La presidente della Federazione Logopedisti Italiani: «Puntiamo ad un percorso di laurea quinquennale, con una preparazione maggiore in ambito clinico». Attivati i nuovi master, uno per ogni area di intervento: dall’età evolutiva, all’area della neurologia, fino alla geriatria ed al campo della chirurgia otorina
«L’albo professionale è una garanzia, sia per i professionisti onesti, che per i cittadini». Per Tiziana Rossetto, presidente della Federazione Logopedisti Italiani (Fli), la legge Lorenzin aiuterà la lotta all’esercizio abusivo della professione. Una vera e propria piaga per questa categoria: per ogni logopedista, secondo la più recente stima certificata del Conaps, il Coordinamento nazionale delle professioni sanitarie, ce ne sono tre che svolgono la professione abusivamente.
«Quest’obbligo di iscrizione all’albo – ha continuato Rossetto – darà la garanzia ai pazienti di rivolgersi sempre a professionisti qualificati, che aderiscono ad un preciso codice deontologico. Il logopedista sarà sanzionato o perseguito in caso di comportamento professionalmente scorretto».
Il 2018, per i logopedisti, è stato un anno ricco anche di altre importanti novità: «Il 17 dicembre sono stati approvati master specialistici per molte professioni sanitarie. Per la logopedia ne è stato proposto uno per ogni area di intervento: dall’età evolutiva, all’area della neurologia, fino alla geriatria ed al campo della chirurgia otorina. Nuovi percorsi di studi post laurea che permetteranno al professionista di essere sempre più specializzato, di acquisire competenze avanzate, utili a rispondere ai nuovi bisogni di salute del cittadino».
Ed è proprio l’ambito formativo il settore strategico su cui puntare anche per perseguire gli obiettivi futuri: «Sappiamo che le nuove ricerche, le scoperte, la tecnologia aiutano i professionisti ad essere più efficaci negli interventi e nelle cure. Le conoscenze, però – ha sottolineato la presidente Fli – diventano presto obsolete e richiedono un costante impegno all’aggiornamento. I percorsi di studio italiani sono qualificati – ha aggiunto Rosetto – ma il nostro obiettivo è imitare quei modelli europei ed internazionali dagli standard elevati. E per farlo chiediamo un allungamento dell’attuale percorso di laurea, passando dai tre anni attuali a cinque anni previsti nei paesi più virtuosi».
Un obiettivo ambizioso, ma non utopico: «Siamo già lavoro per migliorare l’attuale percorso universitario che diventerà più clinico e, contemporaneamente, abbiamo aperto un confronto con Miur e ministero della Salute per attivare il corso di laurea quinquennale. Anche se il lavoro è complesso – ha concluso la presidente Fli – sono certa che entro un anno, al massimo due, raggiungeremo anche questi nuovi obiettivi».