Lavoro e Professioni 28 Aprile 2020 12:11

I tecnici della riabilitazione psichiatrica si preparano alla fase 2: «Puntiamo sulla ‘m-Health’»

Quasi la metà dei tecnici della riabilitazione psichiatrica lavora in strutture residenziali, tra i luoghi più a rischio Covid-19. Famulari (AITeRP): «Privilegiamo la territorialità. Ambulatori e domicili sono i luoghi più idonei alla riabilitazione»

di Isabella Faggiano

Puntare sulla “m-Health”, la salute mobile, per superare il lockdown e per affrontare la fase 2 dell’emergenza Covid-19: è questo uno degli obiettivi dei tecnici della riabilitazione psichiatrica. E, per raggiungerlo, chiedono che sia incrementata la formazione nell’ambito della tele-riabilitazione: «Una necessità – spiega Roberta Famulari, presidente dell’Associazione Italiana dei Tecnici Riabilitazione Psichiatrica (AITeRP) – espressa da quasi il 90% dei professionisti di categoria». Il dato è emerso da un questionario online che la stessa AITeRP ha proposto ai suoi associati nei giorni cruciali della pandemia per indagare criticità e difficoltà del lavoro dei tecnici della riabilitazione psichiatrica in questo periodo di emergenza sanitaria.

«Circa il 40% dei servizi – commenta Famulari – ha continuato a funzionare a regime anche durante il lockdown, mentre il resto è stato chiuso o ridimensionato. Tra le pratiche di lavoro alternative il “colloquio telefonico” è il più utilizzato (78%), mentre i software specifici di tele-assistenza sono risultati essere i meno diffusi (8%)». Alla luce di questi dati l’AITeRP ha istituito un gruppo di lavoro dedicato all’implementazione dei servizi di tele-riabilitazione.

«L’emergenza Covid – spiega Valerio De Lorenzo, consigliere della direzione nazionale AITeRP – ci spinge a strutturare gli interventi di tele-riabilitazione nel minor tempo possibile. Esistono già dei software adeguati a questa pratica a distanza, utilizzati da alcuni colleghi, ma il nostro impegno attuale è volto alla creazione di linee guida che possano diventare una bussola per i professionisti di categoria, orientando tutti i tecnici della riabilitazione psichiatrica nella stessa direzione».

LEGGI ANCHE: «LA PANDEMIA METTE ALLA PROVA LA CAPACITA DI ADATTAMENTO DI TUTTI». IL RUOLO DEI TERAPISTI OCCUPAZIONALI ALL’EPOCA DEL COVID-19

E quando l’emergenza sarà finita, ci sarà ancora bisogno della tele-riabilitazione? «Lo strumento tecnologico non potrà mai sostituire la persona – sottolinea De Lorenzo -. Ogni tecnica è sempre umano-centrica e, soprattutto, operatore-dipendente. Il nostro lavoro si svolge e si svolgerà anche in futuro privilegiando, ovviamente, il trattamento in presenza, in una cornice di alleanza terapeutica. È probabile, dunque, che la tele-riabilitazione affiancherà la relazione vis a vis, beneficiando così dei vantaggi che possono derivare da entrambe le forme riabilitative. La tele-riabilitazione – aggiunge il consigliere della direzione nazionale AITeRP – può avere il grande vantaggio di far “entrare” il professionista a casa del paziente in punta di piedi creando, paradossalmente, una maggiore vicinanza con la sua sfera di vita privata. Al contrario, la relazione vis a vis mantiene la presenza fisica ed emotiva, elementi fondamentali nel lavoro con pazienti psichiatrici».

I tecnici della riabilitazione psichiatrica, dunque, dovranno prepararsi ad un’integrazione delle conoscenze, mescolando setting ordinari a modalità terapeutiche innovative. «È probabile – commenta la presidente Famulari – che la giovane età di questa categoria professionale agevolerà questo tipo di formazione. Le due fasce di età maggiormente rappresentate, infatti, sono quelle tra i 25 e i 30 anni (33,5%) e quella tra il tra i 30 e i 40 (36,5%). Ci sarà da lavorare, invece, sulla diffusione della professione in tutta la penisola. Ad oggi i tecnici della riabilitazione psichiatrica sono presenti soprattutto in tre regioni: Lombardia (17,4 %), Sicilia (13%) e Piemonte (11,6%)».

E, intanto, mentre si lavora alla diffusione della tele-riabilitazione, ci si prepara anche ad affrontare la fase 2, ormai alle porte: «Ci aspettiamo un maggiore carico di lavoro – dice Famulari -. Per questo, è necessario che professionisti ed utenti comprendano bene come mettere in pratica tutte le regole previste dal distanziamento sociale. Poi, sarà necessario recuperare la “Dimensione Comunitaria dell’assistenza” in Salute Mentale, favorendo la riabilitazione nei contesti territoriali, dagli ambulatori ai domicili, ovvero implementando la presenza dei TeRP nei CSM (Centri di Salute Mentale). Dal nostro questionario online è emerso che circa il 45,9% dei tecnici della riabilitazione psichiatrica lavora in una Struttura Residenziale. Un dato troppo alto (rispetto alla presenza nei CSM) – conclude Famulari – che non risponde ai reali bisogni di salute dei cittadini, che dovrebbero poter contare sulla piena funzionalità dei servizi prossimi alla persona, né all’emergenza Covid-19, che ha già mostrato come le strutture residenziali possano facilmente trasformarsi in focolai di contagio».

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

Articoli correlati
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
Covid-19 e vaccini: i numeri in Italia e nel mondo
Ad oggi, 28 febbraio 2023, sono 675.188.796 i casi di Covid-19 in tutto il mondo e 6.870.894 i decessi. Mappa elaborata dalla Johns Hopkins CSSE. I casi in Italia L’ultimo bollettino disponibile (23 febbraio 2023): Oggi in Italia il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 25.576.852 (4.720 in più rispetto a ieri). Il […]
Si possono bere alcolici quando si risulta positivi al Sars-CoV-2?
Il consumo di alcolici è controindicato quando si è positivi al virus Sars CoV-2. Gli studi mostrano infatti che gli alcolici possono compromettere il sistema immunitario
Dopo quanto tempo ci si può ammalare di nuovo di Covid-19?
Gli studi indicano che le reinfezioni con Omicron sono più frequenti. Una ricerca suggerisce un intervallo tra i 90 e i 640 giorni, un'altra tra i 20 e i 60 giorni
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Advocacy e Associazioni

Nasce l’Intergruppo Parlamentare “Innovazione Sanitaria e Tutela del Paziente”

L’Intergruppo punta in particolare a sviluppare strategie di programmazione sanitaria che integrino tecnologie avanzate, quali l’intelligenza artificiale e dispositivi medici innovativi, e...
Advocacy e Associazioni

HIV, è ancora emergenza: “Scarsa informazione, pochi test e tanto stigma”

Medici, Associazioni e Istituzioni, a pochi giorni dalla Giornata mondiale contro l’Aids, tornano a parlare di HIV per ridefinire l’agenda delle priorità. Presentato “HIV. Le ...