Il Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari Gaetano Penocchio commenta l’ultima legge di Bilancio: «Confidiamo che l’IVA agevolata possa arrivare con un riordino complessivo». E poi aggiunge: «Ci aspettiamo un ripristino delle Piante organiche a supporto del PNRR»
Dalla peste suina africana ai casi di influenza aviaria, è un periodo di intensa attività per i medici veterinari, figura chiave nella sicurezza alimentare. Ne abbiamo parlato con il presidente della FNOVI, Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari, Gaetano Penocchio, che nei mesi scorsi si è battuto per impedire il divieto generalizzato di antibiotici agli animali: «Vietarne l’utilizzo o limitarne oltre quanto scientificamente giustificato, porterebbe solo a maggiori sofferenze per gli animali, col conseguente rischio per la salute pubblica», spiega Penocchio a Sanità Informazione. Intanto, però, dal 28 gennaio è in vigore il Regolamento europeo sui medicinali veterinari che fissa l’obiettivo di dimezzare le vendite complessive di antimicrobici nell’Ue per gli animali da allevamento e l’acquacoltura entro il 2030. Penocchio, poi, mette in guardia dai rischi della peste suina africana che sta flagellando diverse zone del nostro territorio: «Le possibili conseguenze vanno ben oltre la mortalità dei soggetti colpiti ma comportano restrizioni al commercio nazionale e internazionale di suini e prodotti derivati», aggiunge il presidente FNOVI.
«Stiamo attraversando una fase estremamente delicata. La crisi sanitaria e quella economica hanno indotto il Paese ad avviare un serio percorso di riforme, molte delle quali sono comprese o complementari al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Fortunatamente si è raggiunta la consapevolezza della centralità del nostro Sistema Sanitario e dell’importanza che, anche all’interno di questo, riveste la professione medico veterinaria. È l’approccio sistemico quello a cui, anche con il Ministero della Salute, stiamo lavorando in questi mesi. L’IVA agevolata per le prestazioni veterinarie è una misura di cui siamo estremamente convinti, ma difficile da ottenere in un momento in cui Governo e Parlamento sono impegnati con una radicale riforma fiscale. Siamo fiduciosi che possa rientrare nel riordino complessivo che verrà fatto prossimamente».
«La comparsa di casi di peste suina africana in carcasse di cinghiali selvatici in Piemonte e Liguria rappresenta senz’altro un rischio per tutto il settore dell’allevamento suinicolo del nostro Paese. Le possibili conseguenze vanno ben oltre la mortalità dei soggetti colpiti ma comportano restrizioni al commercio nazionale e internazionale di suini e prodotti derivati, ovvero il blocco delle movimentazioni delle partite di suini vivi e dei relativi prodotti derivati all’interno dell’Unione e nell’export, con gravissime ripercussioni economiche. Proprio per questo in tutto il territorio nazionale è stata rinforzata l’attività di sorveglianza negli allevamenti e chiesto, come prevede il piano nazionale di sorveglianza, ogni sforzo per rintracciare e testare le carcasse di cinghiali».
«Un uso razionale, misurato e scientificamente supportato, anche con l’adozione di precise procedure per controllare l’impiego e misurare il consumo, con dati disponibili prima sul venduto e adesso con la ricetta elettronica anche sul consumato. È documentato da Esvac, che sorveglia le vendite di antimicrobici veterinari in Europa, che le stesse si sono ridotte del 43% negli ultimi dieci anni e che gli antibiotici considerati di importanza critica nella medicina umana, sono state ridotte in modo sostanziale. Gli antibiotici devono essere impiegati per la salute e il benessere animale, nonché a tutela della salute pubblica anche a contrasto delle zoonosi. Vietarne l’utilizzo o limitarne oltre quanto scientificamente giustificato, porterebbe solo a maggiori sofferenze per gli animali, col conseguente rischio per la salute pubblica, determinando solo minimi effetti sulla diminuzione dei fenomeni di antimicrobico resistenza. La Fnovi, a più riprese, ha ritenuto necessario sottolineare che l’utilizzo corretto e prudente degli antibiotici è indispensabile per garantire la salute e il benessere degli animali, senza ulteriori divieti che limitino le possibilità terapeutiche del medico veterinario, unico interlocutore e professionista cui debba spettare la scelta del farmaco veterinario più idoneo alla cura dell’animale a seguito di visita clinica e relativa diagnosi. L’antibiotico quando serve, va usato».
«Negli ultimi due anni, complice la pandemia, gli investimenti sul nostro Sistema Sanitario sono aumentati moltissimo, con una previsione strutturale che mancava da troppo. Questo porta con sé anche una riorganizzazione della Sanità pubblica e il ripristino delle piante organiche. In parte è lo stesso PNRR a definirlo se non direttamente indicando obbiettivi che comportano investimenti in termini di personale. Una condizione culturale da sottolineare è dare valore alle attività di prevenzione, che non possono e non devono competere con quelle di cura e assistenza alla persona essendo complessivamente parti di un sistema che genera e mantiene salute».
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