“Così lontani, così vicini”: cinque giorni di consulti on-demand. I logopedisti italiani saranno a disposizione di pazienti, famiglie e insegnanti per domande o dubbi sulla logopedia a distanza dall’8 al 12 marzo
Videochiamate, e-mail, sessioni registrate o incontri dal vivo su piattaforme specifiche. Così i logopedisti italiani sono riusciti a restare vicini ai loro pazienti anche nei periodi di massimo isolamento. Ed è proprio alle nuove tecnologie che i logopedisti di tutta Europa hanno deciso di dedicare la Giornata Europea della Logopedia del 6 marzo, lanciata dal Comité Permanent De Liaison Des Orthophonistes-Logopèdes dell’Unione Europea (CPLOL).
Solo in Italia sono circa 2 milioni le persone, senza contare il “sommerso”, che hanno bisogno di una riabilitazione per disturbi della comunicazione o della deglutizione. «In questo lungo anno – spiega Tiziana Rossetto, presidente della FLI, la Federazione Logopedisti Italiani -, proprio grazie alla tele-logopedia, siamo rimasti al fianco dei nostri pazienti, sia garantendo una continuità delle cure a coloro che già seguivano un programma di riabilitazione, sia prendendo in carico nuovi casi. La tele- riabilitazione, infatti, è stata anche un utile strumento di valutazione».
Certo, non è stato facile adattare all’utilizzo delle nuove tecnologie una professione come quella del logopedista, che ha come fulcro la relazione con il suo paziente. «Ma sperimentarle – ha aggiunto Rossetto – ci ha permesso di studiare nuove modalità di cura e di valutazione che non è escluso possano essere impiegate anche quando la pandemia sarà finita, come supporto alla relazione in presenza. Gli studi scientifici condotti sulla tele-riabilitazione – sottolinea la presidente FLI – hanno dimostrato che fino all’85% dei pazienti ne trae vantaggio, grazie anche a un buon rapporto costo-benefici ed alla facilità di accesso».
In alcuni Paesi, dove la bassa densità di popolazione allunga le distanze e i tempi necessari agli spostamenti, la tele-logopedia era stata già sperimentata e largamente impiegata pure in epoca pre-Covid. «Le nuove tecnologie ci hanno permesso di creare un network internazionale a cui hanno preso parte logopedisti di tutto il mondo. Da una parte colleghi che già avevano dimestichezza con l’utilizzo della tele-logopedia, come in Canada, Australia e Stati Uniti, hanno condiviso la loro esperienza; dall’altra i logopedisti che per primi si sono trovati di fronte a casi di Covid-19 hanno illustrato i protocolli messi a punto per l’emergenza. Uno scambio professionale che ci ha permesso di delineare le prassi più efficaci, nel minor tempo possibile». I logopedisti impegnati sul fronte dell’emergenza hanno dovuto farsi carico soprattutto dei pazienti che, dimessi dalla terapia intensiva, hanno manifestato problemi di disfagia.
L’utilizzo delle nuove tecnologie ha posto i professionisti di fronte a problematiche di natura etica, giuridica e sociale. «Il network internazionale di logopedisti – continua la presidente della FLI – ha permesso un proficuo confronto pure su questioni legate all’etica ed alla privacy, differenti nei contesti di tele-medicina rispetto alle terapie in presenza».
Purtroppo però, se da un lato l’utilizzo dell’hi-tech ha permesso di assistere una buona percentuale di pazienti, dall’altro ha acuito ulteriormente le differenze sociali. «Così come accaduto con la DAD (la didattica a distanza), che ha lasciato indietro tutti quei bambini che non possiedono un pc o un tablet ed un collegamento ad internet, anche la tele-logopedia non ha potuto sostenere le fasce più povere della società. Ma la salute è un diritto e, come tale, deve essere garantito a tutti i cittadini senza disparità alcuna. Per questo sarà necessario lavorare affinché le varie forme di tele-medicina non restino un privilegio per pochi».
Per celebrare la Giornata europea 2021, i logopedisti italiani saranno a disposizione di pazienti, famiglie e insegnanti per domande o dubbi sulla logopedia a distanza dall’8 al 12 marzo, dalle 10 alle 12 al numero 345-2754760.
«Oggi, in alcuni Paesi europei la tele-logopedia può essere offerta attraverso il sistema sanitario pubblico o l’assicurazione sanitaria, in altri può essere disponibile solo nell’attività privata. In Italia – dice Rossetto – non è ovunque a regime, ma l’assistenza negli ultimi mesi è man mano migliorata in molte realtà. Quando usciremo dall’emergenza la tele-logopedia resterà perciò un’esperienza preziosa e soprattutto uno strumento in più, la cui opportunità andrà valutata caso per caso, così da decidere per ogni paziente se sia più opportuno il trattamento da remoto o in presenza – conclude la presidente FLI – soppesando vantaggi e svantaggi per ciascuna modalità in ogni singola situazione».
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