circa il 75% dei professionisti ha già provveduto a mettersi in regola con il nuovo assetto ordinistico. «Alla metà di gennaio – ha commentato la presidente dell’Associazione Igienisti dentali italiani – si contavano ben 5.900 igienisti dentali iscritti all’albo, numero che continua a crescere di giorno in giorno
«Anche quest’anno la professione di igienista dentale si riconferma al primo posto per l’alto tasso occupazionale. L’89% dei neo-laureati trova una collocazione nel mondo del lavoro a pochi mesi dal conseguimento del titolo». A dare la buona notizia è Antonella Abbinante, presidente Aidi, l’Associazione Igienisti Dentali Italiani.
«In Italia sono circa 7.850 i professionisti che si occupano dell’igiene dentale. Questa – ha specificato Abbinante – è, ovviamente solo una stima, frutto della più recente rilevazione fatta nel 2018. Ogni anno 659 aspiranti igienisti dentali accedono al primo anno del corso di laurea e, di conseguenza, un numero più o meno simile di professionisti fa il suo ingresso, contemporaneamente, nel mondo del lavoro. In Italia – ha specificato la presidente Aidi – ci sono 27 corsi di laurea attivi su un totale di 32 sedi universitarie».
Buona la risposta della categoria anche alla Legge Lorenzin: circa il 75% dei professionisti ha già provveduto a mettersi in regola con il nuovo assetto ordinistico. «Alla metà di gennaio – ha commentato Abbinante – si contavano ben 5.900 igienisti dentali iscritti all’albo, numero che continua a crescere di giorno in giorno».
Il nuovo ordinamento professionale non è l’unica importante novità: «A dicembre sono stati approvati tre master esclusivi per la professione di igienisti dentali – ha aggiunto la presidente Aidi. Il primo riguarda la gestione della salute orale nel paziente special needs, il secondo è dedicato alla promozione della salute orale perinatale e in età evolutiva ed il terzo al management della professione in ambito sanitario. Tre percorsi post-laurea che rispondo perfettamente sia ai bisogni di salute della popolazione che ad alcune esigenze formative che ritenevamo opportuno approfondire quanto prima».
E come tutte le professioni, anche quella dell’igienista dentale deve far fronte a delle criticità, una in ambito formativo e l’altra in ambito professionale. «Da anni – ha spiegato Abbinante – conduciamo una battaglia affinché gli insegnamenti universitari in materia di igiene dentale siano affidati agli stessi professionisti di categoria. Attualmente in Italia si contano solo due ricercatori universitari con queste caratteristiche, tutti gli altri sono consulenti esterni».
«Con la nostra associazione siamo da anni in prima linea anche per promuovere un adeguato inserimento della figura dell’igienista dentale in ambito pubblico. Attualmente, infatti – ha sottolineato la presidente Aidi – gli igienisti dentali operano prevalentemente come liberi professionisti e solo in piccola parte come dipendenti pubblici. In realtà, è proprio nel SSN che questa figura troverebbe la sua giusta collocazione, considerando l’alta incidenza di carie e di malattie parodontali. Ogni volta che abbiamo avanzato la nostra richiesta per una maggiore allocazione di igienisti dentali nel pubblico – ha raccontato Abbinante – ci è stato risposto che non ci sono risorse sufficienti da destinare alla prevenzione. Ma prevenire le malattie del cavo orale significherebbe diminuire anche l’incidenza delle altre malattie. La correlazione tra le malattie del cavo orale e le malattia sistemiche è ormai dimostrata. E – ha concluso la specialista – lo dicono i dati che prevenire costa meno che curare».