Il primo controllo ortopedico avviene già alla nascita, in particolare per verificare l’eventuale presenza di displasia evolutiva dell’anca e piede torto, entrambi facilmente trattabili con un intervento precoce. Un trattamento tardivo ne peggiora gli esiti
“L’ortopedia pediatrica rappresenta il pilastro dell’ortopedia dell’adulto. Molte patologie non trattate durante l’infanzia e in adolescenza, infatti, possono manifestarsi con complicanze maggiori e più difficili da trattare nell’età adulta”. A sottolineare l’importanza dell’ortopedia pediatrica, non a caso inserita tra i principali focus del 106° Congresso Nazionale della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIOT, concluso lo scorso 11 novembre, è Pasquale Farsetti, Presidente del Congresso, Professore ordinario e Direttore della UOC di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico Universitario di Tor Vergata, in un’intervista a Sanità Informazione.
Il primo controllo ortopedico avviene già alla nascita, in particolare per verificare l’eventuale presenza della displasia evolutiva dell’anca, una malformazione congenita che porta gradualmente la testa del femore a dislocarsi dalla cavità acetabolare, destinata a contenerla. “Un ulteriore verifica può essere fatta, tramite esame ecografico, entro i primi 60-90 giorni di vita”, sottolinea Farsetti. Se diagnosticata precocemente la displasia evolutiva dell’anca può essere agevolmente trattata. “In caso contrario – continua lo specialista – la displasia evolve il lussazione che, non di rado, necessita di intervento chirurgico”.
Anche il piede torto, tra le malattie congenite ortopediche più diffuse assieme alla displasia evolutiva dell’anca – con un’incidenza di un caso ogni mille nati – deve essere trattato precocemente, possibilmente entro i primi 15 giorni di vita. La diagnosi è di tipo ispettivo e spesso avviene già durante la gravidanza attraverso l’ecografia fetale. “In Italia, negli ultimi anni, è sempre più diffusa la metodica di Ponseti che, ideata dal dottor Ignacio Ponseti negli anni ‘60, si pone come obiettivo fondamentale quello di limitare al massimo l’utilizzo della chirurgia – spiega Farsetti -. La metodica prevede una serie di manovre manipolative e gessi che permettono una correzione progressiva del piede ed eventualmente una tenotomia percutanea del tendine di Achille seguita dall’uso di un tutore da portare di notte fino al quarto anno di vita”.
Altri difetti o patologie ortopediche possono presentarsi nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza “ma – assicura lo specialista – un pediatra attento è in grado di riscontrarli e di inviare il piccolo paziente da un ortopedico specializzato in pediatria. I difetti della colonna vertebrale sono tipici dell’età pre-adolescenziale, come scoliosi, o l’ipercifosi. Non di rado lo stesso specialista viene consultato direttamente dalle famiglie preoccupate dalla presenza di ginocchio varo o valgo, di piede piatto o di difetti di torsione degli arti. Si tratta di condizioni molto frequenti che altrettanto frequentemente si risolvono spontaneamente con la crescita. In casi più rari si tratta di vere e proprie patologie che, come tali – conclude Farsetti – , necessitano di un trattamento specifico”.
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