Il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha nominato sei donne nel Comitato Tecnico Scientifico per integrarlo con la presenza femminile. Tra loro la Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici: «La nomina un grande riconoscimento per noi». Sui luoghi di lavoro una delle sfide per la Fase 2: «Serve cultura della sicurezza, controlli e regole chiare»
«Al di là della questione di genere, è un grande riconoscimento per la categoria dei Chimici e dei Fisici. Mi ha fatto molto piacere che a proporre la nostra partecipazione sia stato il Ministro della Salute Roberto Speranza in persona con una telefonata. Potremo offrire il nostro contributo al sistema Paese in questa fase delicata della ripresa che ci vede direttamente coinvolti sul campo». Nausicaa Orlandi, Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici ed esperta di sicurezza sul lavoro è una delle sei donne nominate dal Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, su proposta del Presidente del Consiglio, nel Comitato Tecnico Scientifico, il “parlamentino” di esperti che sta coadiuvando il governo nella gestione dell’emergenza Covid-19. Un’assenza, quella delle donne nel CTS, che aveva fatto molto discutere e che ha spinto il premier Giuseppe Conte ad integrare, in vista della Fase2, il Comitato con sei illustri professioniste.
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Per la Orlandi l’ultimo tassello di una lunga carriera. Veneziana, classe 1976, è abituata sul lavoro a confrontarsi in ambienti maschili: a livello ordinistico nel 2013 è la prima presidente donna di un Ordine dei Chimici (quello del Veneto), poi componente della Commissione Pari Opportunità del Consiglio Nazionale dei Chimici. Infine, prima presidente donna del Consiglio Nazionale dei Chimici, ora della Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici. Carattere fermo e determinato, come emerge da un aneddoto che l’ha vista protagonista: «Un giorno arrivai in una riunione con il pancione, ero incinta. Di fronte agli sguardi perplessi degli uomini dissi: “Guardate che non è una malattia”».
«In tutti gli ambiti lavorativi ci sono margini di miglioramento in tema di pari opportunità di genere – sottolinea Orlandi a Sanità Informazione -. Ma anche di approccio multidisciplinare che molto spesso non vede coinvolte tutte le categorie professionali. Proprio per questo chiediamo da sempre a gran voce di inserire anche la categoria dei Chimici e Fisici nei tavoli tecnici ed istituzionali degli Enti al fine di poter dare il nostro contributo fattivo. Anche noi stessi come Federazione cerchiamo di tenere conto delle pari opportunità nel momento in cui andiamo a proporre attività. All’interno della Federazione abbiamo infatti un Comitato sulle pari opportunità a livello nazionale che si occupa della promozione e valorizzazione della professione in un contesto di pari opportunità».
«Io non mi sono mai sentita discriminata in quanto donna al lavoro – aggiunge la Presidente FNCF -. Penso però che sia anche un approccio mentale. Gli stereotipi, che siano legati al concetto del genere o ad altri ambiti, sono spesso negativi. Qualunque tipologia di stereotipo, qualunque tipologia di schema deve essere combattuto in modo tale da poter permettere a tutti di poter lavorare in serenità. Molti, ad esempio, vedono uno stereotipo negativo nelle parole chimico o fisico. Io invece io ci vedo uno stereotipo positivo, per dirla all’inglese “chemistry and physics for life”, “chimica e fisica scienze per la vita”. Queste due discipline hanno in comune un concetto di base, gli atomi, le particelle indivisibili, il cui anagramma in italiano è “ti amo”. Ma in molti non la vedono in questo modo, e non riescono ancora a cogliere quanto vi sia bisogno di Chimici e Fisici, gli unici in grado di avere le competenze tecnico-scientifiche necessarie per gestire al meglio gli ambiti di applicazione di queste scienze nella vita di tutti i giorni, al lavoro, nello sviluppo industriale sostenibile e nella tutela dell’ambiente».
Ora per la Orlandi la grande sfida del Comitato Tecnico Scientifico: riunioni quasi quotidiane anche nel fine settimana.
«La fase 2 – spiega Orlandi – si preannuncia complessa perché come tutte le evoluzioni non c’è uno scenario chiaro. Da lì deriva la complessità, perché sono molteplici i fattori che possono far deviare lo scenario stesso. I Chimici Fisici possono dare un grande contributo: operano nelle strutture sanitarie dove sono impegnati in prima linea in questa emergenza. Ma operano anche in ambito di pianificazione, gestione, esecuzione di monitoraggi, sanificazione, disinfezione, nella valutazione e gestione dei rischi in materia di sicurezza e salute dei luoghi di lavoro. Io stessa mi occupo di questo e uno dei motivi per cui abbiamo ottenuto questa nomina è proprio la competenza dei Chimici e dei Fisici in questo ambito. Ma anche nella gestione dei dispositivi di protezione individuale, nella formulazione e gestione dei prodotti chimici necessari in questa emergenza, tutte le valutazioni correlate all’impiego di questi trattamenti sanificanti e le loro ricadute in ambito ambientale quale aria, acqua, rifiuti. La tutela della salute deve avvenire sempre nel rispetto dell’ambiente. Tutela della salute, sicurezza sul lavoro, salvaguardia dell’ambiente, sicurezza alimentare sono alcuni degli ambiti in cui Chimici e Fisici operano costantemente, e che li vedono coinvolti anche in questa emergenza sanitaria».
Molto importante anche il ruolo del Chimico e del Fisico in ambito analitico: «Fondamentale – sottolinea la Presidente FNCF – l’importanza di avere un professionista Chimico o Fisico responsabile di tutto il processo analitico, anche in campo biochimico e biofisico, a partire dal campionamento fino all’interpretazione del dato ed alla certificazione. La conoscenza approfondita delle materie scientifiche fondanti consente un approccio completo e metodologico in qualunque ambito della vita dell’industria e non da meno della salute. Vale la pena ricordare la valenza dei nostri professionisti nei monitoraggi non solo ambientali ma anche tossicologici e di sicurezza, tra cui non ultimo il ruolo nell’ambito della valutazione e marcatura di prodotti e dispositivi. Speriamo di poter dare un contributo fattivo e nel contempo che il Governo possa incrementare la presenza dei nostri professionisti che sono pochi non solo all’interno delle strutture sanitarie ma anche all’interno di enti, istituti, organi di vigilanza. Siamo a disposizione per dare il nostro contributo tecnico scientifico in altri tavoli tecnici e ambiti di lavoro».
Orlandi, impegnata da tempo nella sicurezza sul lavoro nel mondo industriale, insiste molto sul concetto di “cultura della sicurezza”: «Serve un costante controllo dei comportamenti delle persone ma anche garantire delle adeguate prassi igieniche, il rispetto dei flussi, dei divieti di assembramento, della distanza sociale di sicurezza. Nei luoghi di lavoro è importante che il datore definisca delle regole chiare, che tengano conto delle normative e linee guida, applicabili al contesto lavorativo, e informare il personale, i terzi e il pubblico. Comunicare, informare, far comprendere e vigilare. In questo periodo si sta assistendo al diffondersi di tante fake news che comportano confusione e possibilità per attività non consentite. Per questo è importante essere chiari, rivolgersi a professionisti competenti con cui confrontarsi e trovare le soluzioni più adeguate. È importante continuare a ricordare che ciascuno di noi, ciascun lavoratore è responsabile non solo della propria salute, ma anche di quella del suo nucleo familiare e di tutti i colleghi. Tuteliamo noi tutelando gli altri».
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