91% di copertura rispettivamente nella zona centrale e meridionale di Gaza. Tuttavia, nel nord di Gaza, dove la campagna è stata compromessa a causa della mancanza di accesso, secondo i dati preliminari è stato raggiunto circa l’88% di copertura. Si stima che 7-10mila bambini in aree inaccessibili come Jabalia, Beit Lahiya e Beit Hanoun rimangano non vaccinati e vulnerabili al poliovirus. Questo aumenta anche il rischio di un’ulteriore diffusione del poliovirus nella Striscia di Gaza e nei Paesi vicini. La fine di questo secondo ciclo conclude la campagna di vaccinazione antipolio lanciata nel settembre 2024. Anche questo ciclo si è svolto in tre fasi nelle zone centrali, meridionali e settentrionali di Gaza, nell’ambito di pause umanitarie specifiche per ogni area. Mentre le prime due fasi si sono svolte come previsto, la terza fase nel nord di Gaza ha dovuto essere temporaneamente rinviata il 23 ottobre a causa degli intensi bombardamenti, degli sfollamenti di massa, della mancanza di pause umanitarie e di accesso garantiti.

La campagna è ripresa il 2 novembre

Dopo un’attenta valutazione della situazione da parte del comitato tecnico, composto dal Ministero della Sanità palestinese, dall’Oms, dall’Unicef e dall’Unrwa, la campagna è ripresa il 2 novembre. Tuttavia, l’area sottoposta alle pause umanitarie assicurate che compongono la campagna è stata sostanzialmente ridotta rispetto al primo round, poiché l’accesso è stato limitato a Gaza City. A causa delle ostilità, più di 150mila persone sono state costrette ad evacuare da Gaza Nord a Gaza City, il che ha permesso di accedere a un numero di bambini superiore al previsto. Nonostante le sfide, e grazie all’enorme dedizione, impegno e coraggio di genitori, bambini, comunità e operatori sanitari, la fase nel nord di Gaza è stata completata.

L’Oms e l’Unicef continuano a chiedere un cessate il fuoco

Sono necessarie almeno due dosi e una copertura vaccinale minima del 90% in ogni comunità per fermare la circolazione del ceppo di polio che colpisce Gaza. Gli sforzi continueranno ora a rafforzare i livelli di immunità attraverso i servizi di vaccinazione di routine offerti nelle strutture sanitarie funzionanti e a rafforzare la sorveglianza della malattia per individuare rapidamente qualsiasi ulteriore trasmissione del poliovirus (sia nei bambini colpiti che nei campioni ambientali). L’evoluzione dell’epidemiologia determinerà se sarà necessaria un’ulteriore risposta al focolaio. Per attuare pienamente la sorveglianza e i servizi di vaccinazione di routine, non solo per la polio ma per tutte le malattie prevenibili da vaccino, l’Oms e l’Unicef continuano a chiedere un cessate il fuoco. Inoltre, a parte l’attacco al centro di assistenza sanitaria primaria, la campagna sottolinea ciò che si può ottenere con le pause umanitarie. Queste azioni devono essere sistematicamente applicate, al di là degli sforzi di risposta all’emergenza polio, ad altri interventi sanitari e umanitari per rispondere ai bisogni più gravi.

 

 

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