Il presidente dell’Associazione tecnico-scientifica: «Abbiamo necessità di essere vaccinati in modo prioritario: abbiamo lavorato anche durante i lockdown e incontriamo i nostri pazienti in ospedali e cliniche»
Non si sono fermati nemmeno durante le fasi più critiche della pandemia, eppure garantire la continuità dei piani terapeutici non è stato sempre possibile. Giuseppe Tombolini, presidente dell’Associazione nazionale tecnici ortopedici italiani (ANTOI ATS-ETS), racconta a Sanità Informazione le difficoltà che i professionisti di categoria hanno dovuto affrontare durante quest’anno di pandemia.
«Le aziende ortopediche sono state annoverate, fin dal primo lockdown, tra i servizi essenziali, al pari di farmacie e parafarmacie. Per questo non hanno mai cessato la loro attività, garantendo una costante e puntuale assistenza a tutti i pazienti – spiega Tombolini – . Ovviamente, molte imprese, per garantire il rispetto di tutte le misure di sicurezza previste dal piano governativo per il contenimento del contagio, hanno dovuto fare degli investimenti».
Sforzi che sono serviti a poco o a nulla: «Da un lato la reticenza di molti pazienti ad uscire di casa, dall’altro le chiusure delle Asl nei momenti più critici dell’emergenza, ci hanno impedito di portare avanti i piani terapeutici già in essere prima che scoppiasse la pandemia – dice il presidente ANTOI ATS-ETS -. Una situazione dalla duplice conseguenza: l’efficacia terapeutica dei nostri interventi è stata compromessa e gli introiti delle aziende ortopediche hanno subito notevoli contrazioni tanto che, in alcuni casi, non è stato possibile nemmeno compensare gli investimenti per l’adeguamento alle misure di sicurezza anti-Covid».
Una situazione alla quale la Fioto, la Federazione Italiana degli operatori in tecniche ortopediche, ha provato a porre rimedio. «L’Associazione dei titolari di imprese che erogano prestazioni di assistenza protesica ha proposto al Governo ed alle singole Regioni un Piano d’intervento straordinario per la definizione dell’erogazione delle procedure orto-protesiche – commenta Tombolini -. L’associazione ANTOI che presiedo ne ha immediatamente condiviso gli intenti, concordando sulla necessità di mettere in atto delle procedute tese a smaltire i ritardi accumulati in questo anno di pandemia nell’erogazione dei servizi. Il Piano, finora è stato sposato solo dalla regione Abruzzo, che in tal modo è riuscita a garantire la continuità assistenziale ai suoi cittadini. C’è attesa, invece, per la risposta da parte di tutte le altre Regioni».
Ed è sempre dai governi regionali che i tecnici ortopedici attendono delle risposte sulla possibilità di poter accedere alle vaccinazioni anti-Covid. «I tecnici ortopedici sono stati esclusi tra le categorie prioritarie – sottolinea Tombolini – nonostante abbiano continuano a lavorare in prima linea in qualsiasi momento della pandemia. Abbiamo necessità di essere vaccinati perché, per svolgere la nostra attività professionale, incontriamo pazienti degenti in strutture ospedaliere o nelle cliniche. Alcune regioni, come ad esempio la Puglia, hanno creato una piattaforma di prenotazione online a cui possono accedere anche i tecnici ortopedici. Una prenotazione però che non garantisce una data certa per la somministrazione del vaccino che, molto probabilmente, sarà fissata soltanto dopo che tutte le categorie finora ritenute prioritarie abbiamo ricevuto sia la prima che la seconda dose. Un tempo troppo lungo – sottolinea il tecnico ortopedico – che continua ad esporre noi ed i nostri pazienti ad un rischio altrettanto grande».
Intanto ANTOI ATS-ETS, che da pochi mesi ha mutato la sua mission trasformandosi in associazione tecnico scientifica, è impegnata anche su molti altri fronti. «La programmazione di corsi di aggiornamento professionale di alta qualità è costante – racconta il presidente dell’Associazione -. Così come i nostri sforzi tesi ad orientare la pratica clinica all’utilizzo di metodi basati sull’evidenza scientifica, producendo linee guida e puntando sulla ricerca scientifica. Benefici di cui ora potranno godere anche gli studenti in tecniche ortopediche a cui è stata offerta la possibilità di diventare soci di ANTOI ATS-ETS. Impegnandoci su diversi fronti intendiamo elevare la professione del tecnico ortopedico, offrendogli il riconoscimento che gli spetta, non come coadiuvante di altre professioni sanitarie, ma – conclude Tombolini – come professionista indispensabile all’interno della tanto acclamata equipe multidisciplinare».
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