Ortona (Iss): “La necessità di una attenta valutazione e considerazione delle differenze di sesso e genere nella ricerca scientifica è sempre più evidente e riconosciuta”
Più ‘pari opportunità’ nella ricerca scientifica, per migliorare l’equità e la precisione delle cure mediche. È l’appello dell’Istituto superiore di sanità che sulla rivista internazionale ‘Journal of Personalized Medicine‘ ha pubblicato il documento ‘Raccomandazioni per l’applicazione della medicina di genere nella ricerca preclinica, epidemiologica e clinica’, redatto dal gruppo di lavoro Ricerca e innovazione dell’Osservatorio Iss dedicato alla medicina di genere. Al team, coordinato da Marialuisa Appetecchia, responsabile dell’Uo di Endocrinologia oncologica dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena-Ifo di Roma e componente dell’Osservatorio, in rappresentanza di tutti gli Irccs, hanno partecipato numerosi esperti ed esperte del settore.
“La necessità di una attenta valutazione e considerazione delle differenze di sesso e genere nella ricerca scientifica è sempre più evidente e riconosciuta – afferma Elena Ortona, direttrice del Centro di riferimento per la medicina di genere dell’Iss -. Nonostante ciò, sesso e genere sono ancora poco considerati nel disegno degli studi scientifici, nella raccolta dei dati, nell’elaborazione dei risultati e nella comunicazione scientifica in generale”. Invece “è ormai appurato come sia fondamentale includere nella ricerca preclinica e clinica sia gli aspetti relativi al sesso, cioè quelli di natura biologica, sia quelli di genere, che riguardano le differenze psico-sociali e culturali tra uomini e donne”.
Da qui le raccomandazioni del documento, riassunte sul sito Iss in 5 punti salienti:
Per gli autori “l’adozione delle raccomandazioni proposte potrebbe portare a significativi miglioramenti nella precisione e nell’efficacia delle cure mediche, contribuendo a una maggiore equità nell’accesso e nella qualità delle cure per tutti i pazienti. Applicare un approccio sesso e genere specifico nella ricerca e nei percorsi di cura è importante – ammoniscono – non solo per migliorare la comprensione dei fattori determinanti la salute e la malattia, ma rappresenta anche un passaggio fondamentale verso una maggiore equità di accesso alle cure e una medicina sempre più focalizzata sulle caratteristiche specifiche del paziente. La medicina di genere va quindi intesa come un obiettivo strategico per la sanità pubblica, contribuendo a rafforzare la ‘centralità della persona’ nell’assistenza sanitaria”.
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