Con la legge Lorenzin è tra le 17 professioni entrate nell’’Ordine TSRM e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. Il vicepresidente Casalino: «Ancora poche possibilità per noi di ricoprire ruoli dirigenziali. Sulla formazione mancano dottorati specifici»
Svolgono un lavoro essenziale nell’ambito delle professioni sanitarie. Ma ora, con l’ingresso nell’Ordine TSRM e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione puntano a un ulteriore salto di qualità. Parliamo dei tecnici di laboratorio rappresentati dall’ANTEL, l’Associazione Nazionale dei Tecnici di laboratorio biomedico, coloro che svolgono attività di laboratorio di analisi in diversi settori come l’anatomia patologica, la patologia clinica, il trasfusionale.
«La sfida futura – spiega la presidente ANTEL Alessia Cabrini a Sanità Informazione – è quella dell’ingresso nell’ordine entrato in vigore con la legge 3 del 2018, un ordine multialbo con più professioni. Puntiamo a creare sinergia e collaborazione tra tutte queste professionalità ognuno per il proprio profilo di competenza. L’importante è costruire una rete di professionisti sul territorio che possano applicare tali competenze».
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Come altre professioni, sono tanti ancora i tecnici di laboratorio che non si sono iscritti all’Ordine che racchiude 17 professioni sanitarie, dai logopedisti ai fisioterapisti.
«Alcuni vedono l’Ordine come una penalizzazione – continua Cabrini – e non vedono una implementazione futura che potrebbe invece raccogliere dei frutti in termini di competenza e di riconoscimento della professione e di lotta all’abusivismo. È un processo che si è appena attuato e quindi è un po’ difficile far capire quali saranno gli sviluppi futuri. Noi ci proviamo come associazione. Sul territorio io personalmente informo, parlo, cerco di coinvolgere tutti i tecnici di laboratorio».
Una professione, quella del tecnico di laboratorio, che sta cambiando molto velocemente negli ultimi anni grazie anche ai progressi tecnologici, un cambiamento che porta a diverse esigenze dal punto di vista della formazione, dell’operatività e dell’inquadramento professionale.
«Sicuramente la tecnologia avanzata che sta arrivando porta ad avere dei ruoli diciamo diversi da quelli di tanti anni fa – commenta il vicepresidente ANTEL Paolo Casalino – Sia nell’ambito operativo che nell’ambito formativo. La legge 251 del 2000 ha già portato la possibilità per noi tecnici di ricoprire ruoli dirigenziale all’interno delle strutture anche se questa possibilità nel panorama nazionale non è ancora molto diffusa. Per quanto riguarda la formazione, manca ancora a livello universitario la possibilità dell’area tecnica di partecipare a dei dottorati che nell’area infermieristica sono già attivi. Sulla parte operativa più si va avanti più è necessario un tecnico specialista. La professione sta cambiando, ci sono alcuni settori molto specialistici e dei tecnici che svolgono dei ruoli che tanti anni fa non avevano. Proprio questa formazione diversa e avanzata ha portato il ruolo del tecnico di laboratorio a elevarsi rispetto a tanti anni fa. La sfida è avere dei professionisti di alta specializzazione con competenze ma anche con responsabilità. Il nuovo Ordine sicuramente può aiutare a dare una riorganizzazione anche alla nostra professione».