La differenza più pronunciata è una riduzione dell’area dello strato esterno del cervello, la corteccia cerebrale, cruciale per molti aspetti del comportamento, della cognizione e dell’emotività
Se un bambino è aggressivo, non ama giocare con gli altri e manifesta problemi comportamentali persistenti, come il disturbo della condotta, è molto probabile che la struttura del suo cervello sia ‘diversa’ da quella dei suoi coetanei. Si tratta di cambiamenti visibili attraverso una risonanza magnetica. Ad individuarli sono stati i ricercatori del National Institutes of Health (NIH). La differenza più pronunciata è una riduzione dell’area dello strato esterno del cervello, la corteccia cerebrale, cruciale per molti aspetti del comportamento, della cognizione e dell’emotività.
“Il disturbo della condotta è uno dei disturbi psichiatrici infantili più comuni, con una prevalenza globale di circa il 3%, ma anche uno dei meno studiati – spiegano i ricercatori nell’introduzione dello studio, pubblicato su The Lancet Psychiatry -. La maggior parte degli studi finora condotti (compresi quelli considerati nelle meta-analisi) erano basati su campioni di piccole dimensioni (minore di 50 unità), aumentando così il rischio di risultati falsi positivi e falsi negativi”. Inoltre, molte ricerche non hanno tenuto conto della comorbilità – come la *presenza di ADHD – o dell’eterogeneità del disturbo della condotta in termini di età di esordio (prima o dopo i 10 anni di età). “Infine, nonostante l’evidenza di differenze di genere nella presentazione clinica e nel decorso del disturbo, la maggior parte delle analisi sui disturbi della condotta si sono concentrati sui partecipanti di sesso maschile, e i pochi studi che hanno reclutato campioni di sesso misto erano sottodimensionati per testare con attendibilità le interazioni sesso per diagnosi”, aggiungono gli scienziati.
La ricerca si basa su immagini di risonanza di giovani di 7-21 anni. Gli esperti hanno confrontato la superficie e lo spessore della corteccia cerebrale e il volume delle regioni subcorticali profonde del cervello di 1.185 giovani con diagnosi di disturbo della condotta e 1.253 coetanei senza il disturbo. I primi avevano una superficie totale inferiore della corteccia in 26 delle 34 regioni esaminate, due delle quali mostravano anche cambiamenti significativi nello spessore corticale. Avevano anche un volume inferiore in diverse regioni subcorticali del cervello tra cui l’amigdala, l’ippocampo e il talamo che svolgono un ruolo centrale nella regolazione dei comportamenti, nell’autocontrollo.
Sebbene alcune di queste regioni cerebrali, come la corteccia prefrontale e l’amigdala, fossero già state collegate al disturbo della condotta in studi precedenti, altre regioni sono state implicate nel disturbo per la prima volta. I giovani che mostravano segni di una forma più grave del disturbo, indicata da un basso livello di empatia, scarso senso di colpa e rimorso, mostravano il maggior numero di cambiamenti cerebrali. Questi risultati, provenienti dal più grande e diversificato studio sul disturbo della condotta mai realizzato, sono coerenti con altre evidenze che correlano il disturbo alla struttura del cervello. Questi risultati offrono nuove vie per indagare i potenziali legami tra differenze nella struttura del cervello e sintomi del disturbo della condotta e calibrare gli sforzi clinici per migliorare diagnosi e trattamento.
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