La FNOPO, Federazione Nazionale Collegi Ostetriche, ha commentato i dati emersi dall’annuale rapporto CEDAP, Il Rapporto annuale sull’evento nascita in Italia relativo all’anno 2015. Ecco quanto rilevato dal Comitato Centrale FNOPO: «I dati che emergono dal Rapporto CEDAP 2016 sono preoccupanti, ma purtroppo non meravigliano. Sebbene infatti si riferiscano al 2015 e dunque, a ben […]
La FNOPO, Federazione Nazionale Collegi Ostetriche, ha commentato i dati emersi dall’annuale rapporto CEDAP, Il Rapporto annuale sull’evento nascita in Italia relativo all’anno 2015. Ecco quanto rilevato dal Comitato Centrale FNOPO:
«I dati che emergono dal Rapporto CEDAP 2016 sono preoccupanti, ma purtroppo non meravigliano. Sebbene infatti si riferiscano al 2015 e dunque, a ben quattro anni fa, la fotografia scattata è quella di un Paese in cui la gravidanza e l’evento nascita sono ancora medicalizzate, come se la gravidanza sia, in sé, una malattia o debba comportare inevitabilmente delle patologie. Al ricorso eccessivo al taglio cesareo si aggiunge l’altro dato dell’età sempre più alta delle donne che decidono e possono avere un figlio – commentano le componenti del Comitato centrale della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica -. Se si vuole far cambiare rotta al Paese, occorre un lavoro sinergico che veda impegnati, ciascuno per le proprie specifiche competenze, professionisti sanitari e politica».
«Ancora una volta – continua FNOPO – la nota dolente associata alla gravidanza e all’evento nascita è la medicalizzazione, anche quando non risulterebbe necessaria. La FNOPO da tempo sostiene il modello organizzativo di centri nascita a conduzione ostetrica per le gravidanze a basso rischio. Un percorso che consente alle donne di riappropriarsi delle proprie competenze per l’espletamento di un parto naturale sempre seguite da personale qualificato e specializzato nella salute della donna. Poter estendere questo modello su tutto il territorio nazionale – spiegano le componenti FNOPO – comporterebbe benefici alle donne e alle loro esperienze di maternità, che sarebbero disposte a ripetere più facilmente di quanto non avviene oggi, Inoltre, ridurrebbe drasticamente il ricorso a interventi di taglio cesareo che non sono adeguati se non per specifici casi».
«Per quel che riguarda invece l’altro dato evidenziato dal Rapporto CEDAP 2016, ovvero l’età sempre più alta, o che tende a rimanere tale, delle donne italiane e di quelle straniere che decidono di avere un figlio, occorrono delle misure politiche – continuano le rappresentanti nazionali della Categoria ostetrica – per contrastare tale fenomeno. È necessario mettere in atto misure che consentano alle donne di poter progettare e programmare con serenità la propria gravidanza e realizzare, così, il progetto di famiglia della coppia. Misure che – sottolineano ancora i vertici FNOPO – non si possono esaurire in bonus una tantum, perché risultano inefficaci. Come evidenzia il rapporto, l’età delle donne che hanno la prima gravidanza è ormai legata al percorso di studi medio superiore sia delle italiane sia, ormai, anche di molte straniere e nella difficoltà di acceso alle cure, ancora troppa esose e ad appannaggio dei privati. Nella decisione di avere una gravidanza un ruolo determinante ha la precarietà del lavoro, una stabilità economica che consentirebbe alle coppie di affrontare con maggiore serenità una gravidanza. A questo si deve aggiungere anche una adeguata rete di assistenza che sia da sostegno per eventuali depressioni post partum o solitudini che sempre più donne, nella nostra società, si trovano a dover affrontare. La FNOPO promuove a tal proposito il modello di “Ostetricia di famiglia e di comunità”. Un impegno che evidentemente deve coinvolgere tutti i ministeri competenti (Ministero Salute, Famiglia e Welfare)».